Manuela Pacella
3 min readJul 1, 2015

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Adam Avikainen. CSI:DNR

di Alessio Iannone

ADAM AVIKAINEN, CSI:DNR, 2014. Mint, honey, acrylic on canvas. 500 x 210 cm each canvas, installation view at Monitor, Rome

CSI:DNR: no, non è la solita serie tv americana che siamo abituati ad associare a questa sigla, anche se un chiaro riferimento concettuale c’è; si tratta, invece, della terza mostra personale di Adam Avikainen alla Galleria Monitor di Roma dove propone, dopo un intenso periodo lavorativo in Giappone, opere esclusivamente dedicate alla pittura.

Nato a Shakopee in Minnesota nel 1978, Avikanien ha studiato Teoria del cinema e Scrittura creativa alla University of Southern California; all’Università del Minnesota si è, invece, indirizzato verso lo studio di videoarte e poi, una volta trasferito ad Helsinki, frequenta il corso Tempo & Spazio d’arte.

Da sempre l’artista è stato attratto dall’aspetto narrativo dell’opera d’arte: come uno storyteller, partendo da spunti essenzialmente autobiografici, unisce ed elabora favole e leggende, realizzandone, attraverso l’uso di vari linguaggi (disegno e pittura, scultura, installazione, video e testi), la rappresentazione scenica. Le sue opere strutturano una narrazione articolata ed eterogenea. La parola chiave per capire il suo lavoro è, infatti, «storyboard»: è così che Avikainen definisce le sue installazioni composte da diversi materiali combinati con i suoi scritti. Il suo modo di operare è racchiuso in questa breve citazione:

“Racconto storie che predicano la virtù di essere sicuri nella transitorietà. Queste farse fratturano i modelli di interpretazione tradizionali mostrando i difetti della sublimazione che distanzia me stesso dalle banalità torcibudella del perfezionismo che alcuni si sforzano di raggiungere”.

L’uomo è un narratore di storie per eccellenza, la narrazione gli piace. In ogni èra e in ogni luogo, l’uomo ha sempre trovato un modo per raccontare eventi, tragedie, gioie e dolori. Prima queste storie erano orali; racconti che mutavano da giullare a giullare, aggiungendo o sottraendo ciò che per loro era ininfluente. Poi le storie divennero scritte, disegnate, scolpite. L’uomo ha sempre sentito l’urgenza di narrare. Gli è sempre appartenuta in maniera naturale.

In questa mostra, fruibile sino al 12 luglio, l’artista statunitense propone un’installazione site specific fatta di grandi tele dipinte e di un intervento con proiezioni fotografiche. CSI:DNR, abbreviazione di Crime Scene Invenstigation: Dipartimento delle Risorse Naturali, è un progetto che ha già avuto una precedente tappa all’Haus der Kulturen der Welt di Berlino. Come un investigatore o un detective forense, l’artista indaga l’intervento delle scienze naturali nel nostro presente. La natura stessa diventa una scena del crimine.

In una sala dieci grandi tele sono sospese in un impianto modulare e verticale, con un pezzo accanto all’altro fino al pavimento, dove l’abbondanza di materiale invita il pubblico a camminare. I colori in questi lavori sono pigmenti magnetici naturali e mescolati con miele e menta, suscitando i sensi dell’olfatto e del gusto. In questo caso la natura è la tela, che viene sottoposta a una varietà di processi di stratificazione.

Nella seconda sala è l’opera site specific, 333 immagini fotografiche e un numero uguale di testi che possono essere consultati. Il numero 333 è il suo numero fortunato e fa riferimento al momento in cui da bambino assunse consapevolezza del tempo. Nel corso di questa mostra, l’artista invita lo spettatore ad accompagnarlo in un lungo viaggio in cui i dati scientifici e fittizi coesistono. Avikainen è un viaggiatore di margini, mette alla prova i propri limiti, si trasforma in un indovino o un investigatore forense. È questa poetica anarchica e immaginaria che fa di lui uno degli artisti più complessi e affascinanti di oggi.

Monitor — Via Sforza Cesarini 43a

www.monitoronline.org

19 maggio > 10 luglio 2015

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