Il mondo delle startup hardware

cosa ho scoperto nella community night di febbraio da StartMiUp

Marina Calcagno Baldini
StartMiUp Stories
3 min readFeb 12, 2016

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Martedì 11 abbiamo ospitato nel coworking di StartMiUp un incontro dedicato alla community di chi in Italia, sviluppa imprese di prodotto hardware. L’incontro è un momento importante di scambio e di confronto, per un mondo che è ancora relativamente frammentato.

Grazie a Jari Ognibeni di Industrio, abbiamo avuto modo di ascoltare il racconto di Stefano Bossi , fondatore di Banale, che ha condiviso con i presenti il percorso che l’ha portato dall’idea al prodotto sul mercato in meno di 8 mesi. Un percorso pieno di scelte da prendere, di errori e in cui hanno imparato davvero tanto.

Io, Jari Ognibeni e Costantino di Wemake introduciamo la serata. Sullo sfondo lo spazzolino di Banale.

Con StartMiUp ci siamo sempre occupati di startup #digital, e conosciamo poco il mondo del prodotto. Per questo, ci sono diversi elementi emersi durante la serata di martedì che mi hanno colpito, eccone alcuni:

1. l’approccio lean non sempre si applica alle startup di prodotto.

Pensiamo a Slack. Un prodotto che è frutto di un processo iterativo, che è partito dallo sviluppo di un video gioco e ha finito per creare un sistema che sta rivoluzionando il modo di lavorare nelle aziende.

Questo percorso è molto raro nelle imprese di prodotto hardware, dove è invece importante pianificare e ponderare attentamente le decisioni. Una volta identificato e realizzato il prototipo del prodotto, si apre la fase della prima produzione e della messa sul mercato. Quanti pezzi produrrò? Pochi per non caricarmi di prodotto in magazzino, o tanti per abbattere i costi di produzione? Scelte scelte scelte, tutt’altro che leggere e che possono determinare l’andamento del progetto.

2. la gamma di prodotti

Per un’azienda che si affaccia al mercato con un nuovo prodotto, è consigliabile avere più di un prodtto da far scegliere al consumatore. I moditivi sono due:

Da un lato è importante dare al consumatore il potere di scelta: decidere tra un prodotto e un altro porta più facilmente a scegliere di acquistare almeno uno dei due prodotti.

gli spazzolini di Banale

Dall’atro è fondamentale nelle vendite “fare scaffale”. Le grandi catene o i negozi prediligono i produttori che offrono una gamma di prodotti che possa abbellire gli scaffali o le vetrine. Da qui la decisione di Banale di creare una vasta gamma di colori per lo stesso prodotto. “Nonostante le complicazioni che questo ci ha comportanto in fase di prodozione del primo lotto di 30.000 pezzi - ha spiegato Stefano - la scela ha pagato in termini di visibilità del brand e di presenza nella catena commerciale”

3. la velocità

Dall’idea al prodotto sul mercato (per Natale) in 8 mesi, è davvero un bel risultato.

Stefano ha raccontato quanto il tempo sia una variabile difficile da prevedere in questo settore: la produzione dei pezzi ha tempi diversi a seconda dei produttori e il tempo finale puo’ risultare molto diverso da quello che si era preventivato.

Inoltre, c’è un cambio di velocità importante nei ritmi di gestione dell’azienda: se quando il prodotto è in fase di ideazione o produzione l’azienda va 30km/h, appena si va sul mercato il ritmo è di 120km/h. Bisogna essere pronti e veloci, per non perdere opportunità.

Mi piacerebbe proseguire con questa lista, e annotare le scoperte su questo mondo così affascinante, importante per l’Italia e il made in italy, e che conosciamo ancora poco. Aiutatemi anche voi!

Per non perderti la prossima community night e il workshop in programma a marzo di Industrio che si terrà qui in Copernico, iscriviti alla newsletter di StartMiUp: http://startmiup.it/newsletter/

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Marina Calcagno Baldini
StartMiUp Stories

Started as coworking and communty builder, I am now working on innovation, and ecosystem development at the Deloitte Italy Innovation Team