Posti da evitare: 10. Gatlinburg

Ai margini delle splendide Great Smoky Mountains ci sono una serie di villaggi in totale contrasto con la splendida natura che li circonda.

Giorgio Fochesato
Storie di viaggio

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La storia di Gatlinburg nasce in aereo, in volo verso Atlanta con un volo interno della Delta Airlines. Non sono molti li stranieri che viaggiano da soli su un volo interno da Chicago ad Atlanta, quindi fu inevitabile scatenare la curiosità del mio vicino di posto. Mi attacca una “pezza incredibile” (chiacchiera tutto il tempo). E’ un militare americano che rientra a casa dall’Afghanistan. A giudicare dalla quantità di whiskey che ingurgita non ama volare. E’ interessato soprattutto a cosa faccio, dove vado, perchè Atlanta, ecc. Non impazzisco dalla voglia di chiacchierare, ma snocciolo qualche parola e destinazione. Gli dico che è mia intenzione andare anche a fotografare le Great Smoky Mountains in Tennessee. Si trovano a mezza giornata di auto da Atlanta e sono uno dei parchi nazionali più grandi degli USA, i colori autunnali sono l’attrazione principale, c’è anche la speranza di incontrare qualche orso.

Lui non pare molto convinto, ma mi dice “se proprio devi andare da quelle parti non puoi perderti Gedborugh”. Faccio fatica a capire il nome, ma lui insiste “Gakdak…burg! C’è di tutto, puoi pure festeggiare l’Oktoberfest germanica e scendere dalle montagne russe”. L’eccesso di whiskey da parte sue e le svariate ore di volo da parte mia però rendono la conversazione surreale. Mi limito ai classici sorrisi di circostanza. Lui si mangia le parole. Di fatto non capisco molto, ma i suoi racconti di bevute epiche mi fanno pensare che forse potrei evitare di cercarlo sulla mappa.

Una settimana dopo sono in auto che viaggio verso le Great Smoky Mountains, destinazione Gatlinburg, unico luogo dove si possa dormire prima di entrare nel Parco nazionale. Ho praticamente rimosso l’incontro con il soldato, ma il nome del posto non mi è nuovo. Arrivo a pochi km dalla cittadina e tutto diventa molto chiaro nella mia mente. Sono nel villaggio che mi aveva consigliato lui. E’ un disastro.

Immaginatevi di essere in viaggio verso il Parco nazionale del Gran Paradiso sulle Alpi. Paesaggi di montagna, vallate, fiumi e splendidi boschi vi accompagnano nel tragitto in auto. Poi all’improvviso svoltate dietro ad una montagna e vi compaiono in rapida sequenza una riproduzione a grandezza naturale del Titanic rovesciato su se stesso, la Casa dei Fantasmi, un parco dei divertimenti a tema Medievale, il Castello delle Favole, montagne russe ovunque, ecc. Tutto contornato da insegne al neon coloratissime e luminosissime.

Benvenuti a Gatlinburg (e Pigeon Forge). Nel cuore delle montagne del Tennessee c’è un villaggio che altro non è che un parco dei divertimenti per adulti. Non vedo nessun Casinò, ma pare comunque di stare a Las Vegas. E’ come se andassimo sulle Dolomiti per fare delle passeggiate in montagna ed invece di Canazei trovassimo Disneyland. Capite la delusione?

Gatlinburg (e la vicina Pigeon Forge) mi dispiace dirlo, è una americanata totalmente priva di gusto. Non riesco nemmeno ad immaginare quale mente diabolica sia stata in grado di permettere una cosa simile. Devastare una vallata in questo modo, solo per il gusto di piazzarci un parco dei divertimenti. Senza contare ovviamente la quantità di fast food e ristoranti di pessimo gusto che la circondano. Se nelle vicinanze ci fossero degli orsi, probabilmente sarebbero travestiti da Yogi.

Ho trascorso, a mio malgrado quattro notti in questo inferno del consumismo americano. La mattina mi alzavo alle 4 per fotografare l’alba e rientravo la sera così stanco che di fatto ho evitato qualsiasi contatto con questa devastazione. Mi sono cibato per quattro giorni di panini del fast food. Ho visto gli orsi, inoltrandomi nel Parco per 100km.

Riguardo al Parco ci sarebbero parecchie cose da raccontare. Un’unica strada presa d’assalto da migliaia di auto, dove la maggior parte del tempo si è in colonna. I paesaggi sono magnifici, ma la sensazione che ho vissuto è quella dello scarso rispetto dell’ambiente circostante, a favore di un turismo selvaggio. Un turismo pigro, fatto di lunghissime code in auto. Automobili enormi dalle quali pochissime persone scendevano. Un turismo fatto guidando, fermandosi alle piazzole, scattando foto dal finestrino. Ho incontrato pochissime persone camminare nei boschi.

I colori autunnali rendono i paesaggi delle Great Smoky Mountains magnifici

Mi è sembrato tutto molto triste e finto. Se avete visto il film Wall-E forse potete capire quello che intendo, sembrava di stare li dentro. Migliaia di persone inchiodate dentro alle loro auto con una bibita in mano, tutti in colonna.

Scattando fotografie con un iPad.

(Avrei voluto inserire una fotografia di Gatlinburg o Pigeon Forge, ma mi sono reso conto che la mia repulsione è stata tale dal non scattare nemmeno una fotografia in paese!)

Questo articolo fa parte di una serie di racconti dedicati ai miei 10 anni di viaggi e fotografie intorno al mondo. Un’avventura indimenticabile, che ripercorrerò ogni settimana con un nuovo racconto.

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Giorgio Fochesato
Storie di viaggio

Photographer // Photo editor at Westend61 // Globetrotter