Milioni di stelle nella Carena
Il telescopio VISTA dell’ESO ha prodotto una magnifica e dettagliatissima immagine della Nebulosa Carena, una delle più grandi regioni di formazione stellare della Via Lattea, visibile dai cieli dell’emisfero meridionale
La Nebulosa Carena fu scoperta dall’abate Nicolas-Louis de Lacaille nel 1752 dal Capo di Buona Speranza in Sudafrica. Questa grande nebulosa, catalogata come NGC 3372, si trova infatti 60 gradi sotto l’equatore celeste ed è visibile solo dall’emisfero Sud del pianeta. Peccato non poterla osservare dalle nostre latitudini, perché offre uno spettacolo straordinario: stelle massicce e brillantissime (tra cui l’ipergigante blu Eta Carinae) sono distribuite in una serie di ammassi aperti, intervallati da vaste regioni di idrogeno ionizzato e da nebulose oscure, all’interno delle quali nuove generazioni di stelle stanno nascendo.
La Nebulosa Carena è una grande regione di formazione stellare, una delle più grandi della Via Lattea: un ambiente dinamico in continua trasformazione, nel quale enormi masse di gas e polveri sono scolpite ininterrottamente dalla potente radiazione ultravioletta e dai venti stellari di migliaia di stelle giovani e brillanti. Intorno agli ammassi più luminosi, il gas è stato ormai eroso e dissipato. Ma sacche di gas e polveri interstellari si formano ai margini degli ammassi, addensandosi in nebulose oscure sotto la spinta compressiva della radiazione e dei venti stellari. In quelle nebulose, le bassissime temperature e l’autogravità conducono la materia a un processo di lenta condensazione, che porta infine alla nascita di nuove stelle.
Situata a una distanza di 2,3 kiloparsec dalla Terra (circa 7.500 anni luce), la Nebulosa Carena copre un’area di cielo di oltre 5 gradi quadrati, estendendosi da un capo all’altro per almeno 400 anni luce. La grande quantità di gas e polveri distribuita nel mezzo interstellare impedisce di osservare nella luce visibile la moltitudine di stelle che si cela al suo interno. Per riuscire, dunque, a vedere quelle stelle occorre usare strumenti sensibili alla radiazione infrarossa, che non è bloccata dallo schermo delle nubi interposte.
Il telescopio VISTA (Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy) si è rivelato uno strumento ideale per questo compito. Attivo dal 2009 presso l’Osservatorio dell’ESO in Cile, questo telescopio con specchio primario da 4,1 metri lavora in sinergia con lo strumento VIRCAM (VISTA InfraRed CAMera), una gigantesca fotocamera da 3 tonnellate, dotata di 16 sensibilissimi rilevatori per la luce infrarossa. Usando il telescopio VISTA, un team di ricercatori realizzò nel 2014 un’immagine dettagliatissima della Nebulosa Carena, descritta in uno studio pubblicato a dicembre 2014 su Astronomy & Astrophysics. L’analisi dei dati raccolti da VISTA permise agli autori di identificare nella Carena ben 4.840.807 sorgenti luminose visibili nel vicino infrarosso. Era un vero e proprio censimento della popolazione stellare della nebulosa, che identificava tutte le stelle fino alla 21ª magnitudine (nella banda J): quasi cinque milioni di stelle, che coprivano tutta la gamma di masse, dalle supergiganti come HD 93129 fino alle nane rosse da appena 0,1 masse solari.
Ma il telescopio VISTA è ritornato a osservare la Carena anche in tempi più recenti, nell’ambito di un nuovo progetto di ricerca condotto da Jim Emerson, un astrofisico della School of Physics & Astronomy della Queen Mary University di Londra. Il risultato di questa nuova serie di osservazioni è una straordinaria immagine da 11800 × 12608 pixel, pubblicata sul sito dell’ESO e riprodotta a risoluzione inferiore all’inizio di questa pagina. Le immagini successive sono ritagli della vista totale, alla massima risoluzione disponibile. Mettono in evidenza alcuni degli oggetti più interessanti della Nebulosa Carena, come gli ammassi aperti, ripresi da VISTA con magnifico livello di dettaglio.
Questo blog ha una newsletter settimanale a cui è possibile iscriversi da qui. In caso di generosità, è possibile persino fare una donazione libera con Paypal all’autore degli articoli.