Guida alla DeFi: Introduzione

0xstepit
10 min readNov 4, 2021

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Introduzione

In questa nuova serie di guide andremo ad approfondire uno dei sistemi che più di tutti ha fatto parlare della blockchain nell’ultimo anno, la DeFi. Con questo termine ci si riferisce a quei sistemi di finanza decentralizzata peer-to-peer che mirano ad eliminare gli intermediari e ad automatizzare i sistemi finanziari odierni.

Decentralizzata? Peer-to-peer? Cosa si intende? Con questi due termini si sta ad indicare che è un sistema che non fa affidamento a un ente centrale, tipo una banca, ma fa utilizzo di una community di individui che permettono lo scambio da pari a pari. Attraverso l’utilizzo di una rete fatta di computer che costruiscono e custodiscono la blockchain, e degli smart contract, è possibile rendere la finanza uno strumento aperto.

Penso che sia importante sottolineare che non mi sto riferendo alla speculazione o al guadagnare moneta fiat attraverso l’investimento delle cripto, ma a una delle attuali applicazioni più rivoluzionarie della blockchain.

Finanza tradizionale

Prima di parlare di questo topic dobbiamo però capire cosa si intende col termine finanza. Con finanza ci si riferisce all’insieme dei processi che riguardano la creazione, gestione e investimento di denaro e prodotti finanziari. I mercati finanziari sono invece quei luoghi che permettono lo scambio di questi prodotti.

Nella finanza tradizionale abbiamo delle istituzioni centralizzate che offrono i servizi finanziari. Essendo centralizzate queste hanno la possibilità di censurare l’accesso a determinati servizi e/o di bloccare determinati account. Avendo queste istituzioni la custodia dei nostri fondi hanno anche il compito di operare da intermediari durante le transazioni monetarie, l’acquisto di azioni o le richieste di prestiti. Il fatto di aver dato in custodia i nostri fondi a un ente, implica che vi sia una qualsivoglia forma di fiducia nei suoi confronti, poiché non si affiderebbero mai i propri risparmi a qualcuno di cui non ci si fida. Giusto?

Nel leggere questo spero vi tornino in mente avvenimenti come quello di Wall Street del 1987, o del 2008..

Vediamo di sintetizzare le problematiche legate ai sistemi finanziari tradizionali:

  • Mancanza di trasparenza: non è sempre chiaro come vengano gestiti i fondi depositati in una banca, e a un livello ancora più alto, le logiche che portano alla stampa di moneta. Questo ultimo fattore è ciò che provoca il costante aumento dell’ inflazione e perdita del potere di acquisto del singolo individuo.
  • Censura: una banca può rifiutarsi di accettare un utente, di fornirgli una carta di credito o un prestito e di limitare l’acquisto di determinati strumenti.
  • Efficienza: molto spesso il solo depositare dei soldi in una banca prevede dei costi, così come alcuni tipi di transazioni. Inoltre, lo scambio di denaro non è un cambio di stato istantaneo ma richiede dei giorni affinché venga effettuato.
  • Single point of failure.

Le cose cambiano

Nel 2008 è stato rilasciato un paper da una persona attualmente anonima se non sotto lo pseudonimo Satoshi Nakamoto. Era un solo individuo? Questo articolo ha definito le basi per le blockchain pubbliche, anche note come portafogli distribuiti, e con questo ha innescato una vera e propria rivoluzione tecnologica.

Questo sistema è rimasto per molti anni nell’ombra, ma nonostante ciò, moltissime menti brillanti hanno lavorato per costruire l’infrastruttura necessaria per l’applicazione della blockchain al supporto del mondo intero. Di particolare importanza, fra queste, vi è Vitalik Buterin, il quale all’età di soli 20 ha portato alla nascita di Ethereum. Questo nuovo protocollo ha segnato l’inizio delle blockchain 2.0.

L’innovazione che Ethereum ha introdotto nel sistema è stato uno strumento che ha preso il nome di smart contract. Questi contratti digitali sono dei codici che permettono di automatizzare i rapporti fra le persone in un sistema peer-to-peer, permettendo così di creare un legame fra i vari partecipanti alla rete molto più complesso e articolato di quello che Bitcoin poteva offrire.

Perché si chiamano smart contract? Questa è una parola composta da smart, poiché sono dei codici che permettono di automatizzare delle logiche anche molto complicate, e contract, poiché per poter interagire con essi bisogna firmare una transazione con la propria chiave privata, esattamente come un contratto. Una volta firmato uno smart contract non è possibile venire a meno alle logiche che in esso sono implementate.

Senza ricadere troppo nel superficiale possiamo dire che:

  • Bitcoin: è quella blockchain che ha permesso di avere una gestione autonoma dei propri fondi.
  • Ethereum: è quella blockchain che, oltre alla gestione autonoma dei propri fondi, ha introdotto la possibilità di implementare logiche complicate attraverso la programmazione. Queste, hanno permesso di portare nuovi sistemi finanziari sulla blockchain.

Gli smart contract sono la spina dorsale di tutto il sistema DeFi.

Finanza decentralizzata

La finanza decentralizzata è un nuovo tipo di infrastruttura finanziaria che è aperta, permissionless, trasparente e non richiede l’intermediazione di un’autorità centrale. Vediamo più nel dettaglio le sue proprietà:

  • Aperta: i codici che regolano gli scambi finanziari sono open source e consultabili da chiunque (nonostante non siano così facili da capire).
  • Permissionless: non vi è nessuna censura e chiunque può partecipare.
  • Trasparente: tutte le operazioni effettuate su blockchain sono visibili a tutti e immutabili.
  • Peer-to-peer: lo scambio dei prodotti finanziari avviene direttamente fra i soggetti in gioco senza l’intermediazione di un terzo (che si prende una commissione).

Possiamo individuare 3 livelli di decentralizzazione:

  1. Custodia dei fondi: gli asset finanziari sono controllati da una ente/società tipo un exchange?
  2. Controllo delle transazioni: qualcuno può censurare le transazioni?
  3. Controllo del protocollo: qualcuno può censurare l’utilizzo del protocollo?

Se la risposta a tutte e 3 le domande è no allora possiamo parlare di un sistema di finanza decentralizzata. Questi tipi di sistemi permettono di aumentare l’efficienza dei servizi finanziari attraverso l’uso dell’automazione, creando una community che lavora sugli stessi progetti e permettendo uno sviluppo e una prototipazione molto rapida.

Uno degli aspetti più interessanti dei protocolli DeFi, derivante dall’uso degli smart contract, è la loro componibilità: un protocollo può essere costruito sulla base di un altro, il quale è costruito sulla base di un altro protocollo ancora e così via. Questa proprietà permette di creare una varietà davvero vasta di strumenti e servizi. Giusto per farvi un esempio potete prendere Anchor, il quale offre un servizio di ritorno stabile da deposito, e Mars, che sfruttando la base di Anchor estende il concetto di prestito a un livello più complesso.

Infrastruttura della DeFi

Nella figura sotto potete vedere una rappresentazione degli elementi necessari e che compongono i sistemi di finanza decentralizzata.

Analizziamo ogni mattoncino nel dettaglio:

  • Protocllo blockchain e asset nativo: alla base della struttura abbiamo le fondamenta che garantiscono la sicurezza dell’intero ecosistema. Queste sono composte da un protocollo che permette di utilizzare gli smart contract e il token nativo. Questo token, o meglio questa criptovaluta, può avere diversi utilizzi. Nel caso di Bitcoin, BTC è lo strumento che stimola la messa in sicurezza della rete, nel caso di Terra, TerraSDR porta le stablecoin a livello nativo del protocollo. In generale comunque, la criptovaluta nativa è quella che viene utilizzata per pagare le transazioni.
  • Protocolli non nativi: sono tutte le applicazioni decentralizzate costruite attraverso gli smart contract che fanno utilizzo degli asset e del sistema di sicurezza sottostante per offrire i servizi agli utenti. Fra questi troviamo lo strumento principale che sono gli exchange (DEX), i quali permettono agli utenti che vogliono vendere di incontrare gli utenti che vogliono acquistare. Altri servizi necessari sono quelli di deposito e richiesta di prestito e di emissione di prodotti derivati come le azioni tokenizzate.
  • Aggregatori: on top ai protocolli non nativi abbiamo altri sistemi che permettono di ottimizzare i rendimenti e semplificano la vita degli utenti. Questi generalmente permettono di rispondere a domande come: quale DEX mi conviene usare per acquistare il token X? Come faccio a ottimizzare il ritorno dall’investimento Y? Questo tipo di protocolli aggrega le funzionalità di quelli presenti nel layer precedente permettendo la gestione di diversi servizi in un unico punto.
  • Web app: la presenza di applicazioni web che permettono all’utente di utilizzare i protocolli sottostanti è necessaria per far si che i sistemi DeFi possano raggiungere l’adozione di massa. Queste permettono ad utenti non programmatori di interagire con gli smart contract senza dover quindi scrivere codice proprio.

Il concetto importante che bisogna comprendere è che tutti i protocolli che abbiamo appena citato non sono altro che un insieme di codici, accessibili a tutti, e che implementano delle logiche ben precise. Queste logiche sono fondate su modelli matematici e crittografici per garantire sicurezza, efficienza e privacy. Per poter usufruire dei servizi di una particolare blockchain quello che viene fatto è affidare i propri fondi a questi smart contract che eseguono particolari operazioni a seconda del servizio offerto. Non esiste un possessore degli smart contract poiché sono decentralizzati, e quindi non esiste una persona di cui dobbiamo fidarci. Bisogna solo riporre la fiducia nelle logiche ben visibili implementate nei contratti che si vanno ad utilizzare.

Esempi di applicazioni

Penso che siamo arrivati ormai a un punto di non ritorno, in cui l’utilizzo degli strumenti di finanza decentralizzata è diventato di uso comune per tutte le persone che ne hanno fatto esperienza. Attualmente il capitale all’interno delle blockchain nei sistemi DeFi, o TVL (total value locked), si aggira intorno a 254 miliardi. Questo valore è in continuo aumento ormai da più di un anno e chissà a che numeri potrà arrivare quando anche le banche integreranno questi servizi dietro le quinte.

Non voglio dilungarmi troppo ma vorrei darvi qualche esempio di applicazione che possiamo trovare in questo tipo di sistema, così, giusto per incuriosirvi. 😈

AMM: questo tipo di protocolli permettono lo scambio di asset. Degli utenti mettono a disposizione della liquidità e altri possono utilizzarla per effettuare degli swap. Ogni swap richiederà il pagamento di una piccola fee che andrà nelle tasche di chi ha messo a disposizione le proprie monete per creare il mercato.

Fee: commissione da pagare.

Swap: scambio del token A col token B.

Asset sintetici: attraverso la tokenizzazione è possibile portare sulla blockchain strumenti sintetici di quelli reali. Alcuni esempi possono essere le azioni come Google o Netflix, oppure indici che replicano un certo strumento.

Prestiti: attualmente i protocolli per richiedere un prestito sono fra i più utilizzati all’interno del mondo della DeFi. Questi permettono di richiedere prestiti a seguito del deposito di un collaterale.

Collaterale: quantità da depositare e vincolare in uno smart contract al fine di ottenere un prestito.

Assicurazioni: sono sistemi che permettono a un utente di assicurarsi rispetto ad eventi negativi come il depeg di una stablecoin o bug all’interno di un certo smart contract.

Stablecoin: moneta con valore in rapporto 1:1 con quella di una FIAT.

Depeg: avviene quando una stablecoin non vale più in rapporto 1:1 con la FIAT a cui dovrebbe essere ancorata.

Da grandi poteri derivano grandi rischi

Abbiamo quasi concluso questo viaggio introduttivo nel mondo della DeFi, ma non sarebbe corretto non citare anche i possibili problemi e rischi che un utente può correre. Non approfondiremo troppo questo argomento poiché sarà il tema di un articolo più completo in cui approfondiremo tutti i vari attacchi che un exchange o un utente può subire ma è giusto informarvi di alcuni dettagli.

Essendo la DeFi basata su l’esecuzione di smart contract, e quindi di codici, vi è sempre la possibilità di un bug all’interno di questi. Nonostante vi possano essere audit dei protocolli e sistemi di assicurazione è sempre bene considerarlo però. Inoltre, questo problema è amplificato quando un protocollo fa uso della componibilità con altri protocolli poiché è molto più complicato essere in grado di valutare la sicurezza in questi casi.

In ultimo, bisogna considerare quando si usa un sistema che richiede l’introduzione di dati esterni alla blockchain, anche detti off-chain. In questi caso vi è il rischio di introduzione di dati non veritieri o la centralizzazione delle fonti. Le fonti di questi dati sono chiamati oracoli.

Conclusione

Dopo aver letto questo articolo possiamo dire di aver una chiara idea di cosa si intende con finanza decentralizzata. Abbiamo visto i suoi vantaggi rispetto alla finanza classica ma anche i rischi che si corrono nel suo utilizzo. Lo sviluppo di questi strumenti è solo all’inizio e sarà quindi molto interessante vedere dove porteranno. Protocolli di lending, swap di cripto o di azioni, assicurazioni e molto altro, tutto questo verrà trattato e approfondito con le prossime guide.

Come sempre vi ringrazio di essere arrivati fino in fondo, se vi è piaciuto qualcosa in particolare o se volete avere informazioni aggiuntive su uno dei temi trattati fatemelo sapere con un commento 😁 e non dimenticate di lasciare un 👏

A presto.

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