Foto di Dennis Ciappara

Da La Valletta (Malta): Stephanie, insegnante di inglese

Martina Bertuzzi
#iorestoacasa #StayAtHome
6 min readMay 2, 2020

--

A Malta non è stato proclamato un vero e proprio lockdown, tuttavia il Governo ha imposto misure restrittive a partire da venerdì 13 marzo. Da allora i negozi sono tutti chiusi, tranne quelli che vendono beni di prima necessità. La polizia fa multe salate a chi circola in gruppi superiori a tre persone. La maggior parte delle persone si sta comportando bene.

Mi chiamo Stephanie, ho 53 anni e sono un’insegnante d’inglese.

Mi sono trasferita a Malta, terra di cui sono originari i miei genitori, dopo aver vissuto a Roma per 26 anni.
A Roma ho lasciato molti affetti tra cui i miei amici, il mio ex-compagno e i miei studenti. La mia famiglia, invece, vive in Inghilterra. Con la pandemia sono cambiate le mie abitudini quotidiane e lavorative, i miei rapporti sociali.
È un momento che fa riflettere sulle cose importanti della vita, sulle persone che contano per te.

Quotidianità e lavoro

Con la scusa che sto continuando a fare lezioni di inglese via Skype, la mattina mi preparo come sempre: i miei studenti meritano di vedermi attiva e al meglio (i capelli sono l’unico problema!). In particolare non ho rinunciato al trucco che è sempre stato un mio piccolo hobby, il rituale mattutino di rilassamento e creatività, mentre ascolto le notizie!

Realizzare le lezioni via Skype è stato meno impegnativo di quanto credessi e ha cambiato in meglio la gestione della mia giornata. Prima correvo a scuola la mattina e giravo da una città all’altra nel pomeriggio, adesso, tra il preparare e scrivere una lezione e l’altra, ho il tempo per cucinare e mettere a posto la casa. Questa nuova modalità di lavoro mi dà più flessibilità e il suo utilizzo prescinde da dove stia vivendo in quel momento. Sono determinata a mantenerla anche al termine di questo orrendo periodo, perché mi potrebbe permettere di lavorare ovunque voglia e di passare più tempo nel Regno Unito o in Italia.

Nella mia giornata un altro cambiamento sono state le passeggiate per compensare la palestra chiusa. Le faccio lungo le mura cittadine più spesso che posso. Vivendo a La Valletta ho la fortuna di avere dei panorami fantastici. Nel tempo che mi rimane, infine, parlo molto con mia sorella, due volte al giorno di solito, e la sera mi addormento guardando Netflix.

Foto di Dennis Ciappara

Luoghi e affetti

Vivere da sola il lockdown mi fa venire nostalgia degli affetti e dei luoghi che frequentavo prima.
Mi manca molto mia sorella, senza la quale non potrei stare. Sono preoccupata per mio padre che ha 86 anni: per fortuna c’è mio fratello che si sta prendendo cura di lui ed è di enorme supporto.
Mi mancano le sere sul divano col mio ex-compagno a Roma. Mi mancano alcune persone che non mi mancavano prima. Mi manca ridere con la gente in strada ed essere amichevole: odio distogliere gli occhi quando incontro qualcuno, anche se adesso sta accadendo e odio fissare chi è troppo vicino come se fosse sporco o qualcos’altro.
Mi manca incontrare i miei amici nei pub di sabato o il potermi ritrovare con un caro amico per goderci una chiacchierata al sole con una bottiglia di vino bianco o prendere un cappuccino al bar.

In questo periodo ho scelto di declinare l’invito di chi, anche se tenendoci a due metri di distanza, mi ha chiesto di trovarci, perché mi sembra troppo difficile mantenere una distanza di sicurezza fra amici. Si aggiungono poi i pensieri su se l’altra persona sia stata in contatto o meno con chi potrebbe non essere stato attento. Sto, quindi, vendendo amici e familiari utilizzando le videochiamate. All’inizio pensavo che sarebbe stata un’ottima soluzione per combattere la solitudine. Non lo è, ma è certamente meglio di niente.

Riscoperte e riflessioni

Questo periodo mi sta dando l’occasione di recuperare persone che avevo perso di vista da tempo e capire quali sono quelle con cui voglio realmente avere rapporti. Un vecchio amico, che di solito mi aiutava molto dal punto di vista professionale, con sorpresa ha continuato a farlo tutt’ora, anche quando mi sento in ansia. Ho scoperto anche di sentirmi molto affezionata ai miei studenti e felice, più di quanto loro immaginino, di vedere le loro facce spuntare sulla finestra di Skype, sono la principale ragione per cui mi alzo dal letto! Tra loro ci sono persone che ricorderò per sempre e avranno un posto molto speciale nel mio cuore.

In questa nuova quotidianità sento tutte le mie emozioni a fior di pelle e in particolare sono molto ansiosa. Sto riflettendo sul trasferirmi nel Regno Unito o sul tornare in Italia, dopo due anni difficili e proprio ora che stavo iniziando ad ambientarmi. Dentro di me so, tuttavia, che non sarebbe la mossa migliore: mi ero ripromessa di non farlo ma ci fantastico ogni giorno, credo sia perché mi sento sola. In fin dei conti penso che non sia importante dove “diavolo” vivi: in tempi di pericolo tutto quello che vuoi è stare a casa con le persone che ami, siano essi la famiglia o gli amici.

Piccole e grandi percezioni

Tengo sempre d’occhio la situazione dell’Italia e del Regno Unito e sono rimasta sconvolta dell’iniziale attitudine lassista inglese e a quanto tempo ci sia voluto per muoversi. Su lungo termine sono preoccupata per come sarà Malta dopo, considerando che si regge sul turismo e sulle scuole d’inglese.

Sono in pensiero anche per l’Italia, nonostante gli italiani siano un popolo di combattenti: penso alle persone che già prima erano economicamente svantaggiate e che staranno peggio, al dolore di massa delle persone che hanno perso qualcuno.

Nell’insieme sono stupita dalla grandissima varietà e diversità di modi in cui le persone stanno vivendo questa situazione. Alcune devono combattere la noia, altre faticano a stento per comprare i beni di prima necessità. È meraviglioso vedere la risposta in solidarietà, il mettersi a disposizione per aiutare gli altri per quel che è possibile, soprattutto gli anziani che sono stati i più colpiti.

Cambiamenti e desideri

Quando tutto questo finirà ci aspetterà uno scenario triste: alcune persone soffriranno di stress post-traumatico, la vita sarà più difficile anche per i giovani, l’inquinamento potrebbe peggiorare per la paura di tornare a usare il trasporto pubblico. Alcune persone potrebbero diventare eremiti, io potrei essere una di loro! Cambierà il nostro modo di lavorare e viaggiare e saranno meno le dimostrazioni pubbliche di affetto fisico.

La prima cosa che farò? Andrò nel mio negozio preferito di trucchi nella strada principale di La Valletta! Poi, quando sarà abbastanza sicuro, andrò a Roma e nel Regno Unito, fermandomi stavolta un mese in ogni posto e non una settimana come facevo di solito.

Musica come supporto

Quando passeggio lungo le mura della città costeggiando il mare, ascolto “la Primavera” di Ludovico Einaudi: è il brano musicale più suggestivo, toccante ed edificante che conosca. In questo momento mi è di grande aiuto nel liberare alcune mie emozioni interiori. Sono sicura che non l’ascolterò dopo che tutto sarà finito, rievocherebbe troppe sensazioni: mi ricorderà questo periodo per sempre.

Foto di Stephanie

--

--