Fermate la TAV, precedenza allo sport

Andrea Massardo
Tangramag
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3 min readNov 6, 2018

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Da sempre, nella storia politica, si è cercato di nascondere i propri fallimenti distraendo la popolazione con le grandi manifestazioni sportive. Basti pensare alle XI Olimpiadi, quelle di Berlino 1936, a quattro anni ed un mese dall’invasione della Polonia. Oppure ai grandi successi della Nazionale azzurra nel 1934 e nel 1938, quando l’Italia era una dittatura fascista. Per non dimenticarsi inoltre dei grandi atleti olimpici dell’URSS e della Repubblica Popolare Cinese. Persino Nazioni come Ungheria, Cecoslovacchia e Jugoslavia hanno avuto il loro grande prestigio calcistico e non solo sotto l’influenza del Socialismo.

Sebbene possa sembrare distante dal nostro schema di pensiero, lo sport ha sempre giocato un ruolo di copertura delle manovre politiche, non necessariamente di stampo totalitario. Infatti, risulta davvero efficace per distrarre le persone. In fondo, è molto più deprimente discutere di politica, in quanto riguarda la paura per il nostro futuro, che di una partita di calcio e di un rigore non dato, che riguarda un aspetto futile del nostro presente. Distrae, e tanto basta per poter fare quello che, se non ci fosse altro di cui parlare, verrebbe criticato.

Ancora ai giorni nostri lo sport viene usato come diversivo e non troppo distante da noi. Anzi, proprio in casa, nella città di Torino.

Sono anni che il M5S osteggia l’opera della TAV, considerata da loro inefficace, legata ad un concetto passato di futuro. Un’analisi costi-benefici è stata ordinata negli ultimi giorni, per decidere se si tratti di un’opera che “s’abbia da farsi” o meno. Che poi, considerando che si tratta di una struttura altamente tecnologica cui sviluppi risentiranno di tecnologie future (in primis la possibilità un giorno di produrre l’energia elettrica completamente da fonti rinnovabili), si avrebbe bisogno più di uno sciamano che di un team di ingegneri e contabili per redarre quel documento.

In ogni caso, la giunta Torinese, a guida grillina, ha espresso il suo parere contrario alla realizzazione dell’opera (e che non me ne vogliano gli elettori del M5S per questa definizione. Lo stop alla TAV segue il filone della “Decrescita Felice” desiderata dal buon vecchio Beppe. Sia lui o meno il capo, su queste cose purtroppo per loro ancora ha un grande peso.) Ovviamente, creando il disappunto delle imprese locali, magari esportatrici, che di quella linea necessitano come il pane, siccome tutt’oggi si viaggia passando per il traforo del Frejus, antecedente per intenderci a quello del San Gottardo, che tutto è tranne una linea all’avanguardia.

La difesa della sindaca (usiamo il termine al femminile per non offendere l’Onorevole Laura Boldrini), tuttavia, è stata, per un pubblico analfabeta funzionale, ineccepibile. In sintesi, nessuno di coloro che ha amministrato la città di Torino in passato può permettersi di criticare la sua decisione, perché nulla prima del suo arrivo è stato fatto per sviluppare l’economia locale. Sebbene da un lato probabilmente sia vero, certo è che lei si è inserita nello stesso filone. Va aggiunto però che della Torino-Lione si sta parlando, e non solamente della città di Torino. Anche se si tratta del centro maggiore, tutto il Piemonte imprenditoriale trarrebbe beneficio da quest’opera, senza parlare della componente turistica che, finalmente, per recarsi a Parigi potrebbe usare un treno cui viaggio duri meno della traversata in macchina (oppure a Londra, Barcellona, Bruxelles, Amsterdam). E magari, in futuro, inquinando anche molto meno (Questo alla fine è il pilastro della vera teoria della “Decrescita Felice”, ma quella promulgata da Latouche, con ben altra formazione rispetto al sempre caro e vecchio Beppe).

E per chi la critica, occhio che qualcosa per la città comunque si sta facendo. Sì, perché ci sarebbe la preparazione per ospitare le ATP Finals del 2021. Questo in quanto una città come Torino potrà anche un giorno rimanere scollegata dal mondo, ma una manifestazione sportiva per allietare l’animo delle persone in ogni caso deve essere proposta. Sotto lo scroscio di applausi per il tennista che per ultimo effettuerà il punto, lo spettro di un fallimento imprenditoriale è dietro l’angolo. Almeno però, quando era il Fascismo che distraeva le persone per coprire i propri crimini, alle linee di trasporto era sempre stato riservato un’occhio di riguardo.

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Andrea Massardo
Tangramag

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