Da Roma (Italia): Michela, archeologa epigrafista greca

Silvia Costantini
#iorestoacasa #StayAtHome
6 min readApr 14, 2020

Tutte le scuole d’Italia sono state chiuse il 5 marzo. Un provvedimento da tempi di guerra, non ci potevamo credere! Fino al giorno prima eravamo in 1000 nel palazzo che ospita i nostri 800 studenti, impegnati in tante attività. Improvvisamente, sipario su tutto.

Michela, archeologa epigrafista greca, attualmente insegna in un liceo romano.

Un mese di lavoro senza sosta: la sfida di creare ex novo una piattaforma per la didattica

Questo primo mese a casa è stato molto diverso da quello che avevo immaginato. Ho lavorato notte e giorno per la scuola, tanto da perdere il conto del tempo. Oltre a tutti gli aspetti logistici della vita scolastica quotidiana, il grande pensiero è stato quello di scegliere come continuare l’attività didattica, ottemperando contemporaneamente, grazie all'aiuto della Segreteria a distanza, a tutte le scadenze e alle incombenze che sono rimaste invariate in questo periodo!
La grande sfida, inoltre, è stata quella di creare ex novo una piattaforma per la didattica che non mettesse a rischio i dati sensibili di professori e studenti e fosse alla portata di tutti i docenti, digitalmente alfabetizzati e non
. Questo anche per scongiurare il pericolo che ognuno agisse autonomamente proponendo lezioni live ai ragazzi attraverso mezzi insicuri, o al contrario semplicemente si assegnassero compiti sul registro elettronico. Ho lavorato come ho potuto, ma in team con un ingegnere fenomenale, Alfonso, e il suo gruppo: “abbiamo” creato una piattaforma ora capace di ospitare, oltre a lezioni audio, video e i compiti svolti, anche lezioni sincroniche assolutamente protette.

Cosa ha comportato tutto questo?
Un mese di lavoro senza sosta, la creazione di una casella di posta alla quale hanno scritto più di mille persone e alla quale hanno lavorato con me le colleghe Mirella ed Angela ed ora anche Matilde, giovane ricercatrice, circa 400 invii di credenziali e assistenza a docenti e ragazzi che non riuscivano ad entrare in piattaforma e lavorare e…una valanga di proteste e nervosismi!
È stata dura lavorare così, e le incertezze sulla scelta ogni notte sono state moltissime. Eppure ora che le cose vanno meglio, che abbiamo creato gruppi di lavoro diversificati tra i docenti per la piattaforma e non solo, e ora che so che i ragazzi nonostante tutti i problemi e le lamentele non sono mai stati lasciati soli, posso dire che se non fossi stata costretta non avrei mai intrapreso un’esperienza così stancante, forte emotivamente e formativa. Si poteva fare meglio, non si potevano evitare alcuni scontri, che pure criticabili per forma sono comunque costruttivi, ma altri sì, ancora c’è molto da fare ma tutto questo servirà tanto, anche in futuro.
Ora anch'io ora ho acquisito un atteggiamento diverso rispetto alle critiche e certamente ho una competenza informatica diversa da prima, così come un modo diverso nella gestione dei rapporti interpersonali. E allora, grazie a tutti coloro che hanno lavorato senza perdersi d’animo, agli amici-colleghi Flavia, Mariano e alla…spietata lungimiranza della Preside.

La vita “a casa”: la riscoperta del tempo, gli amici vicini e lontani

Vorrei ora godermi di più le giornate a casa, almeno per brevi periodi, come questi tre giorni di vacanze pasquali. Vorrei “capire” davvero che sono in casa, anche facendo pulizie! Cercherò di essere più presente anche mentalmente, e poi vorrei continuare a mantenere vivi i contatti con tutta la famiglia sparsa per l’Italia e in Spagna, cosa che ho sempre fatto anche nei momenti di massimo stress lavorativo. Vedere i miei nipoti, poi, è di massimo conforto per me, sebbene attraverso un video.

Inoltre ho ripreso le mie lezioni di lingua turca da Istanbul: non riesco a studiare come vorrei, ma la continuità mi aiuta molto ed è stato piacevole volare tra l’Asia e l’Europa grazie alle video lezioni, e vedere cosa accade laggiù ora. Sentire il muezzin, vedere i gatti di Istanbul dalla finestra della casa della mia giovane insegnante Giulia e il piccolo bicchiere di thè che accompagna ogni ora della giornata è piacevolissimo, anche a chilometri di distanza.

Per ora mi mancano le lunghe passeggiate romane che sono solita fare; per fortuna a casa tutti stanno bene e sento i miei cari ogni giorno, spero di avere il tempo giusto che finora ho avuto poco, da dedicare a loro. Nelle pause che ho avuto, ho riallacciato i rapporti con amici trascurati per la lontananza e per la cronica mancanza di tempo: penso alle mie amiche di Cortina d’Ampezzo, dei Castelli, della provincia di Latina e ad Emanuela nelle Marche. Ho contattato anche persone care più vicine, trovando conforto soprattutto in quelle più grandi di me che hanno avuto esperienze di altri tipi di chiusure e sospensione del lavoro: penso alla guerra in Italia e alle guerre all’estero che loro hanno vissuto. Poter contattare queste persone che nella vita quotidiana precedente ho a tratti trascurato, è stata davvero una grande acquisizione in questo brutto periodo.

Quella certa impunità

Tanta tensione, molta-troppo fretta di voler risolvere tutto e una certa prepotenza, anche in coloro che si ostinano ad uscire senza un vero motivo. All’inizio della mia esperienza informatica e web, mi sono anche resa conto che la lontananza elettronica può favorire una certa impunità, come ho potuto riscontrare dai toni e dal linguaggio. Esagerando un po’ col paragone, mi sono ricordata dell’esperienza di Radio Radicale all'inizio degli anni Ottanta della quale mi ha parlato più volte mia madre. Alla Radio, di notte, lasciavano i microfoni accesi, si poteva telefonare e alle prime richieste di tipo informativo, seguì nel tempo letteralmente di tutto. Potere dei mezzi telematici, della notte e dell’anonimato in quel caso.

Dopo: saremo tutti più uniti e armonici. Spero che la vita rallenti.

Tornerò al lavoro a scuola e dovrò occuparmi degli esami, chissà come e quando li faremo. Ma sarà piacevole tornare a lavorare de visu e saremo tutti più uniti e armonici dopo questa esperienza. Vorrei recuperare anche i lavori creativi che sto facendo fare ai ragazzi in Storia e in Italiano, rivederli con calma senz’altro mi farà scoprire aspetti che ora non vedo. Spero anche che alla fine del tunnel si possa realizzare la bella mostra pittorica/visiva sui paesaggi romani nella letteratura di Cassola che ho proposto in questi giorni: l’arte e la creatività ci aiuterà ad evadere dalle quattro mura della quarantena.

In ogni caso: per prima cosa andrò dai miei genitori, poi farò senz’altro una bella passeggiata.

Spero che la vita rallenti. Eravamo abituati ad andare troppo veloci. Se penso a quello che avrei dovuto fare in questo periodo, mi sembra davvero troppo. E poi spero che ci renderemo conto che non tutto è scontato, neanche andare a fare la spesa o vedere un amico.

#iorestoacasa ma…

Sono fortunata perché per adesso non mi sono sentita isolata, anzi…fin troppo assillata! Rivedere i miei allievi dopo un mese in una lezione live mi ha fatto piacere, ma siccome sono un’inguaribile romantica mi ha fatto altrettanto piacere quando mi hanno scritto commossi per aver ascoltato un mio messaggio audio. L’esserci anche senza immagine suscita certe volte un sentimento più forte della presenza, soprattutto la voce è così evocativa della persona.

Il mio consiglio? Scrivete ai cari, parlate con loro, sentite musica la sera e se avete una bella rampa di scale nel palazzonon esiste modo migliore per “scaricare” la tensione e la cena facendo su è giù!

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