Angel Island, il Signore delle Mosche, e Trump…

Luca Pozzi
Stile Libero
Published in
5 min readOct 12, 2020

Sono le 4:45am del 10 Ottobre 2020, parte la sveglia.. rotolo giù dal letto e brancolo verso la cucina. Metto su l’acqua nel bollitore e zappo due fette di pizza nel microonde. Non é una mattina come le altre, oggi si nuota!

L’obiettivo é l’andata e ritorno dalla famigerata Angel Island: partenza da Aquatic Park, si nuota verso Nord, si passa per Alcatraz e si raggiunge Angel Island, poi attorno all’isola e ritorno: 10 miglia nella Baia di San Francisco (13.8C–14C in questa stagione) attraversando (due volte) due rotte molto trafficate (le corsie dell’”autostrada” marittima che porta dalla Cina a Oakland) da enormi porta container e da barche commerciali e non. Il tutto danzando con le correnti e le maree che spingono e tirano perpendicolari al percorso e che possono facilmente trascinare il nuotatore fuori pista.

Oltre ad essere una sfida nota, difficile, e una delle nuotate che non possono mancare nel carniere di un Ultra-Maratoneta dal nuoto (almeno qua in America), ho un altro movente: la Vendetta!

Nel 2017 tentai la stessa impresa, ma brutte correnti, vento, scarsa coordinazione, e una porta container sancirono l’insuccesso.

A pilotare questa impresa sono Sylvia e Bryan di Pacific Open Water Co.: i migliori piloti, nella Baia o sul Lago di Tahoe.

L’osservatore é Mike Tschantz-Hahn, con il suo humor e la sua calma allegra.

Al mio fianco Lauren Lesyna, mia Amica e compagna di allenamenti e di traversate, anche lei in cerca di una impresa per rimpiazzare la Manica, che avevamo pianificato per il 2020 ma che il COVID-19 ci ha negato (per il momento).

Ma ritorniamo alla storia!

Tempo di riempire le borracce e di trangugiare la pizza e Lauren mi viene a prendere e arriviamo al molo dove sono ormeggiati i potenti mezzi di Pacific Open Water Co.

Ci portano attraverso la Baia fino alla solita spiaggia di Aquatic Park. Ci copriamo di Zinco e di Vaselina (per evitare di piagarci col sale e lo sfregamento), occhialini sulla faccia e ci tuffiamo! Nuotiamo verso la spiaggia del Dolphin Club, che prima del COVID-19 era la nostra seconda casa, e usciamo dall’acqua. Sylvia ci da il conto alla rovescia, e, alla luce verde, iniziamo a nuotare!

Usciamo dai muri frangionde della Cove e nuotiamo nella luce dell’alba.

Nei primi 30' siamo ad Alcatraz, il primo feed é sotto i bastioni della prigione.

E qui arriva il primo intermezzo comico di questa storia: passando vicino all’isola un nugolo di mosche attacca la barca e la segue per tutto il resto della traversata, nonostante i tentativi di Bryan di seminarle sprintando in cerchio, o quelli di Mike di scacciarle a colpi di asciugamano. Per tutta la traversata questi buffi tentativi ci hanno tenuto su il morale, e ricordato dell’altra mosca portata alla ribalta dal dibattito vice-presidenziale di pochi giorni prima.

Proseguiamo verso Angel Island, e in un’oretta siamo sotto costa, nuotiamo nell’acqua tranquilla, ci godiamo la vista eccezionale e le enormi navi che vanno e vengono e che abbiamo, almeno per il momento, sapientemente evitato.

Giriamo attorno all’isola, passando davanti alla cittadina di Tiburon (che nonostante il nome non é infestata da squali..) da dove i miei Amici John e Jason mi seguono con il binocolo e il tricolore!

Il braccio di mare tra Angel Island e Tiburon é il Famigerato Stretto dei Procioni (Raccoon Strait) dove molti rimangono intrappolati nella corrente.

Per fortuna i nostri piloti sanno il fatto loro, e Lauren e io passiamo senza problemi, accompagnati da qualche foca incuriosita (mentre sulla barca continuano a scacciare le mosche…).

Finalmente giriamo l’angolo e vediamo Alcatraz dritto davanti a noi!

…e qui il gioco si fa duro…

Girato l’angolo il nostro passo crolla. Alcatraz sembra a portata di mano, ma bracciata dopo bracciata rimane elusiva…

Nel frattempo due porta container passano (per fortuna distanti) e la baia si riempie di velisti della Domenica e, orrore, di barche con la bandiera di Trump… per fortuna Bryan tiene a bada il branco e poco per volta arriviamo ad Alcatraz.

Qua inizia l’ultima spinta, sappiamo che da Alcatraz siamo vicinissimi a riva e ormai é fatta, quindi con rinnovate energie entriamo in Aquatic Park

Saliamo sulla spiaggia, manchiamo un “high five” che ci avrebbe squalificati (ogni tanto essere scoordinati aiuta) e alziamo le braccia: Vittoria!

Tornati alla barca cerchiamo di indovinare il tempo, e scopriamo di averci messo un’ora in meno di quanto credevamo!

Merito della rotta perfetta e di un grande Team!

Guardando indietro sono molto soddisfatto dell’impresa e di come Lauren e io siamo riusciti a stare al passo e a finire con un tempo abbastanza buono.

Il 2020 é stato un anno di magra e riuscire a finire una maratona nonostante tutto é una bella soddisfazione.

Questa nuotata é anche un’ottima base per la prossima (difficile) stagione: in pratica ci siamo imbarcati in questa impresa senza particolare allenamento, in parte a causa della pandemia, ma principalmente a causa dei fuochi che hanno devastato la California. I risultati sono stati ottenuti con il minimo sindacale di forma fisica e sono un ottimo dato per capire di cosa siamo capaci dal punto di vista fisico e mentale. Un sacco dell’allenamento e dell’esperienza degli scorsi 4 anni é sempre lì e non se ne va facilmente. Certo, oggi le braccia sono un po’ indolenzite, ma tutto sommato potremmo rifarla oggi!

Restate sintonizzati e condividete.

Ciao.

[English Version]

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