Pagamenti digitali: l’esperienza che non ti aspetti

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6 min readFeb 8, 2021

La nostra sfida

E’ risaputo, la nostra realtà sta diventando sempre più digitale, veloce, comoda. Il rischio è quello di perdere la dimensione umana, in questa corsa: cosa possiamo fare per rendere un mondo in cui la tecnologia è protagonista più reale e personale?

Ci siamo chiesti come trasformare in un’esperienza una semplice commodity: abbiamo scelto i dispositivi di pagamento digitale (i POS), utilizzati comunemente per effettuare transazioni con carta di credito o bancomat.

Un po’ di dati per iniziare

Come di consueto, per prima cosa abbiamo svolto alcune ricerche per capire in quale scenario stiamo operando e a chi ci stiamo rivolgendo. Ecco le informazioni chiave:

  • Il 37% delle aziende sta sviluppando una nuova store experience: i supermercati high tech senza casse né personale di Amazon, gli Amazon Go, o gli armadietti “click and collect” di Waitrose ne sono un chiaro esempio.
  • Il 50% dei Millennials o generazione Y (le persone nate tra il 1981 e il 1996) preferisce spendere i propri soldi in esperienze piuttosto che in prodotti. Oggi i Millennials rappresentano il 32% del mercato di spesa, ma si stima che entro il 2025 la percentuale salirà oltre il 50%.
  • La generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2010), pur avendo rappresentato solo l’8% del mercato nel 2020, riesce a influenzare molto i brand, dal momento che effettua scelte d’acquisto guidate da valori e ideali.

Il settore più rilevante in questo campo è quello del lusso, in cui è fondamentale abbinare l’esperienza al prodotto e in cui vi è la possibilità di sperimentare.

  • Nel 2018 il mercato del lusso ha generato un fatturato di 980 miliardi di euro.
  • Il mercato globale dei beni di lusso dovrebbe aumentare da 285,1 miliardi di dollari nel 2020 a 388 miliardi di dollari nel 2025.
  • La pandemia comporterà tagli alla spesa in ambito lusso nel 2020 ma la crescita dovrebbe riprendere nel 2021.

Per andare incontro ad un pubblico giovane, fortemente influenzato da valori e che vuole compiere scelte etiche, il settore del lusso si sta dirigendo verso 3 direzioni principali:

Collaborazioni tra marchi apparentemente diversi/opposti ma che insieme creano prodotti dal forte appeal per Millennials e generazione Z.

Lusso di seconda mano e il vintage: più abbordabili ma comunque di tendenza e con alta probabilità di effetto “wow”.

Sostenibilità: il rispetto per l’ambiente e la lotta agli sprechi sono ormai aspetti imprescindibili sia per le aziende che per i clienti.

Ci stiamo rivolgendo ai giovani che vogliono acquistare non solo un prodotto di qualità ma anche un’esperienza, che non sia solo pensata per creare scalpore ma che sposi i loro valori.

Le ispirazioni

Per coinvolgere le persone abbiamo puntato la lente d’ingrandimento su quei brand che hanno affrontato (e vinto) la sfida. Gli ambiti su cui ci siamo concentrati sono: esperienza, tecnologia e valori. L’intersezione tra questi elementi è l’obiettivo che vogliamo raggiungere: un’esperienza basata su valori e supportata dalla tecnologia.

CANADA GOOSE: Experiential shopping

Canada Goose permette al cliente di indossare il capo scelto e verificarne l’efficacia (la protezione contro il freddo) ricreando ambienti con temperature rigide all’interno di una Cold Room.

SONOS: Qualità condizionata dall’ambiente

Sonos propone stanze di design a tema, dove gli utenti testano i prodotti per capire in che modo il suono cambia a seconda degli spazi e dei materiali.

NORDSTROM: Fisico e digitale

Nordstrom ha creato negozi in cui non sono presenti articoli di abbigliamento dove il cliente ha la possibilità di creare al computer look ed outfit personalizzati con l’aiuto di alcuni stylist e, se vorrà, potrà anche apportare modifiche a capi non necessariamente firmati Nordstrom.

THIRD LOVE: A prova di beneficienza

Third Love permette alle nuove consumatrici di provare un reggiseno a scelta per 30 giorni al solo costo della spedizione. Trascorso questo periodo, la cliente potrà decidere se tenere il reggiseno e pagarlo, oppure donarlo in beneficenza attraverso Third Love

FAST FOOD AID: Provocazione e alimentazione

Fast Food Aid ha realizzato un pop up store dove sono disponibili le vitamine in pillole, non fornite dai cibi spazzatura. L’obiettivo è educare ad una alimentazione più sana e consapevole.

Quali sono quindi le tendenze che stanno guidando il mercato di oggi?

A questo punto possiamo riassumere le tendenze del mercato del lusso in questi quattro punti:

  • Tecnologia al servizio dell’esperienza personalizzata
  • Analisi dei dati e flessibilità
  • Community e “retailtainment”: quest’ultimo termine unisce “retail”, ovvero vendita al dettaglio, con “entertainment ” intrattenimento
  • Visione e cultura aziendale
Angela Rossi

Le idee

Sulla base di dati, trend e ispirazioni, abbiamo pensato a delle proposte per rendere il pagamento digitale un’esperienza nuova.

  • Una borsa solo tua
    Pensiamo a chi vuole acquistare una borsa, non una qualsiasi ma la sua borsa, quella dei sogni, che ha in mente da tempo. Per realizzare questo desiderio, una volta in negozio, il cliente ricorrerà al POS non solo per effettuare il pagamento ma anche per personalizzare ogni dettaglio dell’accessorio. Con questa modalità potrà anche condividere la borsa sul suo profilo Instagram e vederla in seguito sul sito del marchio se soddisfatto del risultato. I fashion influencer dentro di voi stanno già sorridendo, lo sappiamo.
  • L’abito tailor made
    Volere un abito su misura e non avere il tempo per lasciarsi prendere le misure, scegliere modello, tessuto e colore? Basterà presentarvi in boutique, scegliere il tessuto, confermare il pagamento e, sempre attraverso il POS, fissare l’appuntamento con il sarto che si presenterà a casa vostra i passaggi pratici della realizzazione.
    Più su misura di così…
  • Vestiti in affitto
    Sarebbe utile e conveniente poter affittare i capi d’abbigliamento? La risposta è sì se abbiamo bisogno di un abito solo per una specifica occasione d’uso, senza considerare i vestiti per i bambini che crescono molto in fretta e richiedono un guardaroba sempre rinnovato. Abbiamo pensato alla possibilità di poter sottoscrivere, direttamente in negozio tramite il POS, un abbonamento mensile, che vi permetterà di affittare un determinato numero di capi per poi restituirli una volta non più necessari.
  • Vestiti in vendita
    Mettere in ordine il proprio armadio è molto faticoso, vi capiamo, però, almeno ogni tanto, va fatto. Vendere gli abiti che non usiamo più è un modo per dar loro nuova vita e, ammettiamolo, guadagnare qualcosa è sempre utile e non passa mai di moda. Come fare? Presentatevi al punto vendita con i capi che volete rivendere ed ecco che qui entra in gioco il Pos, grazie al quale potrete scegliere come preferite essere pagati una volta che il vostro capo sarà valutato e venduto.
  • In beneficenza
    Quest’ultima proposta è particolarmente importante, perché in questo specifico caso pensiamo che un semplice terminale possa fare del bene. Spesso e volentieri le somme che paghiamo per acquistare un capo o un accessorio non raggiungono la cifra tonda. Cosa succederebbe se, pagando appunto con carta, avessimo la possibilità di arrotondare la cifra e, grazie a questo “arrotondamento”, effettuare una donazione ad un ente benefico?
Matteo Paccagnella

Abbiamo pensato a queste possibilità perché sono le esperienze a muovere le persone e a rendere l’acquisto qualcosa non solo da fare ma anche da vivere e, perché no, da ricordare.

Voi come vedete il futuro dei pagamenti digitali?

Nota: Questo case study è stato realizzato pensando a una realtà post-pandemica, in cui non solo si potrà tornare a fare acquisti in-store ma sarà necessario ottimizzare la digitalizzazione e i processi di presa appuntamento o personalizzazione.
Il brand “LA PERLA” che compare nell’ultima illustrazione è utilizzato a scopo dimostrativo.

atoms: we design for Humans

Fonti

BCG; Forbes; Altagamma; Fast company

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