di Nicola Grolla

Un neurochirurgo riuscirà a risolvere il caso del Grand Old Party? Se fosse così, si tratterebbe di un’impresa: Benjamin Solomon Carson (detto Ben), 64 anni, sarebbe il primo candidato nero repubblicano. Dalla sua un’esperienza professionale lunga 31 anni che gli è valsa due Presidential Medal of Freedom nel 2008 e la freschezza di chi entra in politica come homo novus. Una caratteristica che Carson ha sottolineato fin dall’inizio della sua campagna elettorale nel maggio 2015. Nella sua citttà natale, Detroit, l’annuncio della candidatura portava il titolo di un documentario di 40 minuti dal titolo A Breath of Fresh Air: A New Prescription for America.

Nato nel 1951, Carson ha raccontato la sua infanzia difficile in un libro dal titolo Gifted Hands. Dopo il divorzio dei suoi genitori, Carson e il fratello Curtis sono cresciuti dalla madre, originaria delle campagne del Tennessee. Risolti i problemi di rabbia e temperamento grazie alla lettura della Bibbia, Carson si butta sui libri. Nel 1973 arriva la laurea a Yale e dieci anni dopo il primo incarico di spessore al John Hopkis Hospital come direttore del reparto di neurochirurgia pediatrica.

Un’esperienza che gli è valsa anche la prima menzione politica. Durante il National Prayer Breakfast del 2013, non ha esitato ad attaccare la riforma della sanità volute da Obama additandola come la peggiore cosa accaduta in America dopo la schiavitù. La sua ricetta? Una piano governativo per favorire le assicurazioni sanitarie individuali (e reversibili) per spingere i cittadini a risparmiare in vista di ogni eventualità. Fra queste, però, non c’è l’aborto che Carson critica sia da un punto di vista sociale (“La prima causa di morte fra la popolazione nera”) che da un punto di vista religioso (cristiano avventista).

La sua credibilità politica, però, non può basarsi solo sui suoi successi professionali. A convincere gli analisti sono le proposte in campo economico. Carson, infatti, è a favore di una flat tax e un’imposta sui beni di lusso a cui si aggiunge l’introduzione del pareggio di bilancio nella Costituzione. In politica estera, invece, mostra alcune debolezze come la proposta di allargare l’alleanza Nato ai paesi Baltici (già membri della coalizione). Insomma, di strada da fare ce n’è ancora molta.

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