“Un odore nel cuore”: fuga dal lockdown per sentieri narrativi
In questi tempi di chiusura così stranianti, sospesi in una dimensione quasi atemporale, diventa per tutti molto difficile darsi un impegno quotidiano e trasmetterne l’importanza. Motivare persone è impresa ardua, ma stimolare i ragazzi allo studio a distanza è addirittura una scommessa che difficilmente avremmo potuto immaginare.
Eppure è proprio questa la strada che la scuola ha intrapreso per non perdere in un vuoto i suoi giovani utenti. Impresa ardua, si è detto, ma possibile con molta fatica e con l’aiuto dei “grandi” del passato, specie se si ha la fortuna di insegnare letteratura. Studiare al chiuso e allo stesso tempo evadere è possibile: scrivere, si sa, è una perfetta via di fuga, è il leopardiano fingersi col pensiero in un’altra dimensione senza bisogno di alcun mezzo multimediale.
Così grazie alla lettura di “Novembre” del più moderno dei nostri autori classici, Giovanni Pascoli, i ragazzi della classe 2 E del Liceo Classico Pilo Albertelli di Roma sono fuggiti dal lockdown di fine marzo disperdendosi in diversi sentieri narrativi. Ed io ne ho approfittato per riscoprire con loro mari, monti, campagne e città respirandone “l’aria che gemma” e “quell’odorino amaro” che è dolce nei loro giovani cuori.
Ecco i 25 brevi racconti divisi in paesaggi (clicca sull’immagine per accedere direttamente alla sezione dedicata):
Novembre
Gemmea l’aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore…Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. È l’estate,
fredda, dei morti.
(Giovanni Pascoli)