Sardegna Ricerche investe nell’innovazione sociale e culturale: un bando per 40 idee innovative

Federica Bramardo
Talk On Progress
Published in
6 min readJul 18, 2018

Cagliari, 12 luglio. Nella splendida cornice dell’ex Manifattura Tabacchi, Sardegna Ricerche ha presentato il bando “cambiaMENTI” destinato alle persone fisiche e alle organizzazioni che hanno nel cassetto un’idea innovativa ad alto impatto sociale e/o culturale.

Lo scenario culturale cagliaritano
Negli ultimi anni il territorio sardo (e Cagliari in particolare) si è distinto per l’impegno dimostrato nelle iniziative di stampo socio-culturale, come i bandi pubblici per la riqualificazione dei fari abbandonati e per i progetti triennali di fruizione e promozione di aree e parchi archeologici, complessi monumentali, musei di ente locale e di interesse locale.
Se l’attenzione verso questi temi è alta, è altrettanto vero che spesso fare innovazione sociale e ottenere un impatto sulla comunità diventa difficile dal punto di vista dell’ottenimento dei finanziamenti e della messa in rete con altri soggetti interessati e autorevoli.

Un ente che aiuta a innovare
E’ proprio per rispondere a queste esigenze dirompenti che Sardegna Ricerche, già da anni (prima con Insight e poi con le precedenti edizioni di cambiaMENTI), si è attivata per approntare percorsi di accompagnamento, finanziamento e networking a beneficio dello scenario cagliaritano e non solo. L’edizione 2018 di cambiaMENTI si inserisce proprio in questo solco, facendo tesoro delle esperienze passate e unendo gli sforzi con un’associazione temporanea di impresa costituita dagli enti di formazione Soges e Tecnofor e dagli esperti di innovazione The Doers.

Un’occasione unica di cambiamento e sostegno agli innovatori

Il bando
La presentazione del bando di “cambiaMENTI per l’innovazione sociale e culturale” si svolge nella mattinata del 12 luglio.
Le aspettative sono alte: le persone arrivano numerose all’accreditamento, e alle ore 9.30 l’evento è pronto a partire.
L’apertura è affidata al dottor Giuseppe Serra, responsabile di Sardegna Ricerche: dopo aver dato il benvenuto a tutti, si entra nel dettaglio del bando di “cambiaMENTI”, che illustra i percorsi di accompagnamento e mentoring che si terranno dal 22 ottobre 2018 fino a maggio 2019 presso l’ex Manifattura Tabacchi.
L’iniziativa è pensata per le organizzazioni sociali, quelle creative e culturali, e, più in generale, per i professionisti e gli innovatori.

Il programma valorizza le migliori idee innovative ad alto impatto sociale, culturale e creativo predisponendo 4 percorsi specifici:
- per l’innovazione di organizzazioni culturali e creative già operative
- per le organizzazioni culturali e creative di nuova formazione
- per le nuove idee d’impresa culturali e creative a forte contenuto d’innovazione
- per le nuove idee imprenditoriali ad alto valore sociale, per quelle orientate al riutilizzo e riqualificazione di spazi urbani.
Il numero di progetti selezionabili per la partecipazione ai percorsi di validazione è di 40: tra questi, quelli che passeranno lo “stress-test” dei percorsi otterranno un sostegno economico da Sardegna Ricerche per accedere alla fase di sviluppo successiva.

Viene inoltre offerto un servizio di mentoring (in itinere) per i team partecipanti e saranno organizzati dei seminari di approfondimento verticale sui temi di maggiore interesse per gli operatori economici e i soggetti coinvolti sulle 4 linee di intervento.

I percorsi di (in)validazione

A seguito dell’intervento del dottor Serra, la parola passa a Cosimo Panetta di The Doers, qui in veste di rappresentante dell’associazione temporanea di impresa costituita insieme a Soges e TecnoFor, allo scopo di illustrare il dettaglio dei percorsi di validazione — o meglio, di “invalidazione”, poiché l’approccio scientifico prevede una serie di esperimenti non per confermare le ipotesi iniziali, bensì per tentare di smentirle: solo se le ipotesi “reggono” dopo questa rigida fase di testing potranno restare invariate e costituire la base della successiva fase progettuale.

Premessa fondamentale per la comprensione dell’articolazione dei percorsi è la relazione tra il concetto di incertezza e quello di rischio: se l’incertezza è la condizione in cui praticamente tutto è possibile (o impossibile), il rischio è invece la situazione in cui i fattori dubbi vengono individuati con una certa precisione e ridotti a un insieme discreto e governabile. Prima di affrontare il rischio è quindi necessario imparare a “stare nell’incertezza”, di modo da passare da ciò che è “possibile” a ciò che è “pianificabile” — cioè prioritizzato in base al grado di rischiosità e trattato di conseguenza.

“Ciò che vi vogliamo dare è un metodo per minimizzare il rischio di sprecare le risorse - in particolare il tempo delle persone, che è la risorsa più scarsa.”

Posto quindi che l’innovazione porta con sé un elevato grado di incertezza e, conseguentemente, di rischio, i percorsi di (in)validazione di “cambiaMENTI” sono stati strutturati in 6 Laboratori di 2 giornate ciascuno, in cui ogni elemento di rischio individuato viene “disinnescato” al fine della buona riuscita progettuale. Le aree di intervento individuate come rischiose e che saranno specificatamente prese in esame sono quelle legate al fattore umano, dal punto di vista dell’individuo e del team (Laboratori 1 e 4); alla comprensione e alla corretta interpretazione dei bisogni di tutti gli stakeholders interessati (Laboratorio 2); al modello di impatto che si vuole strutturare per sostenere il proprio progetto e raggiungere i propri scopi di miglioramento a beneficio della comunità (Laboratori 3, 4, 5, 6); ai processi di co-creazione e di innovazione aperta, approfondendo metodologie e strumenti funzionali a tali scopi (Laboratori 3 e 5); al reperimento delle risorse, avvicinando i partecipanti agli strumenti di pianificazione finanziaria e alle nuove piattaforme di crowdfunding (Laboratorio 6).

“Lo sviluppo di una innovazione coinvolge più dimensioni, e bisogna agire sui rischi connessi a ognuna di esse per minimizzare le probabilità di creare qualcosa il cui impatto tende ad evaporare.”.

Lo scopo dei percorsi è dunque quello di aiutare gli innovatori ad assumere gli strumenti e le prospettive corrette per realizzare un progetto di innovazione ad alto impatto culturale e sociale.

Gli interventi degli ospiti
Il secondo momento della mattinata è dedicato agli interventi degli ospiti, tre esperti dell’ambito socio-culturale che portano in aula le loro preziose esperienze.

Il primo a salire sul palco è Bertram Niessen, presidente e direttore scientifico di CheFare. Bertram ci racconta la sua esperienza come membro fondatore del collettivo sperimentale di arte elettronica “otolab”, in cui muove i primi passi da progettista culturale.
A seguito di un’intensa riflessione sulla direzione da prendere, nel 2014 entra in CheFare, piattaforma culturale che sostiene con strumenti e mezzi finanziari i progetti di innovazione culturale. Rispetto al ruolo che ricopre all’interno dell’organizzazione, Bertram si trova a valutare in prima persona la “trasmutazione di questi progetti attraverso la sofferenza” e ad operare un accompagnamento continuo dei proponenti trasmettendo loro la consapevolezza che ogni percorso di innovazione è in divenire, e che spesso l’idea iniziale viene sezionata, modificata, riadattata e implementata per assumere un’altra forma — ma pur sempre per rispondere ad un’urgenza, che lui identifica come motore propulsivo di ogni iniziativa “nuova”.

L’intervento successivo è affidato ad Alessandro Tartaglia, co-fondatore, vicepresidente, direttore didattico e direttore comunicativo de “La Scuola Open Source”, nata nell’ambito dell’iniziativa Laboratori dal Basso promossa dalla Regione Puglia. Il continuum ideale tra i due interventi è chiaro: SOS è stato uno dei progetti che ha fruito del sostegno e dell’accompagnamento di CheFare, e si è configurata come uno spazio di incontro dove svolgere didattica e ricerca, innescando un circolo virtuoso che offre corsi formativi sui temi più disparati — corsi aperti a tutti a un prezzo massimo che non supera i 250 euro e che dà la possibilità a professori, esperti e professionisti (anche internazionali) di partecipare impostando la didattica in maniera meno accademica e più partecipata.

L’ultima a prendere la parola è Sandra Aloia dell’Area Innovazione Culturale della Compagnia di San Paolo, che si occupa principalmente di dinamiche di audience development contestualmente alla domanda culturale latente. L’esperienza di Sandra per Compagnia di San Paolo in questo campo inizia nel 2015 e parte da un quesito fondamentale: che cos’è l’innovazione culturale in questo momento e come può trarre beneficio da un’implementazione dell’offerta territoriale e dell’attenta analisi della domanda? Per rispondere a questa domanda è stato estremamente importante aprirsi al concetto di “nuove professioni” in espansione, facendo una riflessione sui cosiddetti “operatori culturali” e sul loro ruolo in relazione alle istituzioni culturali e al pubblico potenziale. Sandra ci spiega l’importanza di bilanciare un’offerta estremamente ampia e una domanda culturale modesta sfruttando contesti inusuali e rompendo gli schemi tradizionali della fruizione culturale, avvicinando un pubblico considerato distante e scarsamente interessato a determinate manifestazioni o che ne viene naturalmente escluso per motivazioni logistico-organizzative.

Come partecipare al bando
A seguito degli interventi, il dottor Serra riprende la parola per congedarsi da un pubblico attento e caloroso, che trasmette la sensazione di non voler abbandonare la sala: l’invito agli innovatori socioculturali di Cagliari (e non solo) è quello di partecipare numerosi al bando per acquisire gli strumenti e le capacità necessarie a minimizzare i rischi collegati ad iniziative ad alto tasso di incertezza come quelle innovative, nella speranza di rivedersi a ottobre per l’inizio dei percorsi di validazione.

Se anche tu sei interessato, puoi cliccare qui per applicare e partecipare al bando — hai tempo fino a fine settembre!
Fino ad allora, “buoni cambiaMENTI a tutti”.

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