The Newsroom. Se non ti manca è solo perché non l’hai ancora vista
Da un po’ di tempo su Facebook si trovano diverse pubblicità (sai che novità!) su dei corsi online tenuti da personaggi famosi. Di più: da dei mostri sacri. Vorreste avere come insegnante di cucina Gordon Ramsey? Vorreste che la vostra vocal coach fosse Christina Aguilera? Lascio a voi la risposta, anche se su Gordon io non avrei molti dubbi (purché ogni tanto mi mandasse a quel paese con quel suo adorabile accento albionico). Ma torniamo ai nostri corsi… Se domani voleste tentare la fortuna nel mondo degli sceneggiatori, oggi avreste la possibilità d’imparare a scrivere dei dialoghi da un signore che ha vinto un premio Oscar per un film che si chiama The Social Network e che ai miei occhi ha un merito decisamente più grande: ha creato una delle mie serie preferite di sempre e che si chiama The Newsroom. Quel signore si chiama Aaron Sorkin.
Aaron Sorkin non è infallibile (soprattutto in tv). Una sua serie (West Wing) è durata per sette lunghi anni, mentre un’altra è durata appena 22 episodi (Studio 60). Va comunque detto che il suo mestiere lo sa fare e dannatamente bene. Una dimostrazione? Questa scena presa dalla prima puntata della prima serie di The Newsroom. Una scena talmente efficace che sui social sembra vivere di vita propria, quasi fosse un video auto-conclusivo.
E già qui uno dovrebbe andare su Amazon e comprarsi almeno il DVD della prima stagione (toh!). Ma quello che rende The Newsroom quasi fantascienza, oltre ad essere una serie HBO senza scene di sesso spinto, è per noi italiani vedere come dovrebbe essere davvero il giornalismo. L’etica del lavoro, la responsabilità dell’entrare nelle case delle persone dando notizie certe e verificate. Il desiderio di essere qualitativamente migliori degli altri notiziari, non tanto per gli ascolti, ma per il servizio svolto. Sì, come dicevo, fantascienza per noi italiani.
Nonostante i dialoghi intelligenti, le storie che viaggiano in parallelo con veri fatti di cronaca (le elezioni presidenziali, Occupy Wall Steet, per non parlare dell’11 settembre 2001) e quel pizzico di romance che non guasta mai, The Newsroom negli Stati Uniti è stato salutato dalla critica, così come si fa alle cene di classe con il secchione che prendeva sempre nove a matematica quando la media era intorno al quattro e mezzo: sì ok, bravo, ma ci stai proprio sulle palle. Forse perché i critici sono giornalisti e perché nessuno ama che gli si venga a dire come fare il proprio lavoro? Esatto! Non è infatti un caso che The Newsroom sia amatissimo dagli spettatori comuni. Certo, IMDB non è sempre attendibile, ma l’8,6 di quasi 83.000 spettatori dovrà pur contare qualcosa.
Adorerete la prima serie. La seconda potrebbe essere complessivamente inferiore, ma con degli episodi davvero memorabili. La terza vi lascerà un po’ di amaro in bocca (principalmente per la sua brevità), ma arriverete in fondo e capirete che vi mancherà. E spererete anche che Aaron Sorkin la smetta di fare video lezioni per futuri sceneggiatori e che tiri fuori dal cilindro un’altra serie come questa.