Exit, Pursued by a Bear di E.K. Johnston

Parlare di violenza sessuale e parlarne bene si può

Due anni fa, sempre su The Book Girls, parlavo di come non amo i libri con cheerleader come protagonista; per me, questo è spesso il segnale che sto per imbattermi in una Mary Sue.

Mentre all’epoca le cheerleader di Dare Me si erano rivelate pazze pazze sul terrazzo, la protagonista di Exit, Pursued by a Bear Hermione Winters è una teenager normalissima, con una famiglia e una vita del tutto ordinarie.

Durante il cheerleading camp che dovrebbe segnare l’inizio trionfante del suo ultimo anno di scuole superiori, Hermione viene drogata e violentata.

Quello che segue non è né un resoconto di come la sua vita cada a pezzi, né un mystery alla Veronica Mars per scoprire chi è il suo aggressore. Hermione torna a casa e, lentamente, torna a vivere la sua vita normalmente e collaborare con la polizia per scoprire chi è il suo aggressore.

Questo libro si distingue perché non fa della violenza sessuale un evento che può essere solo seguito dalla tragedia e dal victim blaming. Tutte le persone attorno a Hermione — i suoi genitori, i suoi amici, la polizia, perfino il prete — la supportano incondizionatamente. Quello che le è successo non diventa quello che la definisce (come succede ancora troppo spesso nei media).

È ovvio che questo non sia del tutto realistico e che Hermione venga da una situazione piuttosto privilegiata, ma il bello di Exit, Pursued by a Bear per me è proprio quello: dipinge uno scenario che è bello credere esisterà o esista già da qualche parte, in cui una persona vittima di violenza sessuale viene sostenuta e aiutata a tornare a vivere una vita felice.

Invece di trascinare la sua eroina nel fango fino al “lieto fine”, E.K. Johnston regala alla sua protagonista una vita decente, e scrive una storia relativamente priva di grandi eventi con efficacia e intelligenza.

Exit, Pursued by a Bear, E.K. Johnston (Dutton Books, 2016)

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