Verso una nuova letteratura per ragazzi

The Catcher
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6 min readNov 29, 2018

Intervista a Erica e Matilde, due autrici di “Ci piace leggere!” (add editore)

(Illustrazione di Giovanni Gastaldi)

di Marco Magnone

Mare di Libri è il primo e unico festival in Italia dedicato alla letteratura per ragazzi, in cui i ragazzi sono davvero protagonisti. Sono infatti proprio i giovani volontari (coordinati dalla libraia Alice Bigli, ideatrice dell’iniziativa) a occuparsi in prima persona di tutto: dalla scelta degli ospiti nazionali e internazionali alla gestione del budget, dalla comunicazione alla logistica. E la loro energia, l’entusiasmo e la competenza sono alla base del successo del festival, che anno dopo anno (nel 2018 è arrivato all’undicesima edizione) ha saputo portare a Rimini da tutta Italia sempre più adolescenti accomunati dalla passione per le storie, contagiando anche nuovi lettori.
Ma non è finita qui, perché pochi mesi fa i volontari del festival hanno smesso i panni degli organizzatori culturali per diventare autori. Il libro che hanno scritto, Ci piace leggere! (add editore), racconta di loro, ovvero di quello che oggi i giovani lettori forti cercano in libreria, e purtroppo non sempre trovano. Per questo è un preziosissimo strumento per chi si occupa a vario titolo di letteratura per ragazzi: autori, editori, librai, insegnanti, bibliotecari. E per questo sono molto felice che il 2 dicembre alcuni di loro, insieme a Fabio Geda, saranno insegnanti per un giorno alla Scuola Holden, per condividere i loro sguardi e le loro esperienze con i partecipanti del corso Oh boy! — Scrivere per ragazzi. Qui di seguito potete leggere una breve chiacchiera sul libro con due delle autrici, Erica e Matilde.

“Ci piace leggere!” è scritto in prima persona plurale, che è una cosa che non capita troppo spesso, a maggior ragione nei testi divulgativi. Chi sono gli autori e le autrici di questo libro?

Le autrici e gli autori di questo libro sono i volontari di Mare di Libri. Alla fine del libro sono scritti tutti i nomi dei ragazzi che sono stati volontari tra il 2016 e 2017, ma ci sono anche le idee dei volontari che ci hanno preceduto.

Quando e come è nata l’idea di Ci piace leggere?

L’idea di scrivere il libro non è venuta a noi, a dirla tutta, ma ci è stata proposta da add editore. Nella casa editrice erano rimasti colpiti dal decalogo sulla letteratura per ragazzi pubblicato su «Il Corriere della Sera» il 12 giugno 2016. Abbiamo fatto un ritiro di un paio di giorni per capire se avevamo abbastanza argomenti per riempire un libro, e decisamente ne avevamo!

Il libro è diviso in due parti. La prima è un vero e proprio manifesto della vostra idea di letteratura per ragazzi. Un manifesto in dieci punti, attraverso i quali raccontate cosa vi piace e cosa no, riflettendo su voci, sguardi, conflitti, temi trattati e tabù. Nella seconda invece troviamo le schede di tutti i libri citati. Qual è stato il metodo di lavoro che avete utilizzato, dalla scelta dei punti a quella delle citazioni, fino alla scrittura vera e propria?

Illustrazione di Alessandro Baronciani (via)

Prima di tutto c’è da dire che non abbiamo scritto tutti contemporaneamente, ma eravamo divisi in gruppi di dieci, quindici persone e ogni gruppo aveva il compito di scrivere un capitolo, perciò i metodi di lavoro sono stati diversi: alcuni capitoli sono stati scritti dopo aver prima parlato dell’argomento; altri sviscerando l’argomento e formulando le frasi mano a mano che il discorso procedeva; in altri ancora il Socio Adulto di riferimento scriveva mentre noi parlavamo a ruota libera e, una volta conclusa la discussione, rileggevamo ciò che era stato buttato giù e aggiustavamo le parti che non ci piacevano.

Per quanto riguarda le citazioni invece abbiamo inserito quelle che pensavamo descrivessero meglio di noi un concetto che volevamo esprimere. Alla fine di ogni giornata di scrittura ogni gruppo leggeva il capitolo scritto agli altri e insieme decidevamo se ci fosse qualcosa da cambiare o se andasse bene così.

Secondo voi, autori, editori, librai e in genere chi lavora nell’editoria per ragazzi dà troppa attenzione ai lettori deboli o addirittura ai non lettori, finendo così per trascurare i giovani lettori forti? Se sì, perché?

Matilde: Sì, è una cosa che penso più o meno ogni volta che entro in una libreria. La sezione adolescenti/ragazzi mi provoca un misto di rabbia e tristezza.

Come lettrice forte mi sento “trascurata” quando vedo uno scaffale pieno solo di libri di youtuber o dalla trama pressoché insignificante.

Ritengo che sia molto difficile trovare un libro per un lettore forte sempre affamato di storie nuove e diverse.
Grazie a Mare di Libri abbiamo avuto l’occasione di parlare con editori che ci hanno spiegato quanto sia necessario per il mercato editoriale pubblicare, e mettere in bella vista in libreria, determinati libri per lo più rivolti al grande pubblico. Come diciamo in Ci piace leggere!, però, pensiamo che gli editori debbano osare un po’ di più e avere un occhio di riguardo anche verso i lettori forti, che danno continuità alle vendite.

Erica: Adoro questa risposta! Concordo in pieno.

Tra i dieci punti che compongono il vostro manifesto, ce n’è qualcuno a cui siete particolarmente legati?

E: Sicuramente ai due capitoli a cui ho lavorato dall’inizio alla fine: Parliamo di sesso, perché penso sia necessario avere libri che parlino di sesso in modo sano dal momento che sono questi gli anni più significativi; Libri da maschi e libri da femmine, perché di generi ce ne sono tanti, ma di sicuro non dipendono dal sesso.

M: Scelta difficile. Ne scelgo due. Non esistono generi minori: molti ragazzi si sentono non-lettori perché appassionati solo di fumetti. E Classici e contemporanei: odio essere obbligata a scuola a leggere solo autori morti, mentre ne esistono tanti contemporanei validissimi.

Da autore ho trovato molte pagine preziosissime. E penso potrebbe essere lo stesso per insegnanti, editori, librai, bibliotecari, genitori. C’è però un pubblico a cui vi siete rivolti in particolare, o che vorreste leggesse il vostro libro?

E: L’intento era proprio quello di parlare a chi lavora con i ragazzi o per i ragazzi. Personalmente, quando buttavamo giù i capitoli, ho sempre pensato in primis agli editori e agli autori.

M: Io vorrei andare in strada e regalarlo a tutti, ragazzi compresi. Dovendo scegliere però, più di tutti vorrei che fosse letto da insegnanti e professori: credo che abbiano il potere e i mezzi per educarci veramente alla lettura, con l’aiuto dei genitori, ovviamente.

Nella bellissima copertina di Baronciani il libro diventa quasi uno specchio attraverso il quale ribaltare i piani, e leggersi a vicenda. Ecco, di solito gli adulti si lamentano del fatto che i ragazzi non leggano abbastanza; voi invece a un certo punto dite che vi piacerebbe che gli adulti leggessero di più i libri per ragazzi. Perché?

Si tende sempre ad etichettare tutto. Noi volontari crediamo che i libri per ragazzi non siano proibiti agli adulti e viceversa. Conosciamo libri per ragazzi stupendi e vorremmo che gli adulti attorno a noi li leggessero. E pensiamo anche che questo potrebbe aiutarli a capirci meglio e a non giudicare ciò che leggiamo come libri di poco valore.

Marco Magnone è scrittore e docente del corso “Oh boy! — Scrivere per ragazzi” e del Training Camp “Kids”, dedicati alle storie per bambini e ragazzi.

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