Esami del sangue: la formula leucocitaria, ovvero le nostre difese.
La formula leucocitaria è un esame del sangue che quantifica il numero di leucociti (dal greco λευκός, leukós, «bianco» e κύτος, cýtos, «cellula») o globuli bianchi o WBC (dall’inglese White Blood Cells), cellule altamente differenziate della porzione corpuscolata del sangue. Essi sono presenti nella maggior parte dei distretti tissutali del corpo e viaggiano attraverso vasi linfatici e sanguigni. Con l’eccezione dei linfociti, esse fanno parte del repertorio di cellule umane della cosiddetta immunità innata o aspecifica, che costituisce la prima linea di difesa contro agenti patogeni e stati infiammatori correlati a patologie di vario ordine e grado. Se ne conoscono 5 tipi (neutrofili, eosinofili, basofili, linfociti, monociti), ognuno dei quali con alcune funzioni specifiche e con un rapporto percentuale relativamente stabile da individuo a individuo.
I neutrofili sono indicatori di infezione batterica. Valori alti di queste cellule possono inoltre indicare una condizione di generale stress acuto o infiammazione presente in patologie come artrite reumatoide, tiroiditi, leucemia mieloide, insufficienza renale. La neutropenia, invece, indica una deplezione di queste cellule e può essere provocata da anemia aplastica, linfomi, malattie del midollo osseo o shock anafilattico.
I linfociti comprendono diversi sottotipi: i principali sono i linfociti B, T e i Natural Killer. Queste sottopopolazioni hanno funzioni diverse: i linfociti B producono anticorpi, molecole importanti nella difesa dell’organismo dalle infezioni; i linfociti T non producono anticorpi ma elaborano altre molecole (citochine) importanti nella difesa dalle infezioni, soprattutto virali. I linfociti sono indicatori di infiammazione cronica. Per questo i loro valori sono alti (linfocitosi) nelle infezioni croniche e nelle infezioni virali come mononucleosi, orecchioni, morbillo, influenza, varicella, herpes simplex, epatite virale, oltre che leucemie linfatiche e mieloma multiplo. La linfocitopenia, vale a dire la deplezione di linfociti nel sangue, si può accompagnare anch’essa a malattie croniche (sarcoidosi, lupus, sclerosi multipla, miastenia grave, sindrome di Guillain Barré) così come può essere una condizione di alcuni stadi terminali di infezioni virali o malattie del sistema immunitario.
I monociti o macrofagi prendono questo nome perché fagocitano e digeriscono elementi estranei e cellule danneggiate, presenti in alcuni tipi di infezioni batteriche, come ad esempio, la tubercolosi. Oltre a questa, la monocitosi è legata ad alcune malattie infiammatorie croniche come cirrosi epatica, sifilide, endocardite batterica, mononucleosi, ed alcune patologie tumorali come mielomi e leucemie, condizioni quest’ultime che possono essere caratterizzate in verità anche da una monocitopenia.
Gli eosinofili aumentano nelle malattie allergiche (asma bronchiale, rinite allergica, orticaria ecc.) e possono essere responsabili di alcuni sintomi caratteristici nella ipersensibilità ai farmaci o nelle malattie autoimmuni. Anche i basofili aumentano nelle allergie: contengono istamina che, se liberata in eccesso nel sangue e nei tessuti, provoca sintomi come il prurito o la comparsa di pomfi cutanei, per combattere i quali si usano spesso farmaci chiamati antiistaminici. In questo caso, la risposta di queste cellule è secondaria a una reazione generata da un sottotipo di anticorpi, chiamato IgE, coinvolti nella mediazione delle infiammazioni allergiche. L’eosinofilopenia e la basofilopenia sono spesso associate e possono essere un indicatore di sindrome di Cushing così come di stress acuto, ipercortisolismo e disfunzioni tiroidee.
Infine, la deplezione dei leucociti generalmente è una condizione che solitamente caratterizza i pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia o radioterapia.
