AI per insegnanti e prof 3: Una merenda letteraria

Come rendere “dolce” il rientro dalle vacanze con l’utilizzo di strumenti innovativi a supporto dell’insegnamento

Francesca Cavazzoni
storIAzine
6 min readJan 5, 2024

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Nuovo setting dell’aula

Riprendere le quotidiane attività didattiche dopo la sospensione delle lezioni per le vacanze è sempre una sorta di mezzo trauma da cui non si riprendono facilmente né gli studenti, né i professori né i genitori.

Conservo ben chiaro in mente il ricordo dei terribili ultimi giorni di libertà in cui ero costretta a sacrificare i momenti che avrei volentieri dedicato ad altro, per rincorrere le innumerevoli pagine di compiti assegnati in vista delle temibili verifiche ed interrogazioni che si affacciavano, violente e aggressive, come minacce perpetrate dai nostri professori e che ottenevano il solo misero risultato di vanificare la filosofia della vera vacanza intesa come riposo.

Vacanza, dal latino vacans, ovvero essere liberi. Ma essere liberi da uno studio forzato non è mai stato l’obiettivo delle generazioni di professori che ho incontrato nella mia carriera di studente.

Motivo per il quale, adesso che la ruota è girata, ho voluto provare a ribaltare la situazione e sperimentare qualcosa di diverso. Non per forza radicale. No ho di certo la pretesa di stravolgere il sistema educativo italiano. Ma, magari, avvicinarmi un pochino di più all’idea dell’etimologia della parola, e rendere davvero i ragazzi un pochino più liberi.

RIPROPORRE LA SANA LETTURA

E quale strumento di libertà più potente esiste della lettura?

Eccomi allora con tutta l’energia dell’inconsapevolezza, ad aver assegnato come richiesta natalizia la lettura di un libro. Solo questo. Un libro. Per giunta a scelta degli stessi studenti. Ho fornito loro, naturalmente, un elenco di titoli da me ritenuti validi e stimolanti, ma avendo davanti una platea di quattordicenni con una personalità in via di costruzione, ho ritenuto più stimolante, lasciare spazio anche alle loro peculiarità, alle loro passioni, ai loro sogni, ai loro interessi, e farli vivere l’emozione di decidere da soli, in autonomia, la tipologia di testo da scoprire. Chissà, qualcuno avrà messo piede in biblioteca o in libreria per la prima volta, alla ricerca del volume più esile e sottile tra gli scaffali e così, inconsapevolmente, sebbene guidati dal desiderio di scegliere la soluzione più comoda e veloce che non superasse le cento pagine, avranno ugualmente perso almeno una mezz’ora del loro tempo in un ambiente nel quale di loro iniziativa non sarebbero mai entrati. Percorrendo con gli occhi scaffali ripieni di titoli, colori e immagini si saranno lasciati soggiogare dalla ricerca al tesoro del libro adatto a loro. E il primo obiettivo didattico è stato raggiunto. Iniziare un percorso di familiarità con un luogo, prima fisico poi simbolico, che potrà accogliergli d’ora in avanti nelle diverse fasi della loro vita.

La situazione che devo strutturare io come docente sarà il momento del confronto durante la restituzione dell’analisi del testo. Mi piacerebbe fosse un momento autentico, vissuto come reale scambio di idee e non come un ulteriore, nonché prevedibile, eserciziario da dover compilare rapidamente giusto per infilare il foglio nella cartella e sentirsi così la coscienza a posto.

Per questo, prima di congedarli all’allegria vacanziera, tra gli auguri di un buon natale e quelli di un felice anno nuovo, ho lasciato trapelare la rivelazione che li accoglierò con una merenda letteraria. Questo perché mi è venuta anche la geniale malsana idea di arricchire la cornucopia dei compiti con un’ulteriore richiesta che si va ad aggiungere alla lettura. Sette gruppi da tre persone, così da non lasciare escluso nessuno, dovranno portare un prodotto culinario cucinato da loro. Che si sbizzarriscano tra crostate, cioccolatine, biscotti, focacce, torte più salutari come quella di mele o quella carote e mandorle. Io mi incarico del bollitore con le bustine per il the caldo. Mi immagino già i gruppi dei ragazzi alle prese con ricette, fruste e uova da sbattere. Si divertiranno impastando e sporcandosi le mani. E così avrò raggiunto anche il secondo obiettivo. Farli divertire con poco, in semplice compagnia, lontani dalla frenesia falsa dei social. Almeno per un pomeriggio. Ho richiesto di presentarsi con le foto che li immortalino in queste attività: in parte per assicurarmi che il lavoro non venga subappaltato alle povere madri, che di compiti da dover preparare ne avranno già fin troppi, in parte per preparare un carosello irriverente che li metta tutti in mostra strappando l’allegria necessaria ad iniziare il lavoro.

FASI DI LAVORO

Cerco su Internet qualche esperienza analoga che mi dia gli input necessari per impostare con accuratezza la lezione ma constato con amarezza che non esistono esperienze o condivisioni di progetti simili.

Oramai è un’abitudine; quando i tradizionali metodi informatici mi mostrano i loro limiti, provo a rivolgere le mie preghiere a Chatgpt, e mi pongo in attesa dell’oracolo digitale.

Questa volta lo interrogo chiedendogli di trovarmi qualche apparato bibliografico interessante da consultare che mi permetta di approfondire l’argomento alla luce delle analisi scientifiche che fotografino lo stato dell’arte nella cultura pedagogica e didattica in relazione a questo tipo di approccio alla lettura condivisa. La potenza di consultazione del web da parte del chatbot dovrebbe riuscire, in pochi secondi, a selezionarmi i contenuti validi che non sono riuscita ad identificare da sola nella prima personale serendipica attività di ricerca.

Inveni quod quaerebam!

I risultati si dimostrano interessanti e mi permettono di delineare sia la filosofia alla base di questa esperienza sia di ottenere una chiara panoramica delle potenzialità che si possono sviluppare coinvolgendo i ragazzi in questa esperienza.

Esempio di restituzione della conversazione e link di approfondimento segnalati

I suggerimenti mi aprono nuovi scenari da testare. Svilupperò con loro una prima parte in cui ciascuno si sentirà coinvolto presentando alla classe il romanzo che ha deciso di affrontare. Prima darò modo di stendere qualche riga su un foglio per essere più precisi nella valutazione della lettura. Non mi interessa che sappiano alla perfezione approfondire le psicologie dei personaggi o che elaborino la trama perfetta. Chiederò di selezionare una frase, un momento del libro, che li ha particolarmente colpiti e di spiegare alla classe le ragioni della scelta. Tre minuti massimo ciascuno. Potranno anche leggere direttamente dal libro il passo in questione. Lettura emotiva e coinvolgente. Devono essere bravi a selezionare la parte davvero più accattivante. Ogni intervento permette di alzarsi, guardare negli occhi i propri compagni per convincerli del proprio messaggio e accaparrarsi un pezzetto di torta a fine trattazione. Un po’ come quando nell’assemblea degli Achei riunita per discutere le strategia della conquista della rocca di Troia si poteva prendere la parola solo mediante l’acquisizione dello scettro d’oro. Sostituiamo lo scettro del potere con la torta dell’ingordigia, ed il gioco è fatto. Mi piace adattare la filologia classica alle aspettative adolescenziali, riequilibrando le distanze.

E ORA?

Una volta superata l’ansia da prestazione e la famelica predisposizione ad agguantarsi un pezzo di leccornie siamo pronti a presentare l’attività successiva.

Il loro impegno dovrà essere valorizzato, non soltanto per soddisfare i ligi studenti, già avvezzi alla pratica della buona lettura, quanto per incoraggiare coloro che ancora approcciano il momento di silenzio meditativo con interrogativo sospetto. Dunque, è proprio per loro che rivitalizzo la lettura proponendo un taglio operativo-digitale.

Ora che tutti hanno esposto la loro parte, superato la barriera dell’imbarazzo, mostrerò sulla Lim il sito che ho creato durante la mia parte di compiti natalizi.

A questo punto la domanda sarà semplice ed inevitabile:

Ragazzi, vogliamo scrivere insieme un blog per la scuola di critica letteraria sui romanzi che leggiamo? Sì leggiamo. Perché mi cimenterò anche io insieme a voi. D’altra parte, se troverà spazio nel sito della scuola, non lo leggeranno solo i vostri amici, ma anche gli adulti, i genitori, altri professori. Insomma, diamoci da fare. Il potenziale è alto!

Mostrando la bozza con il primo mio intervento, chiederò a ciascuno di redigere un breve commento sul testo letto e di trovare in un determinato formato l’immagine della copertina. Sarà un lavoro da svolgere a computer e da inviarmi. Di volta in volta, un gruppo intercambiabile, avrà l’incarico di gestire il sito, raccogliendo i diversi interventi dei compagni e pubblicandoli.

Sito realizzato con Gsuite, per mantenere il dominio interno alla scuola

Mentre scrivo immagino la scarica di adrenalina che accompagnerà l’ascolto delle mie parole alla consapevolezza che di lì a poco entrerà la bidella per portare i computer sui quali i ragazzi inizieranno subito a lavorare. Magari qualcuno si alzerà per ricaricare l’energia con una rinnovata dose di zuccheri.

In poco tempo saranno tutti in azione, desiderosi di dare il loro contributo alla realizzazione di questa StorIa che li vede protagonisti principali, e un poco inconsapevoli, di un progetto creato da loro stessi.

Tutto sommato, sono quasi felice di ritornare in classe.

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