Effimerismo: due chiacchiere con Fra.Biancoshock

Alberto Gerin
Tasc
Published in
5 min readApr 25, 2014

L’altro giorno, girovagando tra i siti dedicati al mondo dell’arte contemporanea e “di strada”, sono incappato nell’opera che vedete riprodotta qui sopra: incuriosito, mi sono chiesto chi e dove, sicuro di ritrovarmi faccia a faccia con qualche artista di Staten Island o di Londra, ed invece ho scoperto Fra, che “artista non è”. O meglio.

Come ritrovarsi artisti senza esserne consapevoli

frabiancoshock-1

Fra.Biancoshock è “un ragazzo qualunque, che ama comunicare alle persone comuni, quelle che tutti i giorni percorrono le strade per andare a lavoro, per portare avanti le proprie vite”. Tutto è partito da Milano, dal writing, dai graffiti, dalla cosiddetta streetart: la voglia ed il bisogno di comunicare a tutti, l’esigenza ossessiva di voler trasmettere messaggi e suscitare emozioni l’ha portato poi a staccarsi dalla nicchia e dedicarsi all’arte nelle sue diverse sfumature.

Si comincia dalla vita vissuta, dunque, dal profondo bisogno di sfogo personale, con ritmi a dir poco accelerati -ai tempi realizzavo un intervento ogni due giorni- e periodi molto proficui per il proprio sfogo personale; non c’è un’opera o un momento che abbiano cambiato questo suo atteggiamento nei confronti dell’arte, ma una costante crescita ed evoluzione, che portano Fra all’attenzione di un pubblico quantomai curioso ed al suo riconoscimento inconsapevole. Nasce così l’artista Fra, e con esso la necessità di definire la propria opera: Effimerismo, that’s it!

Le sue opere le possiamo ritrovare per le strade di tutta Europa, dal Portogallo all’Ungheria, passando per la Croazia, sino ad arrivare in Malesia ed a Singapore. Mica male per essere etichettati dal pubblico come artisti senza nemmeno rendersene conto.

Effimerismo: perché?

frabiancoshock-5

“Prima di tutto, Effimerismo è una provocazione” ci racconta Fra; e lo prendo in parola, quando mi perdo tra le fotografie delle sue opere sul sito. Una provocazione spesso forte, per vivere emozioni ed andare avanti senza mai fermarsi: fermarsi difronte ai divieti? Davanti alla società, che effimera appare sempre più? O vivere il tempo, ogni singolo istante che ci è concesso, riflettendo?

Dietro a Biancoshock c’è un’esigenza ossessiva di voler trasmettere dei messaggi nel modo più immediato ma originale possibile.

Banksy è, per chi bazzica poco l’arte di strada, il guru: grazie alla tenacia ed alla potenza mediatica che è stato in grado di crearsi ed al riconoscimento dei suoi messaggi, spesso puri ed idealisti, è noto al mondo intero ma allo stesso tempo è ancora sconosciuto.
Biancoshock si mostra al pubblico con un passamontagna nero, per (non) attirare l’attenzione su di se e per accentuare il significato della sua opera: veicolare messaggi importanti tramite opere di strada, atte a far riflettere tutte quelle persone che, passandoci davanti nel tragitto per andare a scuola o rientrando a casa dal lavoro, sono più facilmente avvicinabili.

L’Effimerismo è un movimento che si prefigge lo scopo di produrre opere d’arte che esistano in maniera limitata nello spazio, ma che persistano in maniera infinita nel tempo.

Un punto di vista sulla streetart

frabiancoshock-2

Arte di strada, in quanto tale facilmente cancellabile nel breve tempo, ma fruibile da tutti. Termine generalista, abusato da coloro che trattano il fenomeno da esterni nel momento del suo boom mediatico, ma che funziona, almeno per quanto riguarda il suo significato più letterale.
“Streetart finisce però per racchiudere (erroneamente) troppe modalità espressive artistiche differenti” secondo Biancoshock “è un termine risucchiato dal vocabolario dei media, pertanto ci si trova a parlare di street art riferita ai graffiti, alle installazioni urbane, agli stencil, a foto idiote esilaranti che girano sulle pagine di Facebook, sfornate quotidianamente da dietro un computer. Io non mi sento uno street artist”.

Influenzato da artisti meno mediatici di Banksy ma altrettanto graffianti ed innovativi, Fra identifica i propri punti fermi in The WA, nell’americano, berlinese d’adozione, Brad Downey, in Evan Roth, anch’egli americano ma stabilitosi a Parigi, e nel francese Mathieu Tremblin, che vive e lavora tra Rennes ed Arles.
Gli stimoli e le interazioni tra diverse modalità nel mettere in atto un intervento artistico caratterizzano da sempre Fra, a cui piace mettersi alla prova costantemente con materiali, strumenti e tecniche molto diverse tra loro: dal riuso di materiali di scarto alla vernice, fino alla fotografia, nulla è convenzionale e canonico.

Dal vivo, è tutta un’altra storia

frabiancoshock-4

Dalla prima collettiva a Lavaggi Visivi di Milano nel 2010 al festival Relazioni di Rosarno, passando per la solo exhibition Ephemeralism di qualche settimana fa. Quello che spesso m’incuriosisce nella storia di un artista, è la partecipazione ad eventi live, non soltanto le rassegne, ma i veri e propri lavori in corso, come vengono vissuti in prima persona.
Ed ecco allora che prontamente lo chiedo a Fra:

L’evento live, il festival, sono dei momenti che vivo ancora in maniera strana, a volte non del tutto positiva. È un momento in cui mi ritrovo in situazioni diverse da quelle mie abituali: sono solito intervenire in strada in totale autonomia esprimendo ciò che in quel momento mi viene in mente e osservando poi la reazione delle persone che incontrano i miei lavori.
In queste occasioni invece è tutto diverso: vi è quasi sempre un tema, una situazione diversa, un pubblico e un’organizzazione che ha delle aspettative nei tuoi confronti.

Non sempre facile, dunque, l’approccio e l’interazione con il pubblico di Fra: le regole possono essere restrittive, con una linea da seguire, vincoli da rispettare, una giuria o un pubblico da soddisfare.
Per contro, il numero di artisti con cui si viene a contatto e si lavora fianco a fianco, di persone comuni che si incontra e con cui nascono profonde e inaspettate amicizie sincere, vale la pena a recuperare tutte le ansie e le apprensioni del momento.
“Perché, alla fine, il pubblico è il mio motore, la mia benzina, lo specchio in cui guardare cos’è davvero Biancoshock.”

Lascio partire Fra per il prossimo evento StreetArtAXA ad Oporto, convinto di aver avuto l’occasione di fare quattro chiacchiere, anche se virtuali, con uno degli artisti italiani più interessanti degli ultimi anni.

frabiancoshock-3

Per continuare a seguire Fra, oltre agli indizi sparsi nel testo, vi lasciamo i suoi indirizzi social Facebook, Twitter, Youtube, Tumblr.
Tutte le foto appartengono a Myst-R e Fra.

--

--

Alberto Gerin
Tasc
Writer for

Personal-growth addicted, some music&books&films lover, editor & copywriter.