Il cumino, la spezia della Siria.
Il cumino è una pianta erbacea della famiglia delle Apiaceae (Umbelliferae) originaria del medio Oriente, in particolare della Siria. Il nome botanico è Cuminum cyminum L. non è da confondere con la Nigella o cumino nero e con il Carvi o cumino dei prati.
Il cumino è utilizzato in India da secoli nella medicina ayurvedica ed era amatissimo sia dai Greci che dai Romani. I primi lo tenevano addirittura sul tavolo, abitudine tuttora diffusa nei paesi nordafricani, come noi teniamo il pepe oggi. Nel medioevo si riteneva di buon auspicio per i matrimoni e per “tenersi vicini gli amanti”.
Oggi si utilizzano i frutti, essiccati, di aspetto piccolo, affusolato e legnoso, tanto da essere erroneamente considerati semi. I costituenti principali sono oli essenziali di carvone e limonene.
Tra le sue proprietà le principali esplicano la loro azione sul tratto gastrointestinale: è digestivo e carminativo (previene cioè la formazione di gas nello stomaco e nell’intestino). Questo lo rende un ottimo rimedio naturale per coliche gassose, meteorismo, flatulenze e aerofagia. Un altro aspetto molto interessante è la sua ricchezza in ferro che aiuta e potenzia il sistema immunitario.
Essendo ricco di oli essenziali possiede una buona attività antibatterica e antisettica che viene sfruttata per combattere l’alitosi, semplicemente masticandolo.
Altre due proprietà attribuite al cumino ma non supportate da studi scientifici sono quella emmenagoga e galattagogo (favorirebbe l’arrivo del ciclo e la produzione di latte).
In cucina è molto utilizzato: si sposa bene con piatti etnici mediorientali e messicani ma anche con pane e focacce, legumi e verdure al forno. Il suo sapore è dolceamaro, terroso, pungente, con note aspre e affumicate.
Piccolo consiglio: tostarlo in padella senza olio e unirlo a inizio cottura.