Lo zenzero, molto più di una spezia.

Giovanna Geri
takevitamina

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Lo zenzero è il nome come del rizoma commestibile dello Zingiber officinale, della famiglia delle Zingiberaceae, una pianta erbacea perenne originaria dell’Asia Meridionale, oggi coltivata in tutti i paesi tropicali.

Il suo caratteristico sapore pungente, piccante, lo rende adatto sia come spezia che come aromatizzante ma è anche una droga ampiamente utilizzata in fitoterapia.

Il rizoma è ricco di principi attivi, in particolare gingerolo, responsabile del sapore piccante, e oli essenziali. Il sapore è dolce, aspro, piccante e pungente; può essere usato fresco, in polvere, candito o al forno. La cucina asiatica lo utilizza soprattutto grattugiato fresco, mentre la radice essiccata è più caratteristica del mondo occidentale, nei dolci in particolar modo. Lo zenzero si sposa benissimo con una grande varietà di alimenti: prodotti da forno, frutta, verdura, dolci da colazione, riso e zuppe.

In fitoterapia lo zenzero è molto utilizzato per i disturbi gastrointestinali: è infatti una pianta, o meglio il suo rizoma è riconosciuto come fitoterapico con precise linee guida ministeriali.

Si utilizza per le sue proprietà antiemetiche in diversi tipi di nausea, principalmente quella da gravidanza ma anche da trattamenti farmacologici (è testato nella nausea da chemioterapia). Un’altra funzione molto di interesse è quella di digestivo che si accompagna a quella di ridurre la formazione di gas addominali e contrastare quindi le coliche, migliorando inoltre la sintomatologia del colon irritabile.

Ulteriori applicazioni dello zenzero sono il miglioramento della funzionalità articolare e in generale la sua capacità di contrastare stati di tensione localizzati. Quest’ultima funzione è utile anche nel caso di crampi da ciclo mestruale.

Bisogna assumere lo zenzero con particolare cautela se si assumono in terapia cronica antidiabetici, anticoagulanti o antinfiammatori, o se si hanno irritazioni a livello gastrico. Sebbene l’utilizzo dello zenzero sia consentito sia in gravidanza che in allattamento, è sempre meglio assumerlo in quantità limitate o secondo posologia dell’integratore scelto.

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Giovanna Geri
takevitamina

Si laurea prima in Farmacia e poi in Scienze dell’Alimentazione. Ha oltre nove anni di esperienza come farmacista e una passione profonda per la nutrizione.