Lost in Translation

Luca Pozzi
Stile Libero
Published in
9 min readMar 8, 2021

É il cuore della notte del 28 Agosto 2019, e mio papà é al volante di un furgoncino squadrato (con guida a destra) che si inerpica nel buio pesto sui tornanti di una strada di montagna nell’estremo Nord dell’Isola di Honshu in Giappone. Passeggeri del furgoncino mia mamma, mia moglie Kris, ed io. Sulla strada ci fermiamo per fare sfollare una famiglia di macachi che si godeva un pisolino…

Sorge spontanea la domanda: che ci fate lì nel mezzo di niente, nel pieno della notte, dall’altra parte del mondo?

Per capire come siamo arrivati qui bisogna tornare a circa un anno prima, verso i primi di Settembre 2018, prima della mia traversata da Anacapa (ve la racconto un’altra volta ;) ). Un’ultima nuotata lunga (circa 4 ore) di rifinimento con i Grandi: Steve e Cam, appena tornato dal Giappone dove aveva conquistato lo stretto di Tsugaru. Questo é un braccio di mare tra l’isola principale (Honshu) e quella più a Nord (Hokkaido) in Giappone. Un luogo esotico e distante, culturalmente e geograficamente, e una traversata difficile, per motivi che vi spiegherò tra poco. Siccome ai tempi non avevo ancora nulla di prenotato prima della Manica nel 2020 (e chi si immaginava la pandemia?) mi sono informato, mentre tornavamo dal Golden Gate al Dolphin Club. L’idea mi piaceva: Tsugaru é uno degli Ocean 7, e il Giappone sarebbe stata una bella destinazione anche per mia moglie Kris e i miei genitori, soprattutto l’anno prima di andare a passarsi l’estate a Dover (notoriamente non la destinazione più sospirata d’Europa…). Nonostante le difficoltà degli anni passati, Cam aveva avuto una buona esperienza (anche se era il suo terzo tentativo…), così gli chiesi il contatto in Giappone. Nel frattempo una chiacchierata col mio Idolo Ryan (appena tornato dal Canale del Nord e dopo avere conquistato lo Tsugaru ad inizio stagione) ha solidificato la mia ispirazione. I consigli di Ryan sono sempre una guida, ed é un grande mentore ed Amico, oltre che un Atleta di Primo Livello.

In questo post racconterò del mio allenamento e della logistica della traversata.

L’Obiettivo

Lo Stretto di Tsugaru in Giappone é un braccio di mare di 30 km (18 miglia circa), tra le isole di Honshu e di Hokkaido, tra il mare del Giappone e il Pacifico. Meno di 40 persone sono riuscite ad attraversarlo dal 2005 al 2018 ed é uno degli “Ocean Seven”, l’equivalente dei sette picchi per gli scalatori, i sette canali più difficili. Le sfide dello Tsugaru includono una corrente molto forte e unidirezionale e venti forti. Il Canale della Manica ha anche correnti molto forti, ma che “girano”, ovvero che cambiano direzione con un ciclo di circa sei ore, correggendo la rotta e permettendo al nuotatore di avere una deviazione media dall’obiettivo molto controllata. La corrente dello Tsugaru ti porta via e non ti riporta al punto di partenza. Quando le condizioni sono pessime (corrente forte e vento che fa ribollire l’acqua) i locali dicono che il “Dragone si é svegliato” e la traversata diventa praticamente impossibile.

Questa traversata ha alcune peculiarità. Tra i Sette Mari é senz’altro quella con la barriera linguistica maggiore (almeno per Europei/Americani), il tasso di successo é attorno al 50%, ed é situata in un’area piuttosto remota e poco popolata del Giappone, che non é facile da raggiungere.

Il contatto principale per questa traversata é Yusuke Shimasaki che si prende cura di tutto: dal farvi compilare il modulo, trovare le barche (sì, plurale, poi vi spiego) d’appoggio, l’osservatore, e, se necessario, l’interprete.

La stagione inizia in Primavera, quando l’acqua é di solito abbastanza fredda (~13C) e finisce in Agosto/Settembre, quando l’acqua é obiettivamente calda (~25C).

In ogni caso la temperatura scende mentre ci si avvicina ad Hokkaido, quindi se nuotate durante la stagione fredda bisogna metterlo in conto, mentre se nuotate in Estate é un sollievo.

La finestra per la traversata é di 5 giorni (la mia era dal 29 Agosto al 2 Settembre) e ci sono due posti per finestra. Il primo nuotatore ha i primi tre giorni, il secondo gli ultimi due più i giorni non usati dal primo nuotatore (che matematicamente rende il secondo posto allettante). Due barche scortano ogni nuotatore/staffetta e di solito due nuotatori/staffette partono in parallelo per ciascuna data buona.

Le condizioni possono essere durissime. Le turbine a vento sulla collina di Tappi rendono molto chiaro che il vento é forte e costante. La corrente é anche piuttosto rognosa, come ho detto prima (unidirezionale da Ovest a Est).

La Kodomari Route parte dal Capo Kodomari Benten nella prefettura di Aomori sull’isola di Honshu’s Aomori e arriva a Shirakami Misaki on sull’isola di Hokkaido. Questa rotta é un po’ più lunga del tiro diretto da Tappi, ma permette di coprire una traiettoria as S, partendo larghi da Kodomari, per poi farsi riportare indietro dalla corrente, con qualche correzione nel tratto finale per eluderne l’abbraccio.

Il trucco é di partire decisi per guadagnare del terreno prezioso, ma di mantenere abbastanza energie per battersi alla fine quando bisogna tagliare attraverso la corrente per raggiungere l’altra riva: essere spazzati via dall’ultimo promontorio può essere la differenza tra farcela o no.

Le barche d’appoggio sono pescherecci Giapponesi abbastanza spartani. Sono piuttosto bassi sull’acqua mantenendo il nuotatore vicino al team di supporto senza bisogno di una lunga corda per la nutrizione, ma non hanno molta copertura, quindi il team deve essere preparato per il sole o per la pioggia. Sono abbastanza spaziose per muoversi, ma non hanno dove sedersi. L’hotel Tappi può fornire casse o sedie pieghevoli per rendere la situazione più confortevole. La “situazione bagno” é anche piuttosto particolare, come si può vedere nella foto qua accanto. Ogni nuotatore é scortato da ben due barche, illuminate a giorno, e la barca principale traina una striscia di tessuto che é molto utile come punto focale per il nuotatore e per mantenere la rotta senza alzare la testa (come la linea sul fondo della piscina).

L’Allenamento

Permettetemi una digressione per dire qualche parola sull’altro aspetto logistico di questa traversata: l’allenamento.

Il mio piano, dopo quanto imparato sulla mia pelle l’anno precedente [Coming Soon…], era di affidarmi molto di più alle acque aperte come terreno di allenamento, e di supplementare con sedute di qualità in piscina e in palestra. In parte a causa di un fraintendimento sulla temperatura della traversata, dovuta al fatto che i miei amici (Cam, Steve, e Ryan) erano andati molto più presto nella stagione, e in parte per crescere come atleta, mi ero concentrato molto sul migliorare la mia tolleranza al freddo durante l’inverno.

Le prove più importanti sono state le 3 ore a 11.7C (53F) in inverno, seguite da 3 viaggi a San Diego per una 4 ore e poi per due 6 ore pilotato dalla Leggenda: Dan S(w)imonelli! Il picco della stagione sono stati 3 prove da 6 ore “back to back”, un Round Trip Baker Beach con Lauren Au, una 6 ore in San Diego con Dan per il mio compleanno, e un’altra prova a metà luglio con i fantastici Pacific Open Water Swim Co., da Sausalito e ritorno, circumnavigando Angel Island (li raccomando tantissimo, sono veri professionisti!)

In confronto alla stagione precedente il mio kilometraggio nel 2019 é stato inferiore del 30% rispetto all’anno precedente, mentre la mia velocità e resistenza (almeno percepite) sono aumentate notevolmente. A parte l’ovvio trend dovuto all’esperienza, questo é dovuto alle sessioni a secco, che mi hanno anche permesso di evitare dolori alle spalle e alle anche (la mia croce nelle stagioni precedenti).

Devo ringraziare tantissimo il mio Pod: Lauren Au, Lauren L. (mia complice tuttora nella caccia agli Ocean 7), Ryan, Randy, e Keira per il supporto e l’ispirazione, e gli “Anziani del Club”, i.e. Duke, Hal, e Terry per essere sempre disponibili a pilotare, sul kayak per ore anche in condizioni difficili, con un enorme sorriso: non ce l’avrei mai fatta senza tutti loro.

La Logistica

Ma torniamo al Giappone!

L’alloggio più conveniente é l’Hotel Tappi, un onsen (sorgenti calde) molto carino, appollaiato sul capo di Tappi (Tappi in Giapponese significa “Coda del Dragone”). Prenotate con largo anticipo, anche se il posto non é di solito affollato, Tappi é la prima fermata per comitive che viaggiano tra Honshu e Hokkaido tramite il tunnel sottomarino, e può quindi riempirsi improvvisamente quando i bus si fermano per la notte. Yusuke può anche facilitare la comunicazione con l’hotel, nel mio caso mi ha aiutato a trovare una camera per una notte che pareva completamente sold out. L’hotel include due pasti tradizionali al giorno(colazione e cena). Per me é stato il paradiso culinario, ma se il pesce crudo non é proprio il vostro preferito e/o se preferite non rischiare prima della traversata a volete qualcosa di più tradizionale, l’hotel può organizzare un pasto a base di carne e riso, altrettanto delizioso, ma meno esotico. Per pranzo ci sono pochi ristoranti nel circondario, il più vicino é sulla collinetta di fronte all’hotel, sulla destra. Andate presto perché finiscono le scorte, ma il ramen é fantastico! L’hotel può anche preparare il pranzo al sacco (bento box) per la vostra crew, così possono portarselo sulla barca. Avvisateli per tempo, così possono anche imprestarvi sedie o cassette per sedersi sulla barca.

Tappi é distante da tutto. Quando arrivate é chiaro che siete stranieri e che siete lì per la traversata (e i locali vi fanno il tifo!). L’Inglese non é molto comune e il personale dell’hotel usa un traduttore automatico per comunicare meglio.Una app come Google Translate é molto molto utile. Siate pazienti, da expat in America ho capito che frasi che possono sembrare chiare a qualcuno possono essere molto confuse per uno straniero.

Ci sono un paio di posti dove potere nuotare mentre aspettate il vostro turno. Questo e quest’altro, con una spiaggetta carina. Nelle vicinanze c’é anche un tempio dove il leggendario Minamoto Yoshitsune pregò per una traversata sicura. È una bella distrazione con una magnifica vista del Mare.

Non ci sono negozi a Tappi, ma c’é un Family Mart a Kodomari, quindi pianificate di conseguenza.

Si arriva a Tappi partendo da Tokyo con il magnifico Shinkansen verso la stazione di Shin-Aomori. Quindi si guida per un’ora fino all’hotel. La macchina aiuta anche con la logistica (e.g. comprare cibo, visitare il circondario, etc.). Ricordatevi che guidano a destra come nel Regno Unito.

Il Rail Pass che vi da accesso illimitato allo Shinkansen é molto utile, anche per visitare il Giappone dopo la traversata.

La macchina l’abbiamo affittata da JR Rent-A-Car dalla filiale alla stazione di Shin-Aomori. Quando prenotate online l’“area” é Tohoku l’“office” é Shin-Aomori. Dopo un paio di miglia in Aomori dove guidate in una città il resto del viaggio verso Tappi é molto rilassante e bucolico (eccetto per mio padre che mi gridava nell’orecchio terrorizzato dal mio stile di guida :P ) .

Il pocket wi-fi device che abbiamo affittato all’arrivo é utilissimo per mantenersi connessi. Funziona a meraviglia sia a Tokyo che a Tappi (anche in mezzo al mare!). Supporta 4 o più telefoni ed é molto affidabile (da ricaricare di notte…). Offerto dalla stessa compagnia del Japan Rail Pass e lo potete ritirare all’aeroporto.

…il resto alla prossima puntata…

Restate sintonizzati e condividete.

Ciao.

[English Version]

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