OUR PLANET

Bianca Garelli
Tangramag
Published in
4 min readJun 8, 2020

Our Planet è uno tra i documentari più belli che abbia mia visto, con alle spalle una produzione colossale, in cui hanno messo le mani la BBC, il WWF e l’immancabile Netflix; è un ritratto del pianeta Terra, della sua natura e della sua vita selvaggia, narrato dal grandissimo esperto e divulgatore scientifico Sir David Attenborough nella versione inglese e da Dario Penne che, a mio parere, è alla pari del suo collega inglese, se non migliore, nella versione italiana. Our Planet risulta essere un vero prodotto di qualità, con una carica emotiva che raramente ho riscontrato in altri prodotti del genere e che spiega anche i quattro Emmy vinti. Disponibile sulla piattaforma Netflix, è formato da un totale di 8 episodi che durano circa 50 minuti ciascuno e che vi permetteranno di fare un viaggio in 7 differenti ecosistemi: le coste, le acque più profonde, le giungle, le foreste, le praterie, i ghiacciai e i deserti e nelle quali vengono analizzati gli animali che caratterizzano questi differenti habitat naturali e, cosa più importante, viene spiegato come l’intervento umano (inquinamento, pesca dissennata, piantagioni di palme nella foresta amazzonica, per fare solo alcuni esempi) abbia danneggiato gravemente questi ambienti. Questo documentario vanta immagini esclusive, di rara bellezza e dal forte impatto: non per niente è stato realizzato in 4 anni, con una equipe di più di 600 operatori, che sono rimasti appostati per mesi, solo per ricavare pochi minuti di riprese mozzafiato: guardatevi l’episodio sulle foreste, per capire di cosa sto parlando.

Our Planet, però, non parla solo dell’effetto devastatore e dell’impatto senza precedenti che l’essere umano ha su questo pianeta, bensì dona anche una speranza. Infatti vi sono illustrati moltissimi esempi di luoghi in cui la legislazione, volta a eliminare il bracconaggio, la pesca irregolare e/o l’inquinamento e un rigido controllo abbiano permesso di rinstaurare un equilibrio, donando nuova vita alla Natura. Addirittura viene mostrata Chernobil, impossibile da vivere per l’uomo e distrutta proprio a causa di quest’ultimo, ma popolata, dopo trent’anni, da una fitta boscaglia, con lepri, volpi e colombi.

Ecco il primo motivo per guardare questo documentario: dona speranza. Speranza nell’uomo, perché mostra come vi siano persone che ci credono e continuano a combattere, affinché il pianeta possa prosperare ancora. Speranza nel mondo animale, perché non è troppo tardi per permettere loro una seconda vita. E speranza nel pianeta Terra, la nostra casa, che nonostante tutte le atrocità che ha dovuto subire ci vuole ancora bene e riesce a recuperare ai nostri anni di sfacelo in molto meno tempo di quanto potremmo pensare: vi sono riserve naturali che solo pochi anni dopo essere state dichiarate protette hanno potuto recuperare le loro peculiarità ecologiche. Inoltre, si ragiona sul concetto di diversità e sul fatto che è essa a mantenere attivo e vivo il nostro pianeta. Aveva proprio ragione il Re Leone: siamo tutti un’unica realtà. Inoltre si può firmare una petizione Add your voice (link al fondo dell’articolo)per rendere ancora più forte il coro di voci che arriva da tutto il mondo, che faccia pressione sui politici affinché si prendano delle reali e concrete decisioni per contrastare la catastrofe climatica: “because the planet is ours and now we determine nature’s survival”.

La soluzione è alla nostra portata: apriamo gli occhi, prendiamo coscienza di ciò che ci sta succedendo, di ciò che viviamo. La neve, il caldo, la pioggia, la nebbia che non rispettano più i cicli stagionali di quando eravamo bambini (effettivamente non esistono più le stagioni di una volta), le meduse che sempre più spesso arrivano fin da noi nel Mediterraneo rendendo impraticabile la balneazione, i fuochi che mangiano chilometri di foreste, gli orsi polari ridotti a carcasse malnutrite in cerca di preda … oggi il cambiamento climatico è di fronte ai nostri occhi e non ci è più permesso chiudere gli occhi o pensare che intanto da noi arriverà in futuro: il futuro è qui e bussa alla nostra porta. Abbiamo 20 anni per dirottare la bomba che abbiamo innescato molti anni fa. Abbiamo 20 per trovare una soluzione per noi, per i nostri figli e per il nostro pianeta.

Questo documentario ci mostra che non è tutto perduto, non ancora! La nostra Terra possiede una resilienza (detta facile facile, sarebbe la capacità di risorgere dalle proprie ceneri) che gli psicoterapeuti si sognano e che ci può salvare. Il nostro pianeta Terra si adatta e sopravvive e dove ci sono intere foreste di corallo morte, dopo pochi anni torna la vita, torna il ciclo vitale e si ristabilisce un equilibrio. Avete presente Il Vecchio e il Bambino di Guccini? Non voglio essere il nonno che racconta al nipotino che cosa sono gli alberi, perché il bambino non ne ha mai visto uno. Non voglio lasciare in eredità un pianeta ridotto al lastrico. Io posso fare qualcosa e a 50 anni voglio poter guardare in faccia mio figlio senza dovergli chiedere scusa per il futuro di morte a cui io ho contribuito, personalmente.

Tutti possiamo fare! Nel nostro piccolo e insignificante mondo possiamo rendere significativo ogni più piccolo gesto.

Come dice David Attenborough: do something that we humans are very good at: change the world!

Bianca Garelli

--

--