Microbiota, dieta e cancro.

Elena Niccolai
takevitamina
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3 min readApr 26, 2018

Il microbiota è un ecosistema complesso contenente più di tre milioni di geni che, assieme al genoma umano, regolano molte funzioni del nostro organismo. Ciò detto, una sua alterazione può determinare varie patologie, incluso il cancro, con cui esiste un legame dimostrato da numerosi studi.

Si stima che circa il 20% dei tumori sia legato al microbiota e, in particolare, al suo rapporto con il sistema immunitario. Se il legame tra microrganismi e tumori (ad es. Helicobacter pylori per il cancro allo stomaco) è noto da tempo, evidenze recenti suggeriscono il ruolo del microbiota nello sviluppo e nella progressione di svariate neoplasie, come quelle della pelle, del seno, delle ovaie, della vescica, della cistifellea, del rene, del polmone, del fegato, del pancreas, urogenitali e di alcune forme di linfoma.

Il tumore del colon è poi il caso più emblematico di associazione fra batteri o bioprodotti batterici (metaboliti) e cancro. Infatti, rispetto a un colon sano, i tessuti tumorali in quest’area sono ricchi di Fusobacterium nucleatum e altre classi di Escherichia coli e Bacteroides fragilis. Inoltre, molte cure antitumorali risultano inefficaci in percentuali maggiori nel cancro al colon retto, dove è presente la maggiore flora batterica, rispetto ad altre zone corporee.

Oggi è chiaro che il microbiota può avere un ruolo in tutte le fasi del tumore, dalla diagnosi, alla terapia fino al mantenimento dei risultati ottenuti.

Partendo da questo presupposto è importante sottolineare che, ancora prima della manifestazione della malattia, il microbiota cambia notevolmente con modifiche anche evidenti, per cui se non ci si può affidare alla manifestazione dei sintomi clinici dovuti al tumore si può invece puntare sull’analisi del microbiota per provvedere ad una diagnosi precoce.

Per quanto riguarda l’aspetto terapeutico, quando i medici parlano di corretta alimentazione nella prevenzione del cancro, si tratta di un intervento mirato a modulare la composizione del microbiota che, di fatto, può migliorare anche successivamente l’insorgenza della malattia. Lo scopo è quello di favorire la colonizzazione di una popolazione benefica a discapito di quella nemica che oltre a prevenire l’insorgenza del cancro può migliorare l’efficacia delle terapie chemioterapiche, in particolare delle strategie immunoterapeutiche, e ridurre gli effetti collaterali delle terapie anticancro.

Dati epidemiologici indicano come la dieta occidentale, ricca di carne e grassi, sia un fattore di rischio per il tumore, soprattutto per quello del colon retto, mentre diete ricche di fibre hanno un’azione protettiva. La fermentazione proteolitica che si crea seguendo diete ricche di carne genera metaboliti infiammatori e cancerogeni come fenoli, ammoniaca, ed altri metaboliti ricchi di azoto. Inoltre, diete ad alto contenuto di proteine e di grassi promuovono la crescita di batteri solfato-riduttori, che producono quantità elevate di idrogeno solforato dagli effetti genotossici.

Infine, le diete ad alto contenuto di grassi generano acidi biliari, che sono ottimi substrati per particolari batteri che li convertono in sostanze potenzialmente cancerogene. Una dieta ricca di fibre, al contrario, attraverso la fermentazione saccarolitica dei carboidrati determina la produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA), tra cui l’acetato, il propionato e il butirrato che hanno proprietà antitumorigeniche. Consumare frutta e verdura in grandi quantità, nel contesto di una dieta sana ed equilibrata ostacola la comparsa della gran parte dei tumori (bocca, laringe, esofago, stomaco, intestino) riducendo del 30% il rischio di avere un cancro nel corso della vita. Inoltre, l’assunzione di fibre alimentari (prebiotici) combinata con il probiotico Lactobacillus Reuteri, ha evidenziato un’azione anti-infiammatoria, di ripristino dell’eubiosi intestinale e di blocco del reclutamento delle risposte protumorali.

Diete mirate e integrazioni nutrizionali personalizzate (es. pre/probiotici, simbiontici) possono, quindi, evitare l’insorgenza del cancro, influenzarne la progressione e migliorare la risposta ai trattamenti terapeutici.

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Elena Niccolai
takevitamina

Biologo Nutrizionista & PhD in Scienze Cliniche. Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università degli Studi di Firenze.