Perché Dropbox ha abbandonato Carousel

Luca Argenziano
Tasc
Published in
4 min readDec 28, 2015

Come probabilmente già saprete, nel Febbraio 2016 Dropbox chiuderà per sempre Mailbox e Carousel. Entrambi questi prodotti sono entrati a far parte della famiglia di Dropbox a seguito di acquisizioni costate svariati milioni di dollari: Mailbox venne acquistata mentre era ancora in fase beta per 100 milioni, mentre Carousel, seppur sviluppato in-house, ha visto il team crescere di numero grazie all’acquisizione di Loom, un altro servizio dedicato alla gestione delle librerie foto personali via cloud.

Sebbene il mondo sia in lutto per Mailbox, che è riuscita ad innovare nel modo di gestire la posta su mobile (e non solo), io sono tremendamente dispiaciuto per Carousel. Vi racconterò il perché, ed anche il motivo che, secondo me, ha portato Dropbox a compiere questa scelta.

Devi capire il significato di una foto

Ad oggi esistono una miriade di servizi per la gestione delle librerie foto personali; Google, Apple, Microsoft e Amazon sono entrate nella partita, offrendo servizi discreti a costi stracciati. Perché Carousel era migliore? Non usciva preinstallato su nessuno smartphone, non offriva storage illimitato “gratis”, non supportava estensioni per modificare le foto e non aveva nessuna app per desktop, ma io l’amavo.

Carousel-App-Hands-On-3

I flashback, gli album condivisi (che su Google Foto sono appena arrivati), la griglia di visualizzazione del rullino e il design dell’app in se ti fa capire che in Dropbox avevano capito cosa vuol dire voler conservare una foto.

Voi cosa ve ne fate delle vostre foto? Io generalmente le conservo come ricordi, che amo condividere con le persone che hanno vissuto quel momento specifico con me (privatamente, non su Facebook) e che poi, puntualmente, dimentico nel mio immenso archivio di foto (quasi 20 GB). Ecco perché amo i flashback di Carousel: uno a settimana, per rivivere un momento della tua vita passata che magari non ricordi più, per ricordarti di scrivere a quel tuo vecchio amico che non senti da una vita, insomma per far fare alle foto il loro lavoro.

Idem per gli album condivisi: quante volte vi è capitato di essere con un gruppo, farvi una foto tutti insieme, e poi… “falla anche col mio”, “anche col mio”, … insomma, ci siamo capiti. Avere la possibilità di unire le foto fatte da varie persone all’interno di un album condiviso era bellissimo; si potevano commentare, venivano trasferite da un archivio cloud all’altro (sì, non dovevate scaricare 1 GB di foto per averle per sempre), insomma funzionavano alla grande.

Ok, forse sono tutte sciocchezze e io sono paranoico, ma credo che non esista nessun’altra app per la gestione delle foto così ben fatta.

E allora perché chiuderla?

La risposta ufficiale è: “per concentrare il team su nuovi modi di collaborare”. La mia risposta è: “perché l’utenza consumer non paga”. Pensateci: Dropbox guadagna vendendo archiviazione sul cloud; quanti nuovi abbonamenti gli avrà portato Carousel? Viviamo in un mondo in cui gente con un telefono da 800 euro in tasca ti dice “chiamami che non ho credito”, non dimentichiamocelo.

Perciò, se ufficialmente in Dropbox avevano bisogno che quel team si occupasse d’altro, ufficiosamente hanno dedotto che l’utenza consumer non paga, ma l’utenza business sì, e perciò è li che vogliono investire le loro migliori risorse.

Conclusioni

Questa storia, come al solito, mi ha fatto fermare a riflettere. Io credo di far parte di un gruppo molto ristretto di persone, che vedono il denaro come uno strumento da utilizzare per acquistare prodotti e servizi che ci soddisfano; per questo non mi scandalizzo a pagare 10€ al mese per ascoltare la musica in streaming, 15€ al mese per poter usare il mio telefono come desidero, 1€ al mese per avere su iCloud lo spazio che ritengo necessario ecc. La filosofia predominante, tuttavia, credo sia (citando il buon Checco Zalone): “Gratis? Accetto”.

E chissenefrega se il servizio è scadente, se i soldi che io non pago vengono guadagnati dall’azienda rivendendo le mie informazioni personali, se il mio telefono 4G naviga in 3G perché il 4G costa 1€ al mese in più… l’importante è che pago meno soldi possibile.

Personalmente, credo che questa filosofia sia sbagliata. Non voglio fare il moralista, ma secondo me un gran bel prodotto/servizio merita di essere pagato; non soltanto perché qualcuno ci ha lavorato, ma perché pagandolo lo preserviamo. Inseguendo la gratuità ci ritroveremo in tasca roba che non ci piace, che non ci serve, che non ci appaga, e il portafoglio pieno di banconote che non ci serviranno a nulla.

Misurare il mondo in euro è sbagliato; c’è del valore nelle cose, e l’euro è solo un mezzo per farle proprie.

RIP Carousel. E…Drew, se mi senti: rendilo open-source, per favore!

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