Frostscape, un nuovo modo di viaggiare

Alessandro Ionni
Tasc
Published in
5 min readMar 8, 2016

Si dice spesso che le idee sono nell’aria, e girando online si vedono spesso idee molto simili nate in posti diversi. Mentre navigavo in rete cercando qualcosa di interessante mi sono imbattuto in un logo che mi era molto familiare. Vi ricorda qualcosa?

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No, non era il nostro logo di Grafite (anche vecchio logo di Tasc), ma di un altro progetto. Parliamo di Frostscape.

Ricordate i grandi esploratori del passato? Di certo avevano mezzi molto meno tecnologici dei nostri, ma esplorare delle zone poco urbanizzate del mondo, tutt’oggi, non è di certo una passeggiata. Gli esploratori hanno un nuovo volto e nuovi obiettivi: ci sono quelli che hanno fatto del viaggio un lavoro attraverso il blogging, chi ha abbastanza soldi da permettersi di viaggiare senza preoccupazioni e chi viaggia per sfidare e conoscere sè stesso.

viaggiare

Mattia Vettorello fa parte di quest’ultima categoria. Ad Agosto di quest’anno è partito per l’Islanda dove ha girato per un mese in solitaria le zone desertiche dei ghiacciai più grandi d’Europa per la bellezza di 806 km.

Armato di vestiti tecnici, zaino con provviste e accessori, tenda per la notte e un buon allenamento fisico, ha sfidato le fredde notti, le tempeste di sabbia del deserto roccioso e la forza dei fiumi presenti in queste zone.

Dopo questa conoscenza fortuita ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda sul suo viaggio e sul suo stile di vita.

Ciao Mattia, per iniziare raccontaci di te, chi eri prima di iniziare questa esperienza?

Sono un progettista. Prima di Frostscape collaboravo con uno studio di Design, che mi aveva preso per le mie capacità progettuali e commerciali. Avendo visto anche altre realtà lavorative oltre oceano, in Australia, ho capito che questo non faceva per me. Mi piace progettare e fare il commerciale; ho messo insieme i ruoli dando vita ad un progetto che mi permettesse di coltivare al meglio queste mie capacità. Lì sentivo di non star bene, e ho deciso di fare un cambiamento. Non è stata una scelta facile. Mi sono confrontato con persone a me care, familiari e amici, e alla fine ho preso la decisione, forse più difficile, ma più redditizia: vivere la vita, il singolo istante. Io sono dell’idea che se le cose non vanno bisogna trovare subito una soluzione, e qualche volte scegliere per il cambiamento.

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Cosa ti ha spinto a cambiare così radicalmente la tua vita?

Non è stato un cambio radicale, ho sempre viaggiato con l’intento di esplorare il luogo dove andavo. Il cambiamento lo si può notare nella scelta della destinazione, come l’Islanda. Luogo che può riservare diversi imprevisti. Proprio per questo motivo ho scelto una terra ostile e a me sconosciuta. Lì ho avuto la possibilità di confrontarmi coi miei mezzi e le miei capacità.

Qual è stata la cosa più emozionante che ti è successa durante il viaggio?

Come scrivo nel libro Materia Instabile, la sensazione di Libertà che ho provato durante l’intera spedizione. L’essere circondato da grandi spazi, dove sei un piccolo puntino in mezzo ad un’elegante vastità, lasciava a me stesso la possibilità decisionale su cosa fare e come farla seguendo i tempo naturali nell’arco della giornata. Un connubio tra uomo e natura.

Qual è la cosa più bella che hai visto?

L’Islanda.

Cosa pensavi la sera, solo nella tua tenda?

La tenda è stata la mia casa per l’intera spedizione. Nel momento in cui la montavo sapevo che per quella giornata avevo finito di camminare e potevo rilassarmi.

Ne approfittavo di stare in silenzio e ascoltare i suoni, soprattutto quello del vento, che non mancava mai. Attorno a me c’era la natura, l’incontaminata natura. Osservandola pensavo a quante e a quali cose potremmo imparare da un sistema così antico come la Terra. Un altro pensiero che qualche volta sorgeva nella mente era legato a quest’era del consumismo, molto basato sull’apparire e non su quello che si è veramente. Io lì in mezzo alla natura Islandese non ero altro che un piccolo puntino, desideroso di vincere una sfida con me stesso, per conoscere meglio me e quello che mi stava intorno.

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Dove prendi, se vuoi dircelo, le risorse economiche per questo progetto? I viaggi si sa, anche se si spingono i consumi al minimo, sono costosi.

Frostscape vuole essere un veicolo di valori e principi, diverse aziende abbracciano tale filosofia sponsorizzandone il progetto.

Quanto è importante avere una persona nel mondo civilizzato che faccia da centro informazioni e campo base?

Sicuramente sapere le condizioni meteorologiche dei giorni a venire è importante per decidere se stare fermi quel determinato giorno o proseguire.

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Prossima tappa?

Nepal, parte del ricavato del libro Materia Instabile andrà a finanziare la realizzazione di una scuola in Nepal, precisamente quella a Rajban. Per questo collaboro con un’ottima associazione che si chiama Finale For Nepal. Mi sono affiancato a loro per la passione e determinazione che mettono nei progetti. Devo dire che mi sono rivisto molto in Carlo, direttore di FFN.

Consiglieresti questa esperienza? Se sì, perchè?

Non posso consigliare qualcosa dove c’è un alto rischio, ma posso suggerire di provare a realizzare un progetto che si ha nel cassetto.

Siete pronti a viaggiare così?

Vi lasciamo a questo punto con un video fotografico dell’esperienza di Mattia e vi invitiamo tutti a pensare di fare un viaggio come il suo, sia come esperienza introspettiva che come esperienza di vita. Inoltre vi consigliamo di dare un’occhiata al suo sito e al suo libro fotografico sull’Islanda “Materia Instabile”. Per ogni copia del libro che acquisterete una percentuale sarà utilizzata per la pianificazione di un nuovo viaggio e una parte sarà devoluta ad un ente benefico per la costruzione di una scuola in Nepal per permettere anche ai bambini colpiti dal terremoto di avere un futuro migliore.

Se avete domande o curiosità per Mattia scrivetele pure nei commenti e lui sarà lieto di rispondervi. Al prossimo viaggio!

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Alessandro Ionni
Tasc
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