Gather the Daughters: attenti alle ragazze

Un culto fondamentalista, un’apocalisse che forse non c’era, e una banda di ragazze che cerca un’altra via

Giulia Blasi
The Book Girls

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C’è un’isola, al largo degli Stati Uniti (forse?) in cui i discendenti di un gruppo di pionieri si sono raccolti per vivere secondo natura, senza comodità, e seguendo le regole di un patriarcato religioso antico. Sembra una storia già vista, e invece Gather the Daughters, il crossover di Jennie Melamed, introduce subito un elemento di rottura: in questa cultura rigidissima, in cui gli uomini lavorano e le donne figliano e gestiscono la casa, è previsto ogni anno un momento in cui i bambini sono liberi di vivere all’aperto. Le prime piogge estive sono il momento che segnala il via libera: da quel punto, bambini e bambine escono di casa e vivono all’aperto, dormendo nei fienili, con il benestare delle famiglie, coperti di fango per respingere le zanzare. Un rituale che echeggia il rumspringa degli Amish, il periodo concesso agli adolescenti per sperimentare la vita al di fuori della comunità e decidere se farne parte. Sull’isola, invece, le ragazze che hanno avuto la prima mestruazione vengono sottratte al rito dell’estate e spinte a rituali orgiastici con i maschi giovani e non sposati. L’obiettivo è la fertilità, che in una comunità chiusa è a rischio: la consanguineità genera bambini deformi, spesso nati morti. Bisogna concepire prima possibile, sposarsi e strutturarsi in una famiglia; poi sperare che il concepito sia sano, se non lo è riprovare, ma se non si riescono ad avere figli sani il coniuge (maschio) è autorizzato a prendere una seconda moglie.

Vanessa è alla sua ultima estate da bambina, lo sa, e lo accetta, seppure malvolentieri. Janey ha capito invece che digiunare tiene a bada lo sviluppo, e da anni riesce a scampare al rito estivo che la porterebbe a diventare una moglie come tutte le altre. Amanda è incinta del suo primo figlio. Ognuna di queste ragazze ha dubbi e perplessità diversi sulla natura della comunità in cui vive, ma se le tiene per sé, perché parlare espone al rischio di punizioni pubbliche. I dubbi, però, rimangono: cosa c’è davvero sulla terraferma? Che cosa è successo di tanto grave da giustificare l’isolamento della comunità? E quando la piccola Caitlin è testimone non vista di un crimine terribile, il segreto fra le ragazze diventa una leva di potere che le spinge a ribellarsi all’ordine costituito.

Il connubio religione-patriarcato è un punto di partenza di moltissime distopie. Quello che rende Gather the Daughters interessante è la scrittura, tesa in un presente che le conferisce l’urgenza della presa diretta, e il ritratto profondo, sfumato che traccia dei rapporti fra le ragazze, man mano che si avvia verso la rivelazione del mistero centrale e di un altro, ancora più terribile, che rimane sottotraccia per buona parte del libro. Il racconto della lotta fra il patriarcato e le sue ancelle non passa mai di moda, non è mai poco attuale, mai irrilevante, mai non vero. Gather the Daughters oscilla fra mistero, tenerezza ed elegia, ma rinuncia a dare tutte le risposte o a offrire una soluzione pulita ai molti livelli emotivi della vicenda. Non si può quindi considerare uno Young Adult puro, sia per la crudezza della vicenda e dei suoi sviluppi, sia per la riluttanza a risolvere le situazioni ambigue in favore degli eroi positivi. Ma in giorni in cui il potere sociale delle donne viene rimesso in discussione, un libro come questo è un buon punto di partenza.

Gather the Daughters, Jennie Melamed (Little, Brown and Company 2017).

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Giulia Blasi
The Book Girls

Writer, teacher, public speaker, in that order. Nerd when it wasn’t cool. Bookworm.