The Raven Cycle: una recensione a caldo

La saga dei Raven Boys è finita e io sto benissimo

Giulia Blasi
The Book Girls
Published in
3 min readMay 25, 2016

--

Sono giorni emotivamente molto duri per i nerd del fantasy, fra Game of Thrones che finalmente libero dai ritmi dilatati dei libri va in fuga facendo succedere una cosa al secondo, la fine della saga di Half Bad (ci torneremo, promesso) e quella di The Raven Cycle, la serie di libri di Maggie Stiefvater. Non farò battute su Game of Thrones e non parlerò di Half Bad, ma sono pronta a prendermi i pomodori: a me The Raven King è piaciuto tantissimo.

La premessa, doverosa, è che la saga in Italia è ancora ferma a metà: sono usciti (per Rizzoli) solo Raven Boys e Ladri di sogni, entrambi tradotti da Marco Locatelli. Blue Lily, Lily Blue e The Raven King sono ancora di là da venire, ma se volete accelerarne la venuta non dovete fare altro che comprarvi in massa i primi due e poi venire qua a ringraziarmi. No, prego, non c’è di che.

Comunque.

Avendo fatto le due di notte per finire The Raven King, cosa che mi succede di rado (la lettura è il mio sonnifero d’elezione), è difficile che questa recensione sia equilibratissima. L’ho aspettato molto, questo libro, ed era un libro difficile, uno che doveva tirare le fila di una vicenda complessa, far funzionare i rapporti fra molti personaggi, chiudere linee narrative sovrapposte, risolvere misteri e soprattutto portare a compimento la parabola di Gansey, golden boy dell’aristocrazia americana morto e risorto e destinato a morire di nuovo, come profetizzato nella primissima scena di Raven Boys. Tutto The Raven King è intriso di un senso di tragedia incombente: Gansey sa di dover morire, sa di avere poco tempo sulla Terra, e deve decidere cosa fare con quel poco tempo che gli rimane. Quello che non sa è come morirà, e dove, e se sia possibile evitarlo: ed è questo mistero che spinge la storia.

Gansey e la sua missione — trovare il re gallese Glendower, sepolto vivo da qualche parte in West Virginia, e chiedergli un favore: favore che nel corso della vicenda cambia più volte forma, a seconda delle priorità di Gansey e del gruppo di amici che lo accompagna — sono il motore della saga e il suo centro emotivo. Intorno a lui e con lui si muovono gli altri personaggi: i suoi compagni alla prestigiosa scuola privata Aglionby (Ronan, ispido orfano con molti segreti; Adam, allevato a ceffoni dentro una roulotte e impegnato in un’ardua corsa al riscatto; Noah, la cui origine è parte del mistero alla base del primo volume della saga; e infine Henry Cheng, ultimo arrivato ma non marginale) e Blue, cresciuta in una famiglia di donne dotate di poteri psichici, unica a non averli ereditati, e gravata da una doppia profezia: ha visto la morte di Gansey in una visione e sa che ucciderà il suo primo amore con un bacio (o dopo un bacio, non si sa). Che le due cose finiscano per confluire è chiaro fino dall’inizio, ma il mistero non è il cosa: è il come.

La scrittura di Stiefvater è cresciuta enormemente dagli esordi di Lament e Ballad, ma anche dalla trilogia di The Wolves of Mercy Falls (anche questa uscita in Italia per Rizzoli). In The Raven King molla del tutto gli ormeggi che la tenevano ancorata alla Young Adult più tradizionale e si getta nella letteratura. Il romanzo è percorso da un rumore sordo come di elettricità statica in sottofondo, il ronzio di un amplificatore valvolare lasciato acceso in una sala prove vuota, di un incubo dal quale non ti svegli mai. Non concede nulla, non dà troppe spiegazioni, non tratta i personaggi adulti come funzioni narrative periferiche ai ragazzi, non tratta i ragazzi come cartonati rappresentativi di caratteristiche di genere e nemmeno come stereotipi del loro contrario. L’amore che Stiefvater nutre per le sue creature è evidente in ogni riga, soprattutto nei capitoli che girano intorno all’antieroe Ronan, le cui capacità soprannaturali sono una metafora neanche tanto sottile di quello che fa un narratore: crea cose estraendole da un luogo che sa solo lui, quasi dal nulla, e le porta nel mondo.

The Raven King, Maggie Stiefvater (Scholastic, 2016)

Ti è piaciuta questa recensione? Clicca su “Recommend” e segui The Book Girls su Medium!

--

--

Giulia Blasi
The Book Girls

Writer, teacher, public speaker, in that order. Nerd when it wasn’t cool. Bookworm.