Questa non è una classifica: il meglio del 2017

Libri, serie tv, dischi, film, articoli, graphic novel e fumetti, videogiochi, frasette ed app che hanno reso quest’anno un posto sopportabile

The Catcher
The Catcher
13 min readDec 24, 2017

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Elaborazione grafica The Catcher (ispirata a questa felpa natalizia ispirata a sua volta da “The legend of Zelda”)

E insomma, un altro anno sta finendo. Una cosa che, detta così, potrebbe mettere tristezza o ansia, a seconda del tipo di disagio che provate per la fine delle cose e a seconda dell’effetto che vi fa la combo Natale/Capodanno. Per tenere lontana l’ansia dei bilanci e quella dei propositi per l’anno nuovo, ci siamo messi a raccontare libri, film, serie tv, dischi e articoli che abbiamo molto amato negli ultimi dodici mesi.

(Einaudi)

Martino Gozzi consiglia:
EXIT WEST di Mohsin Amid

Vi ricordate il video di Daydreaming dei Radiohead, diretto dal grande Paul Thomas Anderson? Ecco, provate a sottrarre Thom York da quella sequenza narrativa — un uomo che apre una porta e si ritrova catapultato altrove, in uno spazio nuovo, imprevedibile, dove lo attende un’altra porta, e così via all’infinito — e a sostituirlo con una coppia di giovani innamorati in una capitale del mondo arabo dilaniata dalla guerra civile, e avrete Exit West. Un romanzo breve, folgorante, cristallino nella prosa ed elementare nella forza dei suoi elementi costitutivi. Un romanzo sulla guerra e le migrazioni che racconta entrambe attraverso un’intuizione geniale, ovvero la possibilità magica e inaudita che esistano porte, nella città sotto assedio, che conducono in altri paesi, a migliaia e migliaia di chilometri di distanza, verso la salvezza, come in un sogno a occhi aperti.

(Mondadori)

Federica Manzon consiglia:
TUTTE LE POESIE (1969–2915) di Milo de Angelis

È la raccolta di poesie di uno dei poeti italiani più importanti del secondo Novecento. Perché i poeti ci insegnano a ritrovare il potere delle parole, a renderle vive quando sono indebolite dall’uso quotidiano, perché sanno dire i nostri sentimenti più indicibili con aperture vertiginose e abissi. Perché scendono negli angoli profondi e lancinanti del nostro animo e li illuminano.

(Adelphi)

Giorgio Fontana consiglia:
IL LIBRO CONTRO LA MORTE di Elias Canetti (a cura di Ada Vigliani)

Una raccolta di aforismi che compongono il paradossale, disperato atto d’accusa del grande scrittore bulgaro-britannico contro la fine dell’esistenza. Scritti magnificamente come di suo solito, e pervasi da una volontà di resistenza feroce, che si esprime in primo luogo attraverso le parole: “La mia macchina più sicura sono le matite. Finché scrivo mi sento (assolutamente) sicuro”.

Raffaele Riba consiglia:
GLI ANIMALI CHE AMIAMO di Antoine Volodine (trad. Anna D’Elia)

(66thand2nd)

Perché? Perché l’umanità è ormai scomparsa e un bestiario di animali fantastici, e non, vagano per un mondo surreale o nei sogni degli altri, pochi, viventi rimasti. Un libro sulla fine della storia pieno di umorismo del disastro e di una malinconica poesia.

Sara Benedetti consiglia:
GLOW (Netflix)

Racconta così bene il mondo (del cinema), le donne, gli uomini e quei maledetti errori che ti inseguono e che, insieme ai sogni a cui ti tieni stretto, fanno di te quello che sei.

Ruth Wilder, un capolavoro di personaggio

Valentina Rivetti consiglia:
una bella frasetta angosciante “Esiste un altro mondo, ma è in questo”

Il 2017 per me resterà definitivamente l’anno della vita-vera-ma-un-po’-anche-no. Che non solo l’autofiction ma la letteratura tutta si fondi da sempre su questo meccanismo lo sappiamo, però quest’anno un po’ di gente si è impegnata più del solito a raccontarci come le definizioni di verità e identità siano una specie di sidecar guasto che stiamo ripensando — rivivendo? — da un po’ anche se ogni tanto ce lo dimentichiamo.

(Adelphi)

LA VITA SEGRETA di Andrew O’Hagan (trad. Svevo D’Onofrio)

Le tre storie vere sono quella di un super nevrotico Assange, di Ron Pinn (che è vero nella misura in cui è morto) e dell’inventore dei bitcoin ovvero Craig Wright che è e non è Satoshi Nakamoto. Dovrebbe bastare l’esergo a convincervi (la famosa frasetta “Esiste un altro mondo, ma è in questo”, di Paul Éluard ❤ ), ma se siete di quelli che necessitano della quota di torbido, eccovi quest’altra citazione illuminante. Siamo al punto in cui è chiaro a tutti che Craig Wright sia un disagiato irrecuperabile, ma O’Hagan punteggia lo smarrimento e ci specifica che “la sua esistenza online lo aveva svuotato completamente, e lui non era più certo di avere un’identità”. Naufragio totale.

(minimum fax)

TEORIA DELLA CLASSE DISAGIATA di Raffaele Alberto Ventura

A proposito di disagiati e di realtà che esistono perché le abbiamo costruite noi, irrecuperabili bovaristi, non potete finire l’anno senza aver letto questo libro, sia perché è una teoria ma di quelle che ti lasciano a mollo nello sconforto mentre cerchi di capire che cosa devi fare, sia perché finalmente potrete usare la parola social dell’anno — bene posizionale — con una certa consapevolezza, la stessa che vi prenderà rispetto alla vostra vita di eterna attesa del meglio quando avrete chiuso il libro.

CAT PERSON, Kristen Roupenian

Perché questo racconto di sia magnifico è già spiegato perfettamente qui, perché abbia fatto IL GIRO DEL WEB (ma solo del web) lambendo i Weinstein-strascichi (se così si possono definire) è un altro segnale di questo cortocircuito tra realtà e finzione. Per farla breve: sì! è un racconto di finzione, ma parla così bene di quella famosa esperienza per la quale siamo passati tutti che è — non la notte di sesso andata male — ma quella bolla luminescente di attesa che si apre sulla superficie del reale e che lievita fino a scoppiare (e poi fa male).

DARK (Netflix)

Ah! Se siete proprio in fissa con realtà che esistono perché non esistono o esistono e non esistono (o se abitate vicino a delle misteriose caverne o avete trovato una lettera che pensavate di aver bruciato) guardate Dark. Pazzerella serie tedesca — con opening stupendamente simmetrico e rorschachiano su un inquietantissimo Apparat — che parla di viaggi nel tempo, buchi neri, incubi nucleari e di come il futuro influenzi il passato e viceversa e allora dov’è il presente e qual è la realtà e chi sono io? Io sono ancora nel wormhole, credo resterò qui un altro un po’ a riflettere sulla mia identità. Disagiatelli di ogni dove, raggiungetemi (non si sta per niente bene ma non se ne può fare a meno)! Ps. dal 2018 troviamo un sinonimo per l’inflazionatissimo “disagio”. Il 2017 chiude così.

Sebastiano Iannizzotto consiglia:
IL CUORE DEGLI UOMINI di Nickolas Butler (trad. Claudia Durastanti)

Il cuore degli uomini l’ho letto d’estate, verso la fine di luglio. E lo ricordo con una certa malinconia, per quel modo discreto, delicato e allo stesso tempo sicuro di raccontare quanto sia difficile diventare adulti e fare pace con questo maledetto cuore che non la smette di sobbalzare nel petto.

Un dettaglio della copertina di Marsilio

SLEEP WELL BEAST dei The National

I National sono una delle poche certezze della vita. Non sbagliano un album neanche impegnandosi. L’ultimo si chiama Sleep well beast. Basterebbe dire che è l’ennesimo disco bellissimo dei National. Ma si potrebbe aggiungere che non si tratta di semplici canzoni, ma di piccoli racconti perfetti, dolenti, malinconici, agrodolci. E non è un caso se in Carin at the liquor store viene esplicitamente citato John Cheever, in quelli che, forse, sono i versi dell’anno: “I wasn’t a catch, I wasn’t a keeper, I was walking around like I was the one who found dead John Cheever”.

Emiliano Poddi consiglia:
PATRIA di Fernando Aramburu (trad. di Bruno Arpaia)

Romanzone dal montaggio strepitoso, personaggi femminili indimenticabili, una lingua strana per essere quella di uno spagnolo — irrequieta, scattosa, guizzante; chissà se c’entra il fatto che Aramburu è basco. In ogni caso l’euskera sembra una lingua bellissima. Per esempio, bacio si dice muxu.

Un dettaglio della copertina di Guanda

domitilla.pirro consiglia:
IL GRANDE RANCORE di Marina Petrillo

In questo articolo Marina Petrillo tratta di limiti personali, di Grande Rancore, di infosfera e della povertà degli altri — non necessariamente in quest’ordine — e analizza un paio di ottime ragioni per passare qualche ora (giorno?) offline.

Silvia Cannarsa consiglia:
L’ESTATE CHE SCIOLSE OGNI COSA di Tiffany McDaniel (trad. Lucia Olivieri)

Caso editoriale nel mondo anglosassone, ma non lo consiglio per questo.
È un bell’oggetto, morbido. Ha una bella traduzione, liscia. È stato descritto come un mischione tra King e Harper Lee. Lo è, e anche se non è perfetto, anche se non ci ho creduto fino in fondo, c’è qualcosa di struggente nel modo in cui McDaniel fa parlare i suoi personaggi. Troppo aulico, poco a contatto con il mondo reale. Eppure così dolce.
E poi è un’esordiente, e poi Atlantide pubblica solo in tiratura limitata, curando ogni volume come un cucciolo.

(Atlantide)

alessandro avataneo consiglia:
AH-GA-SSI di Park Chan-Wook

Il film più bello che ho visto nel 2017 è l’edizione integrale di AH-GA-SSI (Signorina) di Park Chan-Wook, film presentato a Cannes nel 2016. Park è il regista di Old Boy e Lady Vendetta, e con questo film dimostra di essere un grande artista giunto all’apice della sua potenza espressiva.
Adattando un romanzo inglese di ambientazione vittoriana, Fingersmith, Park trasferisce la vicenda nella Corea degli anni ’30 occupata dai Giapponesi e costruisce un puzzle ricco di colpi di scena, una storia d’amore inganno violenza e perversione di inarrivabile raffinatezza estetica, in cui c’è tutto quello che potete desiderare in un film a livello di godimento visivo e intellettuale.

E io, avrò cura di te, direbbe Franco

Alice Avallone consiglia:
VIVINO

Vivino vi farà fare una gran bella figura con amici, suoceri e colleghi durante queste feste natalizie. È un’applicazione mobile con due superpoteri: se avete le idee chiare su cosa bere in compagnia, cerca il vino ideale in base a tipologia, prezzo, regione, abbinamento gastronomico e annata che avrete inserito; al contrario, se non sapete che pesci pigliare, riconosce la bottiglia sullo scaffale attraverso la scansione dal codice a barre e ve la racconta. Mai più panico al supermercato.

Funziona proprio così

Aaron Ariotti consiglia:
EASY di Andrea Magnani

Forse non perfetto dal punto di vista della scrittura, tuttavia memorabile. Se penso a questo film il primo aggettivo che mi viene in mente è: “limpido”. Troppo spesso ci dimentichiamo di come al cinema si possano raccontare delle belle storie anche senza avere grandi nomi nel cast. Con abnegazione, professionalità e una grande onestà intellettuale.

Lucia Gaiotto consiglia:
LE NOSTRE ANIME DI NOTTE di Kent Haruf (trad. di Fabio Cremonesi)

Il cielo stellato sopra di me e in copertina (NNEditore)

Perché parla con tenerezza e umanità dell’essere uomini e donne, a qualunque età. Perché parla con tenerezza e umanità del diritto che tutti noi abbiamo a essere felici, a qualunque età. Perché parla con una lingua limpida, pulita, precisa e allo stesso tempo con l’urgenza di dire ciò che va detto, prima che sia troppo tardi. Perché è una storia d’amore, di vecchiaia, di finali, ma anche di giovinezze e dell’incominciare ancora, sempre, anno dopo anno, brindisi dopo brindisi.

Mattia Zuccatti consiglia:
WIND RIVER di Taylor Sheridan

(via)

Dato che questa la conoscete a memoria, o l’avete almeno assaggiata, vi consiglio il trittico sulla frontiera — nelle sue molteplici incarnazioni tematiche — scritto dal nuovo e già immenso Sheridan, che oltre ad aver fatto l’attore in una delle più belle serie TV degli ultimi anni, ha dimostrato di interpretare il senso del tragico con una classicità potente, virile e delicata, degna del migliore Eastwood. Quindi Sicario, Hell or High Water e Wind River.

LONESOME DOVE di Larry McMurtry (trad. Margherita Emo)

E restando in argomento questo libro qui, ché son quelle volte che bisogna ringraziare editore e traduttore per farsi canali delle ragioni, chiaramente metafisiche, che impongono l’antieconomica — pure per il lettore, mi sa — ripubblicazione di un simile capolavoro.

Hey, cowboy (un dettaglio della copertina Einaudi)

Filippo Losito consiglia:
HOMO DEUS di Yuval Noah Harari (trad. Marco Piani)

Il libro di questo e dei prossimi anni per me è Homo Deus, di Yuval Noah Harari (Bompiani). Dall’antropocene al datismo: qual è il programma che attende l’umanità? Quali sorprese ci porteranno le finzioni sempre più sofisticate a cui abbiamo dato vita? Quali sono le risorse che abbiamo da offrire alla biosfera? Come una puntata di Black Mirror, scritta da uno storico illuminato, rigoroso e visionario.

un dettaglio della copertina Bompiani

Anna Galli consiglia:
NON SO CHI SEI di Cristina Portolano

(Rizzoli Lizard)

Una graphic novel che parla di cosa vuol dire usare una app di incontri: di quello che è successo all’autrice (con le dovute trasfigurazioni narrative), e di quello che potrebbe succedere a chiunque.
Lo consiglio perché c’è un sacco di gente che sull’argomento ha pochissime certezze e, per contro, tantissima confusione, vergogna, curiosità, paura, reticenza. Eppure Cristina Portolano racconta la sua storia con naturalezza e limpidezza, e mentre lo fa riesce a mettere davanti a uno specchio anche te, che in teoria sei lì solo per guardare e capire, ma che inevitabilmente cominci a farti un bel po’ di domande. Io, almeno, alla fine avevo le idee più chiare, molti meno pregiudizi, e una convinzione: non userò mai una app del genere. Ma per come sono fatta io, eh. Mica per altro.

Davide Cerreja Fus consiglia:
THE PRIVATE EYE di Brian K. Vaughan e Marcos Martín (trad. Michele Foschini)

Raymond Chandler incontra Black Mirror in questo noir distopico dove internet è morto e la privacy un’ossessione.
Un graphic novel coloratissimo e molto pop, che nasce come web comic e mantiene anche nella versione cartacea il formato in 16:9. Praticamente è come sfogliare un tablet!

(Bao Publishing)

Alessia Siciliano consiglia:
UNA STORIA NERA di Antonella Lattanzi

Un giallo che non è propriamente un giallo, un libro che parte da un fatto di cronaca per indagare le relazioni famigliari e l’animo umano. Lo consiglio a chi ama le storie che sono un pugno allo stomaco.

(Mondadori)

Federico Lagna consiglia:
TWIN PEAKS S03 (Showtime)

Twin Peaks 3 è la cosa migliore che sia passata in tv (ma sarebbe dovuta passare al cinema) nel 2017. Da decodificare, guardare e riguardare, con la testa o con lo stomaco (funziona in entrambi i modi). È stato scritto tanto a proposito di questa terza stagione: una delle analisi più interessanti e complete la trovate qui.

Eh, decodificare

THE LEGEND OF ZELDA: BREATH OF THE WILD (Nintendo EAD)

Zelda Breath of The Wild è una storia più che epica, un viaggio immenso con personaggi incredibili. E si può anche cucinare. Il miglior gioco dell’anno e, forse, del decennio.

(via)

Martina Scalini consiglia:
VI PRESENTO TONI ERDMANN di Maren Ade

Se sei disilluso, confuso e hai paura di tutto (o quasi); se hai rinunciato a risolvere i tuoi problemi freudiani, non sai più cos’è la verità e hai deciso che non avrai un’opinione su tutte le cose; se però ti è rimasta una strana voglia di ridere e piangere insieme, allora questo sarà il tuo nuovo film preferito.

Illustrazione di Bijou Karman

Marcello Fadda consiglia:
MYSTIK di Tash Sultana

A diciassette anni Tash ha provato ogni tipo di droga, tranne l’eroina. Dopo una serata sotto acido, c’è rimasta sotto, come si dice in gergo. Per nove mesi. Una lunghissima terapia, farmaci e antipsicotici. È guarita quando ha deciso di porsi un obiettivo: imparare a suonare dieci strumenti musicali. Per sopravvivere suonava per le vie di Melbourne, finché qualcuno non l’ha notata. Tash, oggi, ha ventun anni. Consiglio lei, perché un pomeriggio l’ho scoperta per caso e mi ha fatto capire che non esiste un’età per avere un’intera vita alle spalle.

Adriano Pugno consiglia:
TOPO MALTESE: UNA BALLATA DEL TOPO SALATO di Bruno Enna e Giorgio Cavazzano

Non è soltanto l’ultima delle solite, meravigliose parodie disneyane. È un omaggio a 50 anni di storia del fumetto italiano, un gustosissimo gioco di rimandi e, soprattutto, una storia divertentissima. Umorismo e avventura, originalità e tradizione, e il tutto raccontato dall’oceano, voce narrante e origine di ogni cosa.

Topo Maltese in tutto il suo splendore (Panini Comics)

Marta Trucco consiglia:
LE TERRE SCOMPARSE di Bjorn Berge (trad. A. Storti)

Una rarissima collezione di francobolli è la partenza per raccontare vicende gloriose, surreali, grottesche, disperate di 50 Stati che non trovano più posto nel nostro mappamondo. È un libro di geografia con una miniera di storie che fa venire una voglia di viaggiare da sentire prudere i piedi. E per chi non può partire, leggere questo libro è un bel modo di sognare.

(Ponte alle Grazie)

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