Illustrazione di Guy Shields

La terra del libero arbitrio

La filosofia spiegata (anche) ai ragazzi

Marco Locatelli
Published in
3 min readJan 14, 2016

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Non ho mai avuto molta esperienza con la filosofia. Non avendola mai studiata a scuola non ho mai avuto il piacere di leggere di filosofi e pensatori, e nonostante abbia provato a cimentarmici da solo, la materia non è riuscita a fare presa su di me.
Può però capitare, alcune volte, che io trovi un libro capace di riaccendere in me la curiosità, la voglia di studiare e di arricchirmi. È il caso di August di Bernard Beckett (che già avevo apprezzato anni fa con Genesis), autore che in poche ore è stato capace di riempirmi la testa di domande.
E gliene sono grato.

Riassumere la trama di August è difficilissimo, perché il rischio spoiler è molto alto. Sarebbe un peccato svelare in anticipo gli elementi che compongono il romanzo, perché gran parte della soddisfazione nella lettura deriva anche dal rimanere scioccati, estasiati e confusi per la prima volta.
Posso però dire questo: i protagonisti sono uno studente di filosofia e una prostituta. I due sono in una macchina di notte quando fanno un incidente, ritrovandosi bloccati all’interno del mezzo e capovolti a testa in giù. L’unica cosa da fare per loro è aspettare che sorga il sole e che qualcuno li veda, dunque per passare il tempo decidono di parlare. Delle loro vite, delle loro storie, ma anche del loro futuro.

Da qui in poi, è tutto territorio spoiler. Ci sono pochissimi elementi che mi è concesso rivelare, e anche se ve ne parlassi probabilmente non capireste.
Il punto è questo, però: August non è il libro che sembra essere. Al contrario, è una storia raccontata con maestria, ricca di elementi a tratti incoerenti e inusuali che formano un mondo curioso e agghiacciante.
Nel libro ci sono società dai tratti vagamente distopici, una città circondata da alte mura, mix tra tecnologie avanzate e antiche, luoghi sperduti nel tempo e lunghe discussioni di carattere teologico e filosofico. Perché, infondo, August non è solo la storia di due persone: è un libro di filosofia.

Il tema principale è quello del libero arbitrio, esplorato con intelligenza. La presenza di riflessioni profonde non lo rende un libro accessibile a tutti: non è un romanzo da spiaggia, non è una lettura leggera, e richiede concentrazione — ma è proprio questo a renderlo unico nel suo genere.
Pure l’etichetta di young adult gli sta stretta: certamente narra della giovinezza di due individui, e certamente esplora il dilemma teologico e filosofico che affrontiamo quando siamo giovani. Ma inserito nel panorama YA, August è una perla di rara bellezza, una storia totalmente diversa da ciò a cui siamo stati abituati.
Il linguaggio non è mediato o censurato, e le tematiche sono forti perché devono esserlo. Sembra quasi che l’autore si sia posto non l’obiettivo di raccontare la filosofia ai giovani, ma di esplorarla tramite essi, e donare spunti a chi legge.

August fa proprio questo: spinge il lettore a farsi domande. E lo fa accompagnandolo per mano, ma senza imporgli una strada piuttosto che un’altra.
Nel pieno spirito della storia narrata, August è un invito all’essere curiosi, a scavare a fondo, a conoscere, a ponderare ogni decisione. E oggi, specialmente nel panorama YA, abbiamo bisogno di più romanzi così.

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Marco Locatelli

26 anni, lettore compulsivo, amante del cibo cinese, procrastinatore professionista. Parlo di libri su Youtube e faccio maratone. Su Netflix.