(SpaceX)

“It seems surreal to me”

Le straordinarie immagini della Terra vista dalla Tesla Roadster spedita in orbita dal Falcon Heavy nel lancio inaugurale del 6 febbraio

Michele Diodati
Spazio Tempo Luce Energia
8 min readFeb 8, 2018

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Il 6 febbraio è stato il giorno del Falcon Heavy. Il razzo più potente mai costruito dopo il Saturn V ha finalmente spiccato il volo dalla base di Cape Canaveral in Florida sotto la spinta imperiosa dei suoi 27 motori, riuscendo nell’impresa — per nulla scontata — di portare con successo il suo carico nello spazio. La SpaceX, la società fondata dall’imprenditore sudafricano Elon Musk, si pone così come un serio candidato per spedire in orbita a un prezzo concorrenziale, grazie ai vettori riutilizzabili del Falcon Heavy, i carichi più pesanti che dovranno essere inviati nello spazio nei prossimi anni.

Elon Musk fotografato davanti al Falcon Heavy, già pronto sulla rampa di lancio (Todd Anderson / The New York Times)

It seems surreal to me”, ha detto Elon Musk in una conferenza stampa, subito dopo il lancio, sottolineando la propria stessa incredulità per l’impresa andata a buon fine: molte cose, infatti, potevano andare storte, a partire dallo scenario peggiore di tutti, cioè l’esplosione al decollo, che avrebbe danneggiato gravemente la piattaforma di lancio e causato un pesantissimo ritardo al programma spaziale di SpaceX. Invece, l’unico problema di una certa gravità è stato la perdita dell’elemento centrale del primo stadio del razzo, che, per la mancata accensione finale dei motori, è finito nell’Oceano Atlantico invece che sulla piattaforma galleggiante sulla quale avrebbe dovuto adagiarsi.

Ha fatto bene dunque Musk a dirsi incredulo dopo il lancio del Falcon Heavy. Ma, ad essere sinceri, la cosa veramente irreale di tutta l’impresa non è stata il lancio in sé dell’enorme razzo, ma il carico che il Falcon Heavy ha spedito in orbita: una fiammante Tesla Roadster rossa decappottabile, con un manichino legato al posto di guida, vestito con un prototipo della tuta spaziale che SpaceX ha sviluppato per future missioni umane nello spazio.

L’idea di usare la Tesla come carico di prova, invece di un banale blocco di cemento o di qualche altro oggetto privo di importanza, è stata la vera trovata geniale di questa sorta di happening spaziale. Non solo perché è stata una pubblicità formidabile per un’altra azienda di Musk, la Tesla appunto, specializzata nella produzione di auto sportive elettriche; ma perché ha colpito l’immaginazione di tutti i curiosi e gli appassionati di volo spaziale con immagini che nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere.

SpaceX ha diffuso infatti attraverso ogni canale possibile una diretta streaming del lancio durata oltre quattro ore, che ha permesso di osservare la Tesla Roadster in orbita intorno alla Terra da tre differenti punti di vista. Abbiamo potuto così ammirare uno spettacolo quasi incredibile, che supera per grandiosità, stranezza e fascino qualsiasi cosa si sia vista fino ad oggi in un lancio spaziale. I momenti più suggestivi sono stati ovviamente quelli in cui la Terra ha attraversato il campo di ripresa delle telecamere, rubando la scena alla Tesla. Probabilmente neppure agli sceneggiatori di un film di fantascienza sarebbe venuto in mente di creare delle sequenze con la Terra osservata da un’auto sportiva in volo nello spazio.

A rendere indimenticabili le immagini hanno contribuito i giochi di luce creati dal moto della Tesla rispetto alla Terra e al Sole durante il suo viaggio di uscita dall’orbita terrestre. La galleria visibile in questa pagina è una selezione di oltre 50 schermate catturate dallo streaming diffuso da SpaceX, in cui ho cercato di mettere insieme alcune delle combinazioni di luci e ombre più suggestive, apparse durante le riprese dell’evento.

In alcune schermate si vede la Tesla completamente in ombra e la Terra luminosissima sullo sfondo. La vernice cromata dell’automobile riflette il blu degli oceani e il bianco delle nuvole, creando una suggestiva atmosfera crepuscolare. In altre immagini, la Terra appare attraverso il cruscotto della Tesla, come se fosse la destinazione verso cui l’auto è diretta. Ben visibile, alla destra del volante, il pulsante “Don’t panic!”, citazione dalla Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams. In altre immagini, infine, vediamo l’automobile di fianco, completamente illuminata dal Sole oppure solo come una sagoma nera, proiettata contro una Terra tagliata a fette dalla linea del terminatore.

Che fine farà ora la Tesla Roadster? Trascorrerà probabilmente almeno qualche milione di anni a vagare nel sistema solare interno. Finito lo spettacolo allestito per i milioni di spettatori che hanno assistito alla diretta streaming, il Falcon Heavy ha infatti acceso i motori per la terza volta, dando la spinta finale al suo strano passeggero. Ma, forse per un eccesso di zelo, l’ultima spinta è stata più potente del previsto. Sicché la Tesla non finirà a girare intorno al Sole inseguendo Marte, ma si spingerà ancora più lontano. Non però fino alla fascia degli asteroidi, come aveva annunciato inizialmente Elon Musk su Twitter: secondo gli ultimi dati forniti dal JPL della NASA, l’automobile elettrica e il suo manichino percorreranno invece un’orbita piuttosto eccentrica con l’afelio a 1,70 unità astronomiche dal Sole, cioè appena oltre l’afelio di Marte, che ne dista 1,66 unità astronomiche.

Jonathan McDowell, un astrofisico di Harvard, ha postato su Twitter alcune previsioni per i prossimi incontri planetari dell’automobile spaziale. Dai dati orbitali attualmente disponibili si ricava che, da qui al 2030, il massimo avvicinamento della Tesla a Marte si avrà l’8 ottobre 2020, quando l’auto transiterà a 7 milioni di km dal pianeta rosso (cioè oltre 18 volte la distanza tra la Terra e la Luna). Poiché il perielio della Tesla è a 0,99 unità astronomiche dal Sole, cioè leggermente interno all’orbita terrestre, l’auto tornerà prima o poi a far visita anche al nostro pianeta. Ma non subito, però. Dai medesimi dati orbitali si ricava infatti che da qui al 2030 il massimo avvicinamento alla Terra si avrà a marzo del 2021 e sarà un avvicinamento per modo di dire: la Tesla passerà a ben 45 milioni di km dal nostro pianeta, una distanza enorme.

Starman, l’uomo delle stelle al volante della Tesla, trascorrerà insomma molti, molti anni solitari, perso nel vuoto dello spazio, invisibile e lontano. Per fortuna è solo un manichino.

(SpaceX)

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Michele Diodati
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Science writer with a lifelong passion for astronomy and comparisons between different scales of magnitude.