Una ragazza americana (All-American Girl): Sam, una di noi

La protagonista del classico di Meg Cabot è ad alta immedesimabilità.

Anastasia Quadraccia
The Book Girls
Published in
4 min readDec 30, 2015

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Alzi la mano chi non ha mai visto Pretty Princess. Ma sì, quello con una giovanissima Anne Hathaway che interpreta Mia Thermopolis, unica erede al trono di Genovia, che da studentessa pasticciona coi capelli alla Hermione Granger e gli occhiali alla Harry Potter diventa una quasi-regina piena di charme e classe da vendere. Ora ricordate? Bene. Dimenticatevi la Hathaway e concentratevi sul film.
Ora vi rivelerò una sconvolgente verità: il film e il sequel sono tratti da un libro, anzi dalla serie The Princess Diaries di Meg Cabot.
Meg Cabot ha scritto un mucchio di serie per ragazzi, ma il libro di cui voglio parlarvi, dopo questo funambolico preambolo, è Una ragazza americana.

“Deliziosa” è l’unica parola che mi viene in mente quando penso a Samantha, detta Sam, la protagonista di questo libro. Sam non è né bella (la bellezza è prerogativa della sua sorella maggiore, Lucy) né particolarmente intelligente (per quello c’è sua sorella minore, Rebecca). Sam è la mezzana, e come tutti i fratelli di mezzo è la più stramba, ma anche la più interessante.

Sam non si piace e sta attraversando una fase total black, fatta eccezione per la massa di capelli rossi e le Doc Martens, rigorosamente scure, punteggiate di margherite disegnate col bianchetto. Ama il suo pastore tedesco, la sua amica Catherine ed ha un cotta sensazionale per Jack, il fidanzato di sua sorella Lucy. Ma la più grande passione di Sam è il disegno: in particolare, è un portento nel ritrarre attori famosi, cosa che pensa bene di fare nelle ore di tedesco, la materia che più odia.

Quando però i suoi genitori scoprono il quaderno di tedesco pieno di disegni, si convincono che la colpa dei suoi brutti voti stia nel fatto che Sam non riesce a dare sfogo alla sua vena artistica. Per questo la spediscono a lezione di disegno dalla eccentrica Susan Boone, simile ad una regina degli elfi, che ha per animale domestico il gracchiante corvo Joe.

Nonostante lì conosca David, un bel ragazzo che le fa un commento carino sulle sue scarpe e sembra apprezzare le sue doti artistiche, Sam non riesce a integrarsi nemmeno nella piccola e strampalata classe di Susan, che pretende da lei che non disegni ciò che conosce, ma solo ciò che vede. Le uova e l’uva disegnate da Sam sono troppo perfette per essere reali e questo la manda in confusione, perché nemmeno in uno studio di disegno, dove avrebbe dovuto primeggiare senza fatica, Sam riesce a farsi capire. Tutto cambierà, ovviamente, in modo eclatante e inaspettato.

Una ragazza americana si legge che è un piacere, la scrittura scivola veloce e senza inghippi, senza però essere banale. Divertenti e serrati sono i dialoghi tra la protagonista e i vari personaggi principali, in particolar modo quelli con David e con la sorella Lucy. L’idea poi di intervallare molti dei capitoli presenti ponendo liste che la protagonista stila per tenere sotto controllo la sua vita, permettendo al lettore di entrare nella sua testa, rendono il tutto ancora più godibile. La Cabot è inoltre molto brava nello schizzare, attraverso poche battute o considerazioni interiori della protagonista, i caratteri dei personaggi e i cambiamenti che compiono nel corso della storia, non tradendo mai la nota autoironica e buffa che caratterizza la voce di Sam e dando vita talvolta a veri e propri cammei, come quello della Panettiera.

Ho letto questo piccolo gioiello la prima volta a dodici anni, poi a quindici, poi a diciassette, a venti, poi boh — mia madre direbbe che che rileggo i libri perché non li capisco, esattamente come rivedo lo stesso film dieci volte, ma fa niente, questo è un altro discorso — e ogni volta rido come la prima. Ogni volta mi appassiono alla storia di Sam e alla scelta tra Jack e David, come se non sapessi in che modo andrà a finire.
Il fatto è che siamo tutte un po’ Sam, oppure lo siamo state, e non si può non amarla. Tutte abbiamo passato una fase decisamente no nel vestiario, nei capelli, nel mood, alcune ne sono uscite alla grande, altre ancora ci brancolano dentro. Tutte abbiamo avuto un’amica o una sorella che odiavamo perché a lei andava tutto bene, e a noi mai, ma nello stesso tempo non potevamo fare a meno di amarla proprio perché era quello che volevamo per lei, e che avremmo voluto anche per noi. Come si fa quindi a non essere solidali con Sam, che di sorelle ingombranti ne ha ben due?
Eppure, ricordiamocelo, sono quelle come Sam di cui si scrive: la perfezione stufa.

Una ragazza americana racconta, seppur esagerandola, non solo la storia di una ragazza made in USA, ma anche quella di una qualsiasi di noi: noi tutte siamo deliziosamente imperfette come Sam.

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