La maledizione di The Cursed Child

Il nuovo capitolo di Harry Potter pone domande interessanti sul destino della saga, ma soprattutto fa schifo.

Marta Corato
The Book Girls

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Questo articolo è il più senza spoiler possibile. La parte in cui parlo in dettaglio della trama verrà segnata con disclaimer grandi grandi.

Nonostante il benestare di JK Rowling, mi sono sempre sentita sospettosa nei confronti di tutti i materiali pubblicati sotto il nome “Harry Potter” dopo l’uscita dell’ultimo film. Rowling aveva dichiarato già nel 2010 che non ci sarebbero più state altre storie dell’universo di Harry Potter, salvo poi smentirsi ampiamente negli anni successivi con:

All’uscita di Harry Potter and The Cursed Child qualche mese fa, l’autrice ha dichiarato nuovamente di aver finito di raccontare storie con Harry Potter, una frase abbastanza vaga da suggerirmi l’immagine del bunker sotterraneo in cui conserva abbastanza materiale da tenere Harry Potter in libreria e/o al cinema e/o a teatro fino al 3000.

Harry Potter and the Cursed Child è uno spettacolo teatrale in due parti scritto dall’autore televisivo e teatrale Jack Thorne basandosi su una storia creata da lui, il regista John Tiffany e, ovviamente, JK Rowling. Lo spettacolo ha iniziato le preview a inizio giugno, ed ha aperto ufficialmente il 30 luglio.

Il giorno dopo la premiere di The Cursed Child, tutti i fan di Harry Potter hanno potuto trovare in libreria una copia del “rehearsal script” di The Cursed Child, cioè il copione “di base” che sarebbe stato poi modificato durante le prove dello spettacolo. Persino Wikipedia sottolinea che quello che è stato pubblicato è “un testo teatrale, e non una versione romanzata della storia”.

Quando esce un nuovo spettacolo teatrale nella West End (o a Broadway, o ovunque), non si va da Waterstones a comprare il testo: si va a teatro a vederlo. A dispetto di questo, il copione di The Cursed Child è stato commercializzato come “l’ottava storia della saga di Harry Potter” ed è stato venduto alla stregua di un nuovo romanzo, con il nome di JK Rowling scritto grande in copertina nonostante nessuna parte di quel testo sia sua.

La classificazione scorretta di The Cursed Child è simile ad un altro caso editoriale dell’anno scorso, cioè la pubblicazione di Va’, metti una sentinella, venduto come un “nuovo romanzo” di Harper Lee e un “prequel” di Il buio oltre la siepe, quando in realtà era una bozza mai intesa per la pubblicazione e un prodotto ben lontano dall’essere inteso per il mercato di massa.

Il significato di entrambe queste operazioni commerciali è chiara: fare soldi a palate. Si può dire che vendere il testo di The Cursed Child sia stato in qualche modo una gentilezza verso i milioni di fan che non riusciranno mai a vedere lo spettacolo, ma è difficile non pensare che che tutto quello che circonda The Cursed Child sia stato motivato dai soldi.

È fondamentalmente sbagliato fare cose per soldi? Ovviamente no. Tutti i libri del mondo, inclusi i primi sette Harry Potter, sono stati pubblicati per fini commerciali. I libri non si pubblicano per divertimento.

Quello che rende quest’intera operazione sgradevole è il fatto che, pur volendo i soldi dei fan, le menti dietro a The Cursed Child abbiano dimostrato di non avere alcuna attenzione per il materiale originale o per il fandom. Ho sempre fatto piovere tutti i miei risparmi su JK Rowling senza battere ciglio, sapendo che in ritorno avrei avuto un prodotto di una qualità soddisfacente. A mio parere, questo non è affatto il caso con The Cursed Child.

Pur con tutti i caveat della situazione — non è nato come un’opera di narrativa, non è una versione definitiva, eccetera — rimane che Harry Potter and the Cursed Child fa schifo, uno schifo vero, uno schifo indomabile.

Ignorando per un momento che si tratta di Harry Potter, la trama è costellata di azioni insensate da parte di adulti e bambini, di avvenimenti inspiegabili (e non nel senso che sono magici), e di una noia impareggiabile.

Pur da persona con una conoscenza accademica e piuttosto superficiale del teatro e della forma di un testo teatrale, è facile notare come il testo di The Cursed Child non possa davvero essere il copione usato per le prove.

Questo è particolarmente evidente nelle didascalie, che non hanno nessuna utilità per un regista o un attore, ma sono piuttosto descrizioni atmosferiche che servono per dare una cornice narrativa ad un lettore che si approccia a The Cursed Child cercando un romanzo, o un prodotto romanzato, piuttosto che un vero copione.

Considerando come giusto il fatto che sia parte del canon di Harry Potter, fa ancora più schifo. A più o meno trenta pagine dall’inizio, avevo già formulato un pensiero che non mi avrebbe abbandonata fino alla fine: “le fanfiction che scrivevo alle medie erano meglio”.

La mia impressione preponderante è che Jack Thorne non sia mai stato un fan di Harry Potter e che, anche durante la sua ricerca, non abbia mai superato un livello di conoscenza superficiale del Wizarding World.

Questo compare principalmente in tre aspetti, il minore dei quali è la sequela di discrepanze tra come incantesimi e pozioni funzionano nella saga e come funzionano in The Cursed Child. Per quanto fastidioso, questo si è già verificato sia negli adattamenti cinematografici che all’interno della saga stessa; non è esattamente piacevole, ma non è neanche un peccato mortale (e, in questo caso, dipende dai limiti fisici di uno spettacolo teatrale).

L’incongruenza ben peggiore è quella dei personaggi ripresi dai testi originali — Harry, Hermione, Ron e Ginny. Sono dei quarantenni invece che dei ragazzini, certo, ma solo un’amnesia permanente può cambiare così tanto una personalità. Un esempio su tutti: Hermione Granger, “the most brilliant witch of her age”, è un’adulta per niente brillante, anzi.

Quelle che emergono dalla edizione stampata di The Cursed Child sono delle versioni cartonate dei nostri eroi. Per quanto l’interpretazione degli attori sia gran parte della costruzione di un personaggio, non riesco a immaginare come si possa risollevare la sorte di degli automi senza personalità.

A mio parere, ad ogni modo, la vera deficienza di Jack Thorne come autore è la sua completa mancanza di conoscenza del fandom. Harry Pottere è stato al centro del boom del concetto di internet fandom, e ha fatto crescere a dismisura il fenomeno delle fanfiction (e delle fanart, e dei fansite, eccetera). Per quanto questo materiale non sia parte del canone dei libri, è impossibile muoversi attorno ad Harry Potter senza avere una minima idea di cosa sia successo nel fandom dal 1998 a oggi.

In The Cursed Child sono collezionati vari degli sviluppi peggiori e più banali delle fanfiction di Harry Potter — quelli che sono così ridicoli da essere diventati meme. Non sto esagerando quando dico che ci sono alcuni aspetti della narrativa che sembrano copiati pari pari dalle leggendarie avventure di Ebony Dark’ness Dementia Raven Way in My Immortal.

L’unico spettacolo teatrale a tema Harry Potter che vorrò mai vedere (consigliatissimo!)

Il fatto che Jack Thorne sia l’autore di The Cursed Child è un aspetto importante da considerare anche in un’altra luce. Niente di questo è stato scritto o pensato da JK Rowling. Questa storia era così lontana dalla mente di JK Rowling che ha lei stessa dichiarato che sono stati i produttori e l’autore a presentargliela, e non lei a crearla e cercare di portarla sul palcoscenico.

Questa non è la prima né l’ultima volta che succede. Tantissime serie si sono tuffate negli “universi espansi” con autori diversi a proseguire la storia originale, dopo la morte del creatore o semplicemente perché questo non aveva più voglia (da James Bond a Il club delle baby sitter, un milione di serie sono proseguite con ghost writer e autori alternativi).

Ad ogni modo, è strano vedere JK Rowling, sempre attaccatissima e super-protettiva nei confronti dei suoi personaggi e delle minuzie dell’universo che aveva creato, lasciare lo scettro di unica scrittrice di Harry Potter in maniera così plateale, e soprattutto così presto.

Al di là delle dichiarazioni di Rowling, questo lascia spazio di manovra praticamente infinito per più materiale “ufficiale” di Harry Potter scritto e pensato da menti diverse. Potrebbe essere l’inizio della transizione da un universo limitato a un universo espanso e creato da più persone, un po’ come quello di Star Wars prima che Disney dichiarasse “non-canon” tutto il materiale esterno ai film.

Sempre per via di tutti i caveat, voglio concedere a The Cursed Child il beneficio del dubbio e tenterò di andare a vedere i due spettacoli nel giro dei prossimi mesi, sempre che riesca ad accaparrarmi dei (piuttosto costosi, anche se non a livello di Hamilton) biglietti.

Pare che la resa teatrale sia sensazionale, ma mi chiedo come la messa in scena possa davvero risollevare una storia di cui si fa fatica a trovare delle parti salvabili, figurarsi dei pregi.

Per i più avventurosi, procederò deridendo gli aspetti più idioti della trama di The Cursed Child, perché QUELLA ROBA non si può prendere seriamente.

ATTENZIONE: PERICOLO CADUTA SPOILER 100%

I plot point più stupidi di The Cursed Child

Queerbaiting 101: Scorpius e Albus nemici amici

Già dalle prime trenta pagine, il fatto che Scorpius Malfoy e Albus Potter fossero migliori amici nonostante l’odio tra i loro padri mi ha convinta che The Cursed Child fosse una brutta fanfiction. La trama dei nemici-amici è strettamente legata ad un altro trope delle fanfiction, cioè lo slash, due personaggi maschili che si amano.
Mentre Scorpius/Albus non è canon e in The Cursed Child i due sono ufficialmente sono amici, la dinamica è esplicitamente simile al preambolo di una storia in cui i due finirebbero per limonare.

Giratempo? Polisucco? Tutto a caso

Niente, niente in The Cursed Child funziona come funzionava nei libri. Harry Potter è una serie con delle regole della magia sufficientemente fluide, ma vari elementi — i giratempo, la pozione polisucco — sono descritti molto precisamente. Come si fa a scrivere una storia credibile quando sembra che Jack Thorne non fosse neanche capace di aprire HP Lexicon?

Cedric Diggory il mangiamorte

Quell’intero universo parallelo è una tale stronzata. Ve prego.

La figlia di Voldemort e Bellatrix

No, sul serio. Voldemort non aveva un naso, ma pare avesse dunque un pene. La figlia di Voldemort e Bellatrix è adesso parte del canon. Bellatrix Lestrange ha trombato con Voldemort e ci ha fatto un figlio.
Il “figlio di Voldemort” è letteralmente il trope delle fanfiction peggiore che Jack Thorne potesse decidere di incorporare in The Cursed Child.

FINE PERICOLO CADUTA SPOILER

La mia impressione generale è che The Cursed Child conti potentemente sullo spirito dei fan di Harry Potter, completisti accaniti che vedranno e leggeranno tutto solo per la gioia di aver visto e letto tutto — che è un po’ la ragione per cui ho deciso di comprare l’ebook e arrivare fino alla fine, pur soffrendo.

Se non avete ancora letto The Cursed Child e pensate di poter resistere alla tentazione, voglio caldamente consigliarvi di non leggerlo e piuttosto andare in vacanza a Londra e vedervi lo spettacolo teatrale, rimuovendo almeno il supplizio della forma in cui il testo viene presentato, o aspettare l’inevitabile versione romanzata che sono sicura uscirà prossimamente.

Harry Potter and The Cursed Child, Jack Thorne, John Tiffany & JK Rowling (Little, Brown and Company, 2016)

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