Dai “banchi” ai progetti: due storie transitate per la Scuola di Tecnologie Civiche di Torino

luca indemini
Tecnologie Civiche
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4 min readOct 26, 2016

Arianna Toniolo e Alberto Bitonti hanno partecipato alla prima edizione della Scuola di Tecnologie Civiche. I quattro giorni torinesi si sono rivelati un importante momento propulsivo per sviluppare i rispettivi progetti in ambito Civic Tech: Opendatagiustizia e OpenLobby.

Scuola di Tecnologie Civiche — 19–22 maggio 2016, Rinascimenti Sociali, Torino

CONOSCERE LA GIUSTIZIA ATTRAVERSO I DATI

«Opendatagiustizia è nato dopo la mia partecipazione alla Scuola di Torino: nella giornata di sabato è stato di ispirazione l’intervento di Maurizio Napolitano sull’importanza dei dati per qualsiasi progetto — spiega Arianna Toniolo — Ritornata in C.O.Gruppo, la società di consulenza bolognese per la quale lavoro, il tema open data e giustizia è emerso in modo naturale, visto che ci occupiamo anche di organizzazione giudiziaria».

Come utilizzare i dati che il sistema giustizia gestisce, per prevenire e per curare le situazioni di conflitto, e per gestire al meglio la macchina organizzativa degli Uffici Giudiziari?

La domanda è stata posta in maniera aperta, attraverso il contest Opendatagiustizia, aperto fino al 31 ottobre.

«Avremmo potuto fare il tutto in casa, ma ci interessa da un lato provare a pensare “out of the (justice) box”, dall’altro creare una comunità che sia di stimolo per il Ministero di via Arenula su questo punto delicato», spiega Arianna Toniolo.

Il claim del contest è ambizioso: “Conoscere la giustizia attraverso i dati, per migliorare il Paese”, ma la prosepettiva ha solide basi: «Come più volte sottolineato dalle Istituzioni internazionali, l’affidabilità del sistema giudiziario incide sul rating italiano. La Banca Mondiale nel suo ultimo rapporto annuale Doing Business 2016 certifica un lieve miglioramento della posizione del nostro paese dal 147° posto al 111°, anche grazie al miglioramento sui tempi di trattazione del contenzioso commerciale. Immaginare che sia possibile avere una lettura trasversale dei dati che sono creati dal sistema giudiziario contenzioso può aiutare una azienda a comprendere se, in che modo, in quanto tempo abbia senso intentare la causa di fronte al Tribunale competente — spiega Arianna — Inoltre un modello come questo potrebbe avere anche altri impatti possibili, due esempi su tutti: il mercato immobiliare potrebbe beneficiare dei dati degli immobili oggetto di esecuzione/fallimento; inoltre le politiche sociali degli Enti Locali potrebbero fortemente essere aiutate dalla conoscenza dei dati sugli sfratti, violenze di genere o dei fallimenti, anche per sostenere ad esempio i workers by out».

L’importanza dei dati e quegli stimoli raccolti da Arianna a Torino, tornano anche durante la Scuola di Napoli: venerdì 18 alle 9 si apre il panel “Data Culture”, che vedrà gli interventi Stefaan Verhulst, Chief of Research at The GovLab; Maurizio Napolitano, Head of Unit of Digital Commons Lab, FBK; Andrea Borruso, Senior Developer, Panoptes & Data Specialist, Ondata e Confiscatibene.it.

LA TRASPARENZA NEI PROCESSI DI LOBBYNG

Genesi più lunga, quella del progetto OpenLobby, a cui Alberto Bitonti lavora da alcuni anni: «La Scuola di Torino è stata l’occasione per rifinire alcuni dettagli e subito dopo ho messo in campo la squadra per dare forma all’idea. L’obiettivo è realizzare una piattaforma che aiuti a risolvere i problemi di trasparenza nei processi di lobbyng esistenti. Siamo in fase di sviluppo, contiamo di essere online nei prossimi mesi».

Il tema è di quelli delicati: dal 1976 si cerca di regolarlo a livello legislativo, con oltre 50 disegni di legge, che però non sono mai arrivati in aula. «Sono scettico che possa essere questa la strada — spiega Bitonti –. Preferisco un approccio più in stile innovazione sociale: non aspettiamo il legislatore, puntiamo a offrire uno strumento pratico per risolvere il problema. Non fancendo pressione, ma rendendo conveniente per tutti gli attori l’utilizzo della piattaforma. Con un sistema di lobbyng traspatrente il decisore pubblico troverebbe maggiore legittimazione nelle proprie decisioni e i lobbisti sarebbero riconosciuti come attori coinvolti in un processo deisionale della pubblica amministrazione».

Il tema del lobbyng sarà affrontato a Napoli sabato 19: dalle 9 alle 11, Alberto Alemanno, Academic, Social Entrepreneur, Co-founder thegoodlobby.eu, e Damien Lanfrey, Chief Innovation Officer, MIUR, interverranno sul tema “Community engagement. Come costruire processi di ingaggio e collaborazione efficaci, quali modelli e tecniche usare”.

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luca indemini
Tecnologie Civiche

Giornalista flessibile. Tutor al Master di Giornalismo Giorgio Bocca. Collaboro con La Stampa e Torinosette, Topix, TorinoStoria.