I tappeti “illusori” di Faig Ahmed

Lavinia Maisto
Tasc
Published in
3 min readNov 27, 2015

A metà strada tra esplorazione di frontiere innovative e rispetto della tradizione millenaria troviamo i tappeti dell’artista tessitore azerbaijano Faig Ahmed, che si pongono perfettamente in equilibrio tra questi due poli opposti ma non così inavvicinabili. Ed ecco fuoriuscirne delle opere del tutto surreali, interamente tessuti a mano, che prendono vita da una progettazione digitale innestata a sapienti tecniche artigianali secolari, tipiche dei tappeti azeri. Faig parte dagli spettacolari pattern del suo paese, l’Azerbaijan, fino ad arrivare a quelli di diverse aree geografiche e, con l’introduzione di tecniche 3D, manipola e sconvolge l’elemento originario, per creare delle opere che rompono gli schemi con la tradizione più conservatrice. Nell’universo di quest’artista, passato e presente si mescolano, valorizzandosi a vicenda.

Osservando questi capolavori è semplice sprofondare tra le trame avvolgenti ed illusorie, fino a perdersi in un universo tridimensionale fatto di forme destrutturate e lampi cromatici; sembra quasi che questi tappeti siano così vivi e seducenti. Tutto è giocato sull’espressione di una voglia di libertà che però non vuole spingersi oltre lidi delimitati e sicuri: la sperimentazione contemporanea si amalgama con la tradizione, intoccabile, senza abbandonarla mai.

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Se volete apprezzare dal vivo i tappeti “illusori” di Ahmed, potrete attualmente trovarli al Boston Museum of Fine Arts, dove rimarranno esposti fino al 10 gennaio 2016.

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