Martedì, 10 luglio 2018

Le prime sei parti dell’articolo sulla missione di Hayabusa2 presso l’asteroide Ryugu

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Michele Diodati
Spazio Tempo Luce Energia

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Hayabusa2 o il trionfo dell’automazione

Alla scoperta di Ryugu (1/11)

Dopo due settimane di lavoro, sono lieto di presentare ai lettori una nuova serie di articoli, dedicati alla missione della sonda Hayabusa2, che proprio in questi giorni ha raggiunto la sua destinazione: l’asteroide Ryugu. La serie descrive in profondità gli strumenti e gli automatismi che consentiranno ad Hayabusa2 di scendere sulla superficie di Ryugu, recuperare campioni di suolo e riportarli sulla Terra, sganciando nel frattempo un lander e tre piccoli rover sulla superficie dell’asteroide. La sonda racchiude un concentrato di tecnologie e la sua missione rappresenta nel complesso una sfida straordinaria per l’ingegno e la creatività umane, i cui dettagli meritano di essere conosciuti e approfonditi. La prima puntata, intanto, è dedicata a conoscere meglio il bersaglio di tante attenzioni: l’asteroide carbonioso Ryugu.

Uno sguardo d’insieme su Hayabusa2 (2/11)

La seconda parte dell’articolo fornisce uno sguardo d’insieme sui principali sistemi di supporto alla missione di Hayabusa2: pannelli solari, batteria, motori chimici e ionici, sensori stellari e solari, giroscopi. I grafici, tradotti in italiano, aiutano a comprendere la disposizione delle parti.

Sistemi di navigazione ottica e strumenti scientifici (3/11)

La terza parte dell’articolo descrive, con il supporto di grafici e immagini, l’apparato “sensoriale” di Hayabusa2: il sistema di navigazione ottica, costituito da tre fotocamere e un altimetro laser, e i due strumenti scientifici (NIRS3 e TIR), progettati per indagare la composizione fisico-chimica dell’asteroide Ryugu.

Come fare un cratere su Ryugu e riprendere tutto senza correre rischi (4/11)

Con la quarta parte dell’articolo entriamo nel vivo delle procedure automatizzate previste dalla missione Hayabusa2: in questo caso, la creazione di un cratere artificiale sulla superficie di Ryugu. Se ne occuperà un dispositivo chiamato SCI, che sarà sganciato dalla sonda prima di andare a nascondersi dall’altra parte dell’asteroide. Durante questa manovra, Hayabusa2 sgancerà anche una telecamera volante che riprenderà tutta la scena da una posizione a metà strada tra il proiettile esplosivo e la sonda.

La procedura automatizzata con cui Hayabusa2 scenderà tre volte sull’asteroide (5/11)

Tra i momenti cruciali della missione Hayabusa2 vi saranno i tre tentativi di discesa sulla superficie di Ryugu. Questa parte dell’articolo descrive la procedura altamente automatizzata che consentirà alla sonda — si spera — di eseguire questo compito complesso e delicato in quasi completa autonomia, pur trovandosi a 300 milioni di km dalla Terra.

Il sistema per prelevare campioni di suolo da Ryugu (6/11)

Altri momenti cruciali della missione Hayabusa2 saranno i tentativi di acquisire campioni del suolo di Ryugu. La sonda toccherà la superficie dell’asteroide solo con l’estremità del corno campionatore e per un secondo soltanto. In quell’istante accadranno un sacco di cose, gestite in modo completamente automatico. Leggete questa parte dell’articolo per una descrizione completa della procedura e per vedere immagini e grafici di supporto.

Spazio Tempo Luce Energia fornisce approfondimenti su argomenti di astronomia e cosmologia, basati sui contenuti degli studi pubblicati sulle principali riviste scientifiche.

Buona lettura!
Michele Diodati

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Michele Diodati
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Science writer with a lifelong passion for astronomy and comparisons between different scales of magnitude.