Il francese più amato d’Inghilterra

Luca Sommacal
Storie di Storia
Published in
5 min readDec 24, 2016
Sir Arthur Wellesley, primo duca di Wellington (Wikimedia Commons)

Londra, 28 giugno 1838. E’ il giorno dell’incoronazione della regina Vittoria. Durante uno dei party per celebrare l’evento, il duca di Wellington (quello che ha sconfitto Napoleone a Waterloo) afferra per il braccio uno degli invitati ed esclama:

Ti ho preso finalmente!

Ma la frase non è rivolta ad un furfante, bensì all’ambasciatore straordinario francese mandato da Parigi per presenziare alla cerimonia: Nicolas Jean-de-Dieu Soult, già Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro della Guerra dopo la restaurazione ma soprattutto ex-maresciallo di Francia agli ordini di Napoleone Bonaparte.

La frase di Wellington è scherzosa, nonostante i due in passato siano stati avversari sul campo di battaglia. E, nonostante il tradizionale astio tra i due popoli, l’ex-maresciallo è molto popolare oltremanica. Come mai? Facciamo un salto indietro nel tempo di trent’anni.

La situazione geopolitica

Nel 1808, l’Europa intera è ai piedi dell’Imperatore francese. Dalla Polonia alla penisola iberica, dalla Germania all’Italia, sembra che il dominio di Napoleone e del suo esercito sia incontrastabile. L’Austria è stata sconfitta, l’esercito prussiano annientato, con la Russia è stato appena firmato un trattato di pace ed il re di Spagna Carlo IV di Borbone è un uomo debole manovrato da Napoleone. Solo l’Inghilterra ed il Portogallo rimangono liberi. Ma per quanto?

Il piano per far capitolare la “perfida Albione” si chiama Blocco Continentale e consiste nell’impedire alle navi britanniche l’accesso a tutti i porti dei paesi sotto il controllo francese (diretto e indiretto). Il che si traduce in gran parte dell’Europa.

La situazione dell’Europa nel 1811. I colori indicano (dal blu scuro al blu chiaro) i paesi: membri dell’Impero; satelliti; che applicano il Blocco. https://it.wikipedia.org/wiki/Blocco_Continentale

Le colonie inglesi sono comunque sufficienti a mandare all’aria il tentativo di embargo, garantendo un livello di scambi sufficiente a permettere agli inglesi di accumulare ricchezze, parte delle quali servono per finanziare la ricostruzione degli eserciti nei paesi anti-napoleonici, Austria in testa.

Gli inglesi infatti hanno una marina formidabile ma le loro truppe di terra, per quanto ben addestrate, sono numericamente scarse. Tuttavia la posta in gioco è troppo alta ed un contingente viene inviato comunque in Portogallo per far fronte all’invasione francese.

Infatti Napoleone nel frattempo ha rotto gli indugi: ha costretto il re spagnolo ad abdicare mettendo sul trono suo fratello Giuseppe Bonaparte e ha spedito un contingente a conquistare il Portogallo. Queste truppe non sono però quelle che hanno sbaragliato gli avversari in Europa centrale. Si tratta perlopiù di nuove reclute comandate da generali poco esperti se non incapaci.

Nonostante questo, Lisbona viene conquistata dai francesi, con la regina, il principe reggente e tutta la loro corte costretti a fuggire in Brasile. Ma l’occupazione dura poco: un contingente composto da truppe portoghesi ed inglesi (tra le quali anche un giovane Arthur Wellesley, il futuro duca di Wellington) scaccia gli invasori.

Intanto in Spagna, le cose non vanno meglio per i francesi. Una fitta guerriglia popolare sostiene quel che rimane dell’esercito regolare spagnolo, riuscendo anche a cogliere alcune importanti vittorie e a liberare la capitale Madrid.

Napoleone in campo

A questo punto l’imperatore si decide ad intervenire di persona, portandosi al seguito parte della Grande Armée ed alcuni dei suoi migliori generali, tra i quali il Maresciallo Soult.

Sir John Moore (Wikimedia Commons)

Gli inglesi, nel frattempo, al comando del generale John Moore entrano in Spagna, cercando di impedire la riconquista di Madrid, ma arrivano troppo tardi. Moore decide allora di ripiegare verso nord, convinto di potersela giocare con i francesi, anche a fronte di alcuni scontri vinti contro le truppe di Soult. Durante la marcia viene intercettato un messaggero di Napoleone che, oltre agli ordini, porta anche informazioni sulle truppe francesi.

Gli inglesi scoprono così di essere in grande inferiorità numerica e di avere i francesi alle calcagna. Il piano viene cambiato in fretta: bisogna lasciare la Spagna al più presto per evitare che il già misero esercito inglese venga annientato. L’obbiettivo è di arrivare presto a La Coruña ed imbarcarsi per l’Inghilterra.

La battaglia di La Coruña

Dopo una marcia a tappe forzate in pieno inverno (siamo tra la fine di dicembre del 1808 e l’inizio di gennaio del 1809), una brutta sorpresa attende il generale Moore ed i suoi uomini. Nel porto della città non c’è nemmeno una nave inglese. Viene allora organizzata una linea difensiva sulle colline intorno alla città per prepararsi a fronteggiare i francesi.

Dopo tre giorni, finalmente arrivano alcune navi britanniche, ma ormai è giunto nella città galiziana anche il maresciallo Soult.

Con tutti i cavalli, parte degli uomini, e la maggioranza dei cannoni già imbarcati, Moore non ha molte speranze. I suoi uomini tuttavia si battono con tenacia e riescono a resistere ai ripetuti attacchi francesi, anche se a costo di gravissime perdite. Con il calare delle tenebre, termina la battaglia, senza che gli uomini di Soult siano riusciti ad ottenere una vittoria definitiva.

Il generale Moore viene ferito mortalmente durante la battaglia di La Coruña (Wikimedia Commons)

Durante la notte e il giorno successivo viene completato l’imbarco dell’esercito inglese che, pur con consistenti perdite, riesce comunque a lasciare l’Europa continentale. Il generale Moore tuttavia non potrà festeggiare: durante la battaglia viene infatti ferito mortalmente. Verrà seppellito nei bastioni della città di La Coruña.

Il ricordo di Moore

Il generale che è riuscito a scombinare i piani di Napoleone e a consentire il ritorno del grosso dell’esercito inglese in patria non viene subito apprezzato oltremanica. Paradossalmente sono i francesi i primi a riconoscere il suo valore, al punto che, subito dopo la partenza degli inglesi, Soult decide di erigere un monumento sulla tomba del suo avversario.

Ed è proprio per questo gesto di cavalleria che l’ex-maresciallo napoleonico è così ben visto in terra inglese, tanto da essere definito

the best loved Frenchman England ever fought

Fonti

L’idea e la maggior parte delle informazioni derivano da una serie di vecchi podcast del professor Bob Packett sulle guerre napoleoniche e specialmente sulla Guerra d’indipendenza spagnola. Le immagini ed un po’ di dettagli aggiuntivi arrivano invece dalle pagine di Wikipedia (sia in italiano che in inglese) relative ai vari protagonisti. L’ultima citazione è invece presa da questa pagina di History Today.

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