Il macinatempo

Federico Ruysch
Square Coffee
Published in
1 min readDec 15, 2015
Foto di Giorgia

Quando doveva preparare il caffè, nonno Fortunato si rintanava nello stanzino delle cianfrusaglie. Era uno sgabuzzino ricolmo di ogni cosa: ami, boccagli, reti, canotti, corde, e chissà cos’altro.
Lì, il nonno aveva creato un angolo per fare il caffè.

C’era un mobiletto azzurro — mal fissato al muro — che conteneva la caffettiera napoletana, un barattolo di caffè in grani, ed un macinacaffè.
Sotto a quel mobiletto stava un piccolo tavolino, sul quale aveva trovato posto un fornelletto, accanto al quale c’era il poco spazio necessario per posarvi il macinacaffè.

Quel macinacaffè ch’è tanto simile a quello che ho ricevuto in dono, per la mia Laurea in Lettere, da amici preziosi.
Il macinacaffè sul quale, quasi quotidianamente, giro e girerò la manovella che macina il caffè e gli anni, invecchiandomi ad ogni tazza che distillo.Ma, se quando sarò morto, avrò un nipote che sarà orgoglioso di ereditare il mio macinacaffè (come lo fui io, ereditando quello di nonno Fortunato), allora avrò vissuto un’esistenza gloriosa.

Ed in eredità il futuro avrà anche me, e mio padre, e mio nonno, ed i miei amici. Oltre al macinacaffè che sgretolò i miei anni in polvere, permettendomi di farne una bevanda amara, sì… ma rara e prelibata.

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