Twilight: la saga dei fidanzati psicolabili

Marta Corato
The Book Girls

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La prima volta che ho letto Twilight ero in terza superiore. Il mio professore di scienze stava interrogando un paio di mie compagne di classe dalla media insufficiente. L’avevo scoperto su internet, visto che oltralpe e oltreoceano la mania era già scoppiata da tempo. L’ho letto e ne sono diventata ossessionata.

Tra New Moon ed Eclipse, il mio amore totale si è trasformato in un hate-reading intenso e ancora insuperato. Mi sono trascinata attraverso l’ultimo volume solo per terminare la serie e metterci una pietra sopra. E poi non ho mai smesso di parlarne.

Nonostante questa serie trabocchi di cose orripilanti, l’amore di una teenager per Twilight è completamente comprensibile. Ci sono migliaia di libri migliori, certo, ma ci sono anche migliaia di libri peggiori. Non condivido la scelta di tatuarsi la faccia di Taylor Lautner sulla schiena, ma insomma, a ognuno la sua: il mio fidanzato ha un tatuaggio enorme della sua squadra di calcio, per dire. Ma quella è un’altra storia.

Al centro di quattro libri e cinque (orripilanti) film c’è lei, Isabella Swan. Come un milione di protagoniste YA prima e dopo di lei, la teenager introversa e pallida Bella non sa di essere… bella. Si trova insignificante, ma nel giro delle prime venti pagine riesce a broccolare praticamente tutti i ragazzi a cui rivolge la parola. Se gli One Direction fossero esistiti nei primi anni duemila, tutti i fanvideo di Twilight sarebbero stati montati sulle note di What Makes You Beautiful.

Bella attira anche l’attenzione del misterioso Edward Cullen, bello e impossibile della scuola. Non serve che vi dica io che nel giro di qualche drammatico capitolo si scopre che Edward è un vampiro, e che dopo qualche altra pagina i due sono innamorati persi.

Edward, che molte fan considerano il fidanzato ideale, è in realtà davvero emotivamente violento nei confronti di Bella. Soprattutto in Twilight, il nostro prode vampiro continua a ricordare alla sua amata che lei è sciocca, maldestra ed effimera.

“Who were you, an insignificant little girl” — he grinned suddenly — “to chase me from the place I wanted to be.”

Per tutta la saga, la sua attività preferita è dare ordini a Bella e a dirle di fidarsi di lui. Con la giustificazione che di notte è sveglio e non ha di meglio da fare, Edward la segue in giro ed entra in camera sua — all’inizio in segreto — per guardarla mentre dorme.

Bella si comporta come tutte le adolescenti alle prese con il primo amore. È completamente persa e vuole diventare una vampira per stare con lui per sempre. Accetta senza battere ciglio di essere trattata come una pezza perché lui è “perfetto come un Dio greco”.

Entro la fine della serie, Edward sarà riuscito a costingerla a sposarlo, nonostante lei all’inizio pensi che il matrimonio precoce sia una pessima idea:

“I’m not that girl, Edward. The one who gets married right out of high school like some small-town hick who got knocked up by her boyfriend! Do you know what people would think? Do you realize what century this is? People don’t just get married at eighteen! Not smart people, not responsible, mature people! I wasn’t going to be that girl! That’s not who I am…”

È durante l’assenza di Edward in New Moon che entra in gioco il triangolo no della saga di Twilight: Jacob Black.

Tecnicamente un mutaforma, ma lupo mannaro per comodità, Jacob Black è un nativo americano e vive pacifico nella riserva dei Quileute finché Edward non scompare e Bella gli si attacca come una piattola. Anche lui, tanto per cambiare, si innamora di lei. Bella lo prende, lo molla, lo strapazza. Tutti sono dalla parte del maltrattato Jacob fino a che, in Eclipse, lui non la bacia a forza, costringendola con la sua forza mannara. Not cool, Jacob.

Per tutta la durata della saga, Jacob e Edward si scontrano come cervi a primavera. Bella, promessa sposa di Edward, arriva comunque a dichiarare che è innamorata anche di Jacob, abbastanza da immaginarsi i loro figli futuri. Poi comunque sposa Edward. Quello che, in New Moon, l’ha resa così depressa e disperata da buttarsi da una scogliera e quasi tirare le cuoia.

Sfido chiunque a dirmi che almeno una di queste due relazioni è un esempio salutare — non dico realistico, ma almeno che non faccia accapponare la pelle.

“Basta, ho capito che sei un vampiro, che palle!”

Le scelte perverse di Stephenie Meyer si ripresentano ancora quando, dopo che Edward e Bella finalmente si sono sposati, la nostra protagonista rimane incinta e il bambino è un demone.

Non so e non voglio sapere se la scelta assolutamente vittoriana di trasformare il sesso in un veicolo di cose malvage sia legato al fatto che Stephenie Meyer è mormona. Fatto sta che i due vanno in luna di miele, fanno quello che si fa in luna di miele, e lei muore perché il frutto del peccato la sta divorando da dentro.

Lo scioglimento del triangolo amoroso Edward/Bella/Jacob si presenta proprio nei panni del feto maledetto. La nuova nata, battezzata Renesmee perché non bastava essere la figlia del demonio, è l’amore della vita di Jacob. Come già accaduto in precedenza a un personaggio secondario, Jacob si innamora di una neonata. Qualcuno ha detto “brrr”? Potete ripeterlo forte.

Se non è bastata la prima parte a spiegarvelo, la trama principale della saga di Twilight è il conflitto amoroso di due adolescenti soprannaturali per l’adolescente umana in cui tutte le lettrici possono identificarsi.

È una serie scritta singolarmente male, che usa gli stessi aggettivi e le stesse espressioni in continuazione per tutte le diecimila pagine di cui è composta. Chissenefrega. Non ha mai preteso di essere alta letteratura. Twilight ha avuto la capacità di trovare un pubblico, accalappiarlo, e non lasciarlo andare mai mai più, proprio come un vampiro possessivo. Che cosa ha fatto sì che questo succedesse? La storia d’amore, amici.

I classici “di Bella e Edward” con le copertine Twilightizzate. Hanno venuto decine di migliaia di copie. Davvero.

Vi sorprenderà scoprire che in Twilight non tutti vogliono solo limonare. La parte più consistente dei romanzi infatti vede la famiglia Cullen opporsi a due gruppi di cattivi che, tanto per cambiare, vogliono Bella Swan. Per la precisione, la vogliono morta.

Questi cattivi, insieme a tutti gli altri personaggi secondari della serie, sono la parte meno inqualificabile della serie. Tutti i romanzi hanno picchi di miglioramento quando in scena c’è qualcun altro oltre a Bella, Edward o Jacob.

C’è la famiglia Cullen — Carlisle ed Esme, più i “figli” Alice, Emmett, Jasper e Rosalie, fratelli acquisiti di Edward. Ciascuno di loro ha la sua storia personale, abilità vampire speciali; si muovono con un’autonomia sorprendente all’interno del romanzo, diventando personaggi molto più complessi e interessanti dei tre pesci lessi.

Tutti i personaggi femminili hanno sempre e comunque la necessità di trovare l’amore e la maternità al centro della loro storia. Che sia Bella, Rosalie Cullen o Leah Clearwater. Twilight è praticamente un portabandiera dei ruoli di genere e dell’eteronormatività. Nonostante questo, la serie è disseminata di bizzarri e inaspettati momenti di simil-femminismo che non hanno niente a che fare con il personaggio di Bella Swan e che, invece di riempirmi di speranza, mi fanno sentire stranamente a disagio.

“Wednesday?” He frowned. “That’s not good. . . . What are you writing yours on?”
“Whether Shakespeare’s treatment of the female characters is misogynistic.”
He stared at me like I’d just spoken in pig Latin.”

Una delle critiche che ho visto più spesso è che la serie dà una rappresentazione completamente mirabolante di vampiri e mannari. È proprio così, ma di certo non è la parte più aberrante della saga.

Il problema di Twilight è che la credibilità e una buona linea narrativa vengono sacrificate nel nome dell’amore morboso tra i protagonisti. Le persone che l’hanno adorato non hanno battuto ciglio davanti alle relazioni perverse che vengono presentate; figuriamoci se si sarebbero accorte della grammatica traballante, le parole inventate, i vampiri sbarluzzeganti.

“Se sto cercando di conquistarti? Io? Ma no, ho solo tutti i vestiti nella lavatrice.”

Twilight funziona perché è un romanzo rosa travestito da paranormale. Funziona per chi ama i romanzi rosa, per chi vuole una storia d’amore che la sollevi da terra e a cui non è ancora chiaro che uno che ti fissa nel sonno non è romantico.

Twilight fa schifo, ma è vero che ha catturato l’immaginazione di milioni di lettori, e che ci sono così tante persone che lo definiscono il loro “guilty pleasure” che ho perso il conto.

Vorrei che Twilight non fosse mai esistito? Forse. Mi vengono i brividi ogni volta che sento qualcuno dire che “vorrebbe un fidanzato come Edward Cullen”. Spero sempre che intendano “uno figo come Robert Pattinson”, e non uno stalker inquietante. E spero anche che non decidano mai di farsi un tatuaggio a tema.

Questo articolo è già apparso su blog.pianetadonna.it il 1 settembre 2014. Se ti è piaciuto, clicca su “Recommend” qui sotto!

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