TimSky e Super HD — news sullo streaming nel nostro salotto

Luca Argenziano
Tasc
Published in
4 min readJun 22, 2015

È parecchio che non commentiamo ciò che accade nel mondo dell’intrattenimento, qui su Tasc. Per quanto i nostri cuori siano già ad Ottobre, quando finalmente Netflix sbarcherà in Italia, qualcosa si è mosso tra chi, in Italia, c’è già; nulla di esaltante, sia chiaro, ma meglio che niente. Vediamo di che si tratta.

TimSky e la nuova offerta per lo streaming

La prima novità porta il nome di due società che conosciamo bene: Tim e Sky. Perché Tim e non Telecom Italia? Perché quest’ultimo brand è destinato a sparire, ma questa è un’altra storia.

Insomma, ciò che è successo è che Sky ha creato un “nuovo” MySkyHD, che può ricevere il segnale via internet invece che via satellite. Wow. Tutto qui? Sì, tutto qui.

[youtube width=”800" height=”427"]https://www.youtube.com/watch?v=BjOo9c4mGDY[/youtube]

Ovviamente quando è stato fatto l’annuncio di questa roba (hanno addirittura scomodato Federico Buffa per lo spot TV) sono rimasto deluso; c’era parecchio hype nell’aria, si assaporava il clima delle grandi rivoluzioni, “Sky sta facendo qualcosa internet-based”, e invece tutto quello che hanno tirato fuori è un MySkyHD sbloccato, per dirla semplice.

Uno si aspetta che arrivi un servizio della madonna, che ti permette di guardare tutto Sky su qualsiasi dispositivo via internet (browser o app), che il catalogo di Sky On Demand diventi in HD (sarebbe anche ora), che abbandonino Silverlight (soprannominato l’ammazza-batterie-dei-pc) a favore dell’HTML 5, e invece ti presentano la solita fuffa, talmente mal pensata che il Wifi non ce l’ha manco, e per poterlo connettere via Wifi ad internet devi metterci sopra un altro box collegato via cavo di rete, chiamato Sky Link, grande come un’Apple TV e che in sostanza è solo un hub Wifi. Cosa dirvi? Wow.

Sky Link

Ma poi perché spacciarlo per un nuovo prodotto? E perché chiamarlo TimSky se il ruolo di Tim è solo “marketing” (non c’è esclusiva nel servizio, potete attivarlo pure se avete TeleTu)? Boh, per come la vedo io è l’ennesimo specchietto per le allodole, della serie “sappiamo che il futuro è l’IPTV, ma non vogliamo darvela quindi ciao”; spero non ci abbiano speso troppi soldi su sta roba.

Avanti il prossimo: Super HD

OmmioddioIlSuperHD: è una roba presa da Star Trek? Riempie un sacco la bocca Super HD, roba che l’Ultra HD a confronto è una pippa. E invece no. Il Super HD in realtà non esiste: è una trovata di marketing per farvi credere che stiate guardando una roba indescrivibilmente bella, quando invece vi basta accendere il PC per capire che vi hanno preso in giro.

Già, perché il “Super HD” deriva da questo, se non lo sapete: i file vengono molto compressi prima di essere resi disponibili su On Demand, raramente superano 1 GB di dimensione; i file in Super HD, invece, vengono compressi un po’ meno, lasciando un po’ di respiro alla riduzione del rumore, ad esempio. Questo consente di avere a disposizione un file più completo, con colori più accesi, suoni più definiti, ecc. Ma a che prezzo?

Super HD

Beh, Sky non rende disponibili i contenuti in Super HD su On Demand, ma solo in Push VOD; per parlare facile, questi contenuti in Super HD vengono pre-caricati sui vostri MySkyHD, generalmente di notte (il traffico dati dai satelliti Sky è molto basso in quelle ore, quindi possono sfruttare la banda disponibile); perciò solo alcuni contenuti scelti possono essere visti in Super HD, e quando spariscono dalla sezione “Scelti per te” non li beccherete mai più in quella qualità.

Su Infinity invece funziona diversamente: i contenuti in Super HD sono disponibili On Demand, perciò ad esempio potrete vedere la terza stagione di Orange is the new Black in Super HD in streaming se vi va, a patto di avere un’ottima connessione ad internet, sia chiaro.

Conclusioni

Insomma, un’altra occasione persa? Secondo me sì. È vero che la TV di nuova generazione basata sullo streaming è un mix di molti fattori: contenuti innanzitutto, poi qualità, disponibilità via internet, multi-piattaforma, ecc. Però temporeggiare non sempre è la mossa giusta.

Guardate cos’è successo nel mondo della musica (un altro mondo basato sulla detenzione dei diritti): lo streaming era ciò che tutti volevano, ma la Apple temporeggiava, offrendo fuffa spacciata per rivoluzione (iTunes Radio? Anyone?). È arrivata Spotify, ha portato ai clienti ciò che volevano, e ora l’80% della musica ascoltata in streaming nel mondo passa per Spotify; la Apple si è trovata spalle al muro e ha dovuto pagare 3.6 miliardi di dollari per portarsi a casa Beats Music e provare a recuperare terreno prima che fosse troppo tardi.

Non voglio gufarla, ma a ottobre in Italia arriva Netflix, che porterà anche il catalogo in 4K (e sticazzi se la rete non regge il traffico, non è un loro problema); Sky, Mediaset, ce li avete 3.6 miliardi cash per recuperare il terreno che perderete?

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