Tecnica zen per l’osservazione dei camaleonti
19 Luglio 2014
L’individuazione, e l’osservazione poi, dei camaleonti sugli alberi è una valida alternativa per i pensionati all’osservazione dei lavori stradali. Almeno in Amazzonia, dove vivono molti camaleonti. E può essere molto più rilassante, perché in generale chi conduce lavori stradali non si preoccupa di fornire un ambiente confortevole per i pensionati in osservazione.
Fornisco alcuni suggerimenti per condurre al meglio tale ricerca.
Innanzitutto è necessario conoscere alcuni alberi dove, per osservazioni casuali, si sa che vivono i camaleonti. Si organizza un punto di osservazione confortevole, ombroso, con una buona sedia a sdraio o a dondolo, un tavolino dove appoggiare bibite fresche e un termos di caffé caldo. Ci si mette in posizione in una giornata senza vento, quando rami e foglie sono sufficientemente immobili di suo, e si inizia l’osservazione secondo le tecniche zen. In sintesi, senza pensare un cazzo, solo lasciare entrare le immagini, senza sovrapporci pensieri, neppure “come è bello”.
A integrazione del metodo zen, può essere utile avere in cuffia una buona playlist delle musiche preferite. In questo periodo, io amo molto Lana del Rey, per la sua malinconica musica dolcemente scassapalle.
Se l’albero è popolato di camaleonti (e non sono andati a farsi un pisolo), prima o poi qualche ramo si muove incongruamente in assenza di vento. Può essere un uccello (evitare quelli paduli). Ma si riconosce subito.
Invece il camaleonte non si vede immediatamente, è questo il suo segno di riconoscimento, a parte la mancanza di ali. Se concentrate l’osservazione zen (sempre zen, mi raccomando, se no non vale), prima o poi lo individuate, nonostante il suo ottimo mimetismo sullo sfondo.
Il punto è che, poverino, mica può mimetizzarsi sullo sfondo da tutti i punti di vista, per quanto in gamba sia.
A questo punto, con un poco di collaborazione di un insetto suicida nei dintorni (ma non succede spesso), potrete anche vedere il camaleonte nella sua occupazione preferita, pigliare al volo l’insetto con la lingua e mangiarselo con sua soddisfazione. Del camaleonte dico, non dell’insetto.
Grado di soddisfazione di una buona osservazione andata a buon fine? Beh, dai, non fate i sofistici, mica si può scopare dieci volte al giorno, specie in età di pensione!