Circostanze occasionali

Andrea Massardo
Tangramag
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2 min readDec 17, 2018

Tenevo stretto tra le mani un bicchiere di plastica riempito di vin brûlé. Erano intorpidite dal freddo e ciò rendeva insicura la loro presa. Procedevo a passo svelto, ma non più del dovuto, facendo attenzione a dove mettevo i piedi e a non muovermi troppo bruscamente. C’era una sottile aria gelida che si mischiava al vapore caldo e speziato, sollevandolo fino al mio naso. Profumava di cannella, di chiodi di garofano e di autunno. Improvvisamente sentii una voce alle mie spalle, ma non mi voltai, perché lungo la discesa tra le bancarelle non avevo incrociato nessuno sguardo amico, o per lo meno conosciuto. Ci riprovasti, probabilmente gridando più forte perché sicuro che io non ti avessi sentito. A quel punto mi girai per capire a chi appartenesse quella voce. Era la tua voce. Era la voce del ragazzo che avevo notato pochi minuti prima di fronte al distributore di sigarette. Mi misi a ridere. Pensai a quanto fosse inspiegabile e incomprensibile il fatto che tu avessi attirato la mia attenzione e viceversa, a distanza di pochi istanti e pochi metri. Al contrario mio, non ti eri limitato ad osservarmi da lontano, cucendomi addosso una chissà quale storia inventata prendendo spunto dai miei gesti, dalle mie espressioni, dal mio modo di fare un po’ impacciato. Avresti semplicemente potuto seguirmi con lo sguardo, pensando che quel bicchiere di vin brûlé fosse per qualcun altro, e ciò avrebbe spiegato il mio passo spedito e i miei occhi un po’ spersi alla ricerca di quell’altro, infreddolito e impalato nello stesso punto in cui l’avevo lasciato pochi minuti prima. E invece hai fatto in modo che io mi fermassi e tornassi indietro sui miei passi, incuriosita e attratta da quella situazione venutasi a creare accidentalmente per coincidenze. Questo combaciare di circostanze ha fatto si che io ora mi trovi seduta di fronte a te, al tavolo di un locale in centro, a bere birra. Solitamente non ordino mai una birra, sono abituata ad ordinare qualcosa di più forte, come un Gin Tonic e a perdere la concezione della realtà, e anche un po’ di me stessa. E finisco così ogni volta ad essere travolta, più o meno involontariamente, da situazioni confuse e infine a subirne i postumi. Ma questa volta potrebbe essere diversa, potrebbero non esserci effetti collaterali immediati. E forse potrebbe anche iniziare a piacermi la birra.

Eleonora Beccaria

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Andrea Massardo
Tangramag

Il destino ha due modi per distruggerci: negare i nostri desideri oppure realizzarli.