Quattro ettari di foresta, in un’alga

Alberto Gerin
Tasc
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3 min readSep 3, 2014

Architettura bio-digitale. No no, fermi, non spaventatevi davanti a simili paroloni!
Andiamo a scoprire assieme cosa s’intende per bio-digitale.

Urban Algae Canopy, l’opera

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L’installazione si trova a Milano e fa parte del progetto Future Food District dello studio Carlo Ratti Associati. Presentata in anteprima al Fuorisalone 2014 (un antipasto del prossimo EXPO 2015), la struttura unisce colture di microalghe e protocolli di coltivazione digitale in tempo reale. Ovvero? Un organo architettonico in grado di controllare flussi di energia, di calore, di anidride carbonica e d’acqua in base alle condizioni meteorologiche e, soprattutto, al movimento di visitatori.

Il perché della ricerca, durata qualcosa come sei anni, ce lo spiegano direttamente i due fondatori dell’italianissimo, anche se nato a Londra, ecoLogicStudio, Claudia Pasquero e Marco Poletto: non i soliti “semplici” architetti dunque, ma due esperti ed appassionati sperimentatori del design urbano e digitale, nonché sostenitori convinti della necessità di abbattere le barriere di divisione tra tecnologia e natura, che ha caratterizzato l’età meccanica.
La visione a cui aspirano in architettura è proprio quella sistemica, in cui tutto si relaziona e si interfaccia, e che appunto si ritrova in Urban Algae Canopy, prototipo capace di unire le dimensioni spaziali, materiali e tecnologiche.

Ma cos’è davvero questo UAC?

Per comprendere meglio le caratteristiche di Urban Algae Canopy ci rifacciamo al video che lo studio ha messo online ad Aprile:

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=bC7yLdYbnkU[/youtube]

Detto in parole povere: è la prima copertura (sì, diventerà un tetto, avete capito bene) al mondo in grado di produrre ossigeno e biomassa da microalghe; quando l’intera opera sarà terminata, nella piazza centrale dell’EXPO, avremo 150 chili di biomassa prodotta, e non una lattina scarsa d’ossigeno, bensì l’equivalente di 4 ettari di bosco (40mila m²)…al giorno!

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Rendering del padiglione Future Food District con, al centro, la copertura Urban Algae Canopy.

Perché alghe…micro?

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Le microalghe sono in grado di produrre ossigeno e fissare una considerevole quantità di anidride carbonica, molta di più in relazione alle dimensioni rispetto ad una pianta terrestre: potrebbero perciò integrare il verde urbano, migliorando l’assorbimento della CO2 e, se utilizzate come rivestimento per edifici, aumentarne il raffreddamento passivo. Quando il sole brilla nel cielo, le alghe producono fotosintesi e crescono, aumentando così l’ombreggiatura e riducendo la trasparenza del tetto.

Queste eccezionali proprietà delle microalghe sono esaltate dalla loro coltivazione all’interno del sistema di rivestimento a 3 strati, in ETFE (etilene tetrafluoroetilene), frutto della collaborazione con l’azienda specializzata Taiyo Europe. L’EFTE è un polimero di plastica trasparente più leggero ed isolante rispetto al vetro, con un’incredibile capacità di resistenza alla corrosione in un ampio spettro di temperature, e per questo viene molto usato nelle coperture delle grandi costruzioni, ad esempio negli stadi.
Una tecnologia di saldatura a CNC (computer numerical control, macchine ad altissima precisione meccanica) congiunge i triangoli, detti cuscini, di questo sistema, ed ha consentito a Claudia e Marco di controllare il comportamento fluidodinamica dell’acqua, in movimento attraverso di essi.

Interazione uomo-natura

Saranno i visitatori a beneficiare di Urban Algae Canopy per l’ombreggiamento, influenzando il tetto in tempo reale: le elettrovalvole vengono attivate dalla presenza umana, per modificare il flusso algale attraverso la copertura. In ogni istante trasparenza, colore e ombreggiatura saranno il risultato di questo aggregato di relazioni tra microalghe, umanità e clima, con un vantaggio economico ed ecologico notevole.

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Avevo già parlato di microalghe legate all’architettura: se volete approfondire date un’occhiata qui al progetto di Wilhelmsburg, in Germania.

Tutte le immagini sono proprietà esclusiva di ecoLogicStudio.

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Alberto Gerin
Tasc
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Personal-growth addicted, some music&books&films lover, editor & copywriter.