Manuela Pacella
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3 min readMar 16, 2015

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Peter Linde Busk, Gentlemen

di Alessandra Arancio

PETER LINDE BUSK, Gentlemen, 2015. Installation view at Monitor, Rome.

Peter Linde Busk è un artista danese del 1973 che vive e lavora a Berlino ed è ospite nuovamente della galleria Monitor, dopo avervi esposto per la prima volta nel 2012 con una mostra personale.

Il titolo, Gentlemen, suona come un invito e un voler attirare l’attenzione di una particolare categoria di persone caratterizzata da un certo modo di fare e di intendere: qualcuno che si presenti un po’ troppo formale e che mantenga coperte le sensazioni più compromettenti.

L’esposizione comprende lavori di diverso genere che mettono lo spettatore nell’ideale prospettiva di contemplare segni e disegni antichi, sofferti, pieni di racconti e di riferimenti. L’artista utilizza e sperimenta su materiali diversi le tecniche di incisione, in particolare della litografia, dell’acquaforte e della xilografia, capaci di dar vita al meglio al tratto espressionista che abbozza le sue figure e i suoi ritratti stranianti e medievaleggianti come opposizione a forze prevalentemente interiori.

Nei dipinti in mostra, i soggetti ritratti sono coppie di personaggi misti, di genere maschile e femminile, mischiati tra loro in unioni innaturali e tendenzialmente surrealiste. I quadri, prevalentemente di grande dimensione, si completano con l’aggiunta del titolo che a ciascuno è attribuito, che non suona come descrizione, né precisamente come chiave di lettura, bensì come spinta a liberare il proprio approccio mentale e sentimentale verso l’opera che si ha davanti.

L’incontro che si crea sulla superficie della tela permette allo sguardo di addentrarsi dentro la materia, scoprendo nuovi collegamenti, nuovi attributi formali e nuovi punti focali; come se l’artista volesse scandagliare e far emergere alcune delle caratteristiche più profonde dell’animo umano, di solito mascherate dall’ipocrisia della società borghese, appunto il Gentleman.

L’approccio di Peter Linde Busk è piuttosto brutale, nel senso che non risalta la volontà di rappresentare le figure naturalisticamente per attribuire un nuovo significato a ciò che è visivamente familiare, quanto piuttosto caratterizzare il segno gestuale nella sua intensità, non solamente in pittura, ma anche nelle sculture in ceramica cotta e smaltata esposte e nelle quali vedere il risultato del processo di realizzazione è imprescindibile per la comprensione stessa del lavoro.

Di quest’ultimo genere sono esposte all’interno della galleria tre sculture a tutto tondo che danno l’impressione che la forma continui a germinare sotto la patina bianca che le racchiude e le isola dallo spazio in cui sono poste. A sottolinearne maggiormente l’organicità, queste sculture sono disposte su piedistalli particolari che consistono in banchi da macellaio, riadattati all’uso attraverso l’isolamento della funzione propria di attrezzo, sollevandoli dal pavimento su spessori che diventano perciò “piedistallo del piedistallo” su cui tutta l’opera si sostiene. I basamenti, in questo modo, sono importanti non solo perché compiono il loro scopo, ma anche perché caratterizzano figurativamente la scultura che mantengono.

Peter Linde Busk è presentato alla Monitor Gallery secondo la linea di Un‘idea di pittura [1] proposta dalla galleria nel 2014, sia nella sede romana che in quella oltreoceano a New York. La scelta di seguire la pittura nelle sue declinazioni permette di concentrare il ragionamento su qualcosa di specifico che potrebbe essere utile a sollevare una questione profonda sulla direzione delle arti visuali contemporaneamente.

Ritornare a guardare la pittura come tecnica e stupirsi della disciplina necessaria a raffigurare un’idea attraverso materiali basilari nelle arti figurative, fa in modo di conquistarsi un posto sempre riconoscibile nella mente degli spettatori; attraverso la dimostrazione che un segno, per quanto poco riconoscibile possa mai essere, si dimostra sempre come una scelta specifica dell’autore secondo un linguaggio complesso di studio entro regole e confini, in cui non può mancare competenza, riflessione e impegno.

Monitor — Via Sforza Cesarini 43

www.monitoronline.org

14 febbraio > 21 marzo 2015

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