Un dettaglio della copertina americana.

Noi qui ci viviamo e basta

Quando la normalità è più eccitante di ciò che è magico

Marco Locatelli
The Book Girls
Published in
4 min readJan 11, 2016

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Iniziare a raccontare un libro che ti è piaciuto non è affatto facile. Innanzitutto c’è il dubbio iniziale, quello del come parlarne (scrivo una recensione seria o semplicemente condivido le mie opinioni personali?), e poi il dubbio del dove; a maggior ragione, quando il libro in questione non è (ancora) uscito in Italia, sembra quasi inutile parlarne se gran parte dei lettori non potrà avervi facile accesso. Ma ci sono libri talmente potenti, talmente grandi, che tali limitazioni paiono insignificanti; e il libro di cui voglio parlare, The Rest of Us Just Live Here di Patrick Ness, è sì talmente grande da avermi convinto a parlarne indipendentemente dalla sua diffusione, ma non solo: trova la sua forza, la sua grandezza, nella semplicità e nell’ordinario.

La premessa è molto semplice: in un mondo molto simile a quello di tutti gli YA che avete letto fino ad ora (con vampiri, alieni, fantasmi e anche adolescenti innamorati e malati di cancro), esiste una cerchia di ragazzini un po’ hipster e un po’ tanto prescelti. Sono i Chosen Ones, destinati a grandi gesta, sacrifici memorabili e, per l’ennesima volta, pronti a compiere l’atto che porterà alla salvezza della specie umana.

Poi ci sono loro, gli altri. Ragazzi normali che se ne stanno ben fuori da avventure fantastiche/pericolose, e che sperano semplicemente di riuscire a finire il liceo prima che qualcuno faccia saltare in aria (nuovamente) la scuola. Il romanzo parla proprio di loro.

In un setting bizzarro quanto basta (una tranquilla cittadina americana), condito da comparse magiche troppo impegnate a sventare la distruzione del pianeta per scambiare coi protagonisti più di quattro parole ogni tanto, Patrick Ness riesce a tessere una storia che non ha a che fare con eventi dalle proporzioni epiche, ma con i rapporti tra persone normali.
Mikey, il protagonista e narratore del romanzo, è il tipico ‘ragazzo qualunque’ — e per la prima volta una normalità del genere non pesa. Non appare banale o poco caratterizzato, perché il punto è proprio quello: il suo potere è l’essere simile a tutti noi. È educato e timido e goffo, ha un buon cuore, ma sa anche essere insopportabilmente testardo e cieco. E poi c’è il mostro con cui combatte quotidianamente — non un mostro letterale, ma metaforico: il suo disturbo ossessivo-compulsivo, che tenta costantemente di vincere su di lui.

Anche il resto del cast è altrettanto variegato e ben caratterizzato: ogni amico di Mikey ha una sua storia e un suo motivo di esistere all’interno di quell’ecosistema.

Qui mi tocca parlare di una delle cose che più ho preferito del libro, ossia il trattamento del tema della diversità. Abbiamo capito che il focus della storia sta sulla normalità, su ciò che è ordinario, ma non per questo l’autore si preclude la possibilità di mostrare un mondo colorato e ricco di sfaccettature, a partire dalla diversità di etnia, arrivando all’orientamento sessuale per poi passare a disturbi mentali e disordini alimentari. Tutte queste cose non fanno altro che rendere il romanzo più vicino al lettore e tangibile: dimenticatevi quei libri YA in cui i protagonisti sono normotipi, perfettamente in salute e possibilmente bianchi ed eterosessuali, perché Patrick Ness decide di dare una voce anche a chi, nei media mainstream, ha avuto poche occasioni di parlare. E lo fa fin troppo bene, con il dovuto rispetto e una dose di empatia necessaria ad aiutare a calarvi totalmente nei panni altrui.

The Rest of Us Just Live Here è un romanzo dedicato a tutti quelli che hanno sempre sentito di vivere ai margini (sia di un gruppo specifico, sia in generale). E nel suo essere così sfrontato e semplice, offre il meglio che un libro young adult può offrire: il focus è sull’adolescenza, mai su altro. Nonostante sia condito da semi-divinità e creature provenienti da altre dimensioni, rimane al 100 per cento una storia di piccoli ribellioni quotidiane, di primi amori e di crescita, il racconto di un periodo buio in cui è possibile trovare molta luce.

Ed è questo che fa Ness: mette le cose in chiaro, in prospettiva. E così facendo, ci fa sentire tutti un po’ meno soli. Noi altri qui ci vivremo e basta, ma diamine, se non è importante anche solo questo.

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Marco Locatelli
The Book Girls

26 anni, lettore compulsivo, amante del cibo cinese, procrastinatore professionista. Parlo di libri su Youtube e faccio maratone. Su Netflix.