Piccola biblioteca antirazzista

Libri che cambiano la prospettiva su migranti, migrazioni e persone

The Book Girls
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Published in
4 min readJun 18, 2015

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All’inizio questo post si doveva intitolare “Piccola biblioteca anti-Salvini”, laddove “Salvini” era sineddoche di un certo razzismo violento e volentierissimo verbalizzato, di un’ignoranza che cerca di farsi passare per senso pratico e addirittura per rispetto dell’altro. Poi è arrivato il tweet di Grillo che metteva sullo stesso piano rifiuti, ratti e migranti, e abbiamo deciso di togliere a Salvini l’onore di rappresentare da solo il peggio degli italiani. A noi, che proviamo ribrezzo per il termine “buonista” — se non altro per questioni di elementare rispetto per la lingua italiana — pare proprio che questa tendenza passi per una completa mancanza di empatia, la capacità di percepire l’altro mettendosi nei suoi panni, vivendo la sua storia.
Mancano le storie. Abbiamo le immagini, ma le immagini non dicono niente delle persone. Le immagini raccontano solo un mucchio indistinto, gente lacera e stanca. Gente senza storia.

The Book Girls si occupa da sempre solo di storie e di quello che ci gira intorno. È per questo che abbiamo deciso di provare a mettere insieme alcune delle storie che hanno cambiato il nostro modo di vedere l’altro, lo straniero, il migrante, mettendolo al centro della narrativa. Qui ci sono solo alcuni dei nostri suggerimenti, ma vi invitiamo a segnalarci i vostri: fatelo su Twitter, con l’hashtag #piccolabibliotecaantirazzista, o qui nei commenti. Li raccoglieremo al meglio delle nostre possibilità.

Giulia Blasi
Erano solo ragazzi in cammino — Dave Eggers
Una delle scene più esilaranti di Boris, la serie di Fox che prendeva di mira il mondo della fiction italiana, è quella in cui a Stanis LaRochelle, attore vanesio e di rara stupidità, viene chiesto se sa dove sia il Darfur. E Stanis, che è scemo ma non del tutto privo di prontezza, si batte il petto e risponde “Il Darfur è dentro di noi”.
Il Darfur è in Sudan, ovviamente, ed è dal Sudan che parte la storia di questo libro, la storia vera di Valentino Achak Deng, sfuggito alla morte nella Seconda guerra civile in Sudan e fuggito a piedi con altri bambini verso un campo profughi in Etiopia, da dove poi raggiunge il Kenya e infine gli Stati Uniti. Ogni tanto, durante la camminata, uno dei suoi compagni dice: non ce la faccio più. Si rannicchia a terra e muore. Altri si siedono e vengono sbranati dai leoni. Solo quelli che continuano a camminare sopravvivono.
Dopo averlo letto non è più possibile guardare i profughi con gli stessi occhi. La voce di Valentino è la voce di tutti quelli che erano felici nel loro paese, che non pensavano di lasciarlo, ma non hanno avuto alternativa: camminare, o morire.

Nadia Terranova
La mia casa è dove sono — Igiaba Scego
La mia casa è dove sono racconta la guerra in Somalia, la fuga da Mogadiscio e la vita a Roma di una famiglia.
Il padre di Igiaba‎ è un ex ministro degli esteri che con la dittatura è costretto a scappare e sceglie Roma perché è la città dove ha sentito suonare Nat King Cole. La madre è una nomade che ama raccontare storie alla figlia; per due anni, durante la guerra, Igiaba non ha più notizie di lei. Igiaba è romana, ma anche somala, e questo libro è la ricerca di una identità, la complessa e difficile formazione di una ragazza che ha come risorsa le sue due radici.

Emilia Zazza
L’approdo — Shaun Tan

Non servono le parole per raccontare il dolore del distacco, l’ineluttabilità della decisione: partire, lasciare la famiglia in cerca di un futuro migliore. La paura, la solitudine del viaggio, la meraviglia del nuovo mondo, le difficoltà e la ricerca di un futuro altro e infine il ricongiungimento con la famiglia e una nuova vita, in una nuova terra. Ne parlerei di più, ma è un libro talmente commovente che rischio la melassa.

Quali sono i vostri? Fatecelo sapere su Twitter con una mention a @The_Book_Girls e hashtag #piccolabibliotecaantirazzista o nelle risposte a questa storia, li includeremo nella lista.

Le vostre proposte:

A Bear Called Paddington di Michael Bond (Simonetta Caporale)
L’aiuto di Kathryn Stockett (Cinzia Di Stefano)
MAUS di Art Spiegelman (Eloisa Di Rocco)
Il buio oltre la siepe di Harper Lee (Eloisa Di Rocco e Chiara Degli Esposti)
La sottile linea scura di Joe R. Lansdale (Cristiano ZioBurp Callegari)
Uomini e topi di John Steinbeck (Chiara Degli Esposti)
C’è bisogno di nuovi nomi di NoViolet Bulawayo (Chiara B.)
Americanah
di Chimamanda Ngozi Adichie (Chiara B.)
Amiche per la pelle di Laila Wadia (Chiara B.)

Questo post è già apparso su blog.pianetadonna.it il 18 giugno 2015.

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