Manuela Pacella
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3 min readMar 15, 2015

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Kasper Bosmans c/o Raffaella Crispino — an alternate correspondence

di Marta Zandri

RAFFAELLA CRISPINO, Samia, 2015. Installation with wood, fabric, feathers, rubber, ropes, polystyrene. 300 x 170 cm. Galleria 1/9, Rome.

Presso la galleria 1/9unosunove il 20 febbraio 2015 è stata inaugurata la mostra Kasper Bosmans c/o Raffaella Crispino — an alternate correspondence, quarto appuntamento del ciclo curato da Marianne Derrien. Per l’occasione Bosmans (Lommel, 1990) e Crispino (Napoli, 1979) hanno collaborato alla realizzazione dell’installazione principale della mostra, l’opera Fountain. Si tratta di una costruzione di tubi che tenta di emulare il principio del moto perpetuo, per cui l’acqua al suo interno scorre incessantemente, eppure per farlo necessita dell’energia di una pompa: è, la loro, una riflessione su come il tentativo di uscire dagli schemi della misura temporale risulti infine utopico. Ma la collaborazione dei due artisti si rivela soprattutto nella fitta rete di richiami che pone le opere, realizzate specificamente per la mostra, in stretto contatto fra loro.

Untitled (time zones) — un patchwork di organza rappresentante il planisfero dei fusi orari — occupa gran parte dello spazio della prima sala. Raffaella Crispino ha personalmente cucito insieme i lembi della grande tenda, ognuno rappresentazione simbolica di un diverso fuso orario; nel farlo ha volutamente lasciato che il tessuto si sfilacciasse, così da evidenziare l’impossibilità di conferire al confine politico ed economico un valore fisico altrettanto netto e definito. Tempo e spazio sono evidentemente tra i temi che più ispirano i due artisti nelle realizzazioni per questa quarta e ultima fase del progetto della Derrien; così Pearls and Waves del giovane Kasper Bosmans è il prodotto stesso di un viaggio nel tempo e nello spazio. L’opera di tessuto, dal motivo apparentemente semplice e geometrico, è in realtà ispirata al motivo cintamani, decorazione di origine indu-buddista a onde di perle, appunto. Le antiche origini conferivano a questo tipo di decorazione degli influssi benefici; nell’attraversare i secoli essa acquistò poi valore, come simbolo di lusso e potere. Le linee guida per una tale lettura vengono fornite dalla serie di cinque gouache in legno, intitolata Legend: essa trae la sua ragion d’essere dal desiderio dell’artista di interessarsi alle leggende e ai rituali etnografici della propria e delle altre culture, ma soprattutto dalla necessità di produrre una legenda in grado di fornire le basi per la comprensione dei contenuti e dei processi di realizzazione delle sue opere.

Ma le corrispondenze interne alla mostra sembrano ricondurci nuovamente ad Untitled (time zones), nella relazione che intercorre tra essa ed un’opera della seconda sala. L’installazione Samia della Crispino si ispira alla giovane atleta Samia Yusuf Omar che nel 2012 perse la vita nel naufragio di un’imbarcazione clandestina al largo della Sicilia, nel tentativo di raggiungere le Olimpiadi di Londra. L’opera, che vorrebbe apparentemente trasmetterci tutta l’allegria di un carretto siciliano, ad una lettura più approfondita si rivela carica di tragicità: nell’incrocio delle aste di legno dipinte con i colori della bandiera italiana non è difficile scorgere le sbarre di una prigione, come nelle piccole sculture in polistirolo lo scherno e la banalizzazione delle maschere africane — mistificazione riproposta nell’uso di piume di plastica per la decorazione. L’identità africana dell’atleta è invece forte nell’esplosione di colore di due tessuti che compongono l’installazione; mentre un terzo tessuto, una toile de Jouy, veicola una polemica più esplicita: nell’intervento dell’artista che colora di nero le figure del tema Les Plaisirs de la campagne è possibile notare la critica, ed insieme l’omaggio, ad un sogno di libertà trasformatosi in dramma.

E, se la parola chiave della mostra è proprio “corrispondenze”, è possibile incontrare ancora il dialogare dei due artisti nei video O mio babbino caro, Maria Callas e Quand on s’aime. Nel primo Bosmans ricompone scene di esibizioni dal vivo dell’opera di Puccini, mostrando come a distanza di anni i gesti siano gli stessi; similmente la Crispino mette in scena Michel Legrand e Nana Mouskouri mentre cantano, ancora a distanza di anni, la stessa canzone.

1/9 unosunove — Via degli Specchi 20

www.unosunove.com

20 febbraio > 11 aprile 2015

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