Should I stay or should I go?
Mappa dei movimenti indipendentisti in Europa
Nello scacchiere europeo degli indipendentismi, la Catalogna ha guadagnato di sicuro un posto di rilievo. Eppure non è né la prima né l’unica regione del Vecchio Continente a voler andare per la propria strada. Mentre aspettiamo di sapere cosa ne sarà della Catalogna, diamo uno sguardo alle altre regioni che bramano l’indipendenza.
Tra i Paesi che fanno parte dell’Europa, almeno diciassette hanno all’interno dei propri confini regioni che vogliono lasciare il nido e spiccare il volo. Qualcuna organizza insurrezioni e attentati, come l’Irlanda del Nord, qualcun’altra si limita ad un referendum democratico, come la Scozia.
Poi c’è chi riesce addirittura a raggiungere l’agognata separazione, festeggia per un po’ l’indipendenza e poi decide di unirsi a qualcun altro, come nel caso della Crimea.
Alle regioni più note, come la Corsica, le Fiandre e la Baviera, si aggiungono altre, finora ignorate, come la Letgallia in Lettonia, la Frisia in Olanda e la Scania in Svezia. Non finisce qui: tra i trenta casi individuati sulla mappa, ci sono anche la Slesia in Polonia, la Moravia in Repubblica Ceca, le isole Fær Øer in Danimarca. E chi l’avrebbe mai detto che in Transilvania, oltre ai vampiri, esistessero anche i Siculi della Romania!
Se, con una cartina davanti, giocassimo a Indovina chi? con tutti i movimenti indipendentisti in Europa, saremmo di sicuro destinati alla sconfitta. Perché sono così tanti a volersi separare che si fa fatica a tenerli a mente, un po’ come i nomi dei Sette Nani.
Dopo il caso catalano, poi, è probabile che a questi se ne aggiungano altri. E chissà che per spostarsi in Lombardia o in Veneto, in un futuro quasi fantascientifico, non sia necessario il passaporto o un lasciapassare speciale.
In questi giorni ho raccolto un po’ di informazioni sull’argomento e ho ricostruito la mappa degli indipendentismi in Europa. Il tutto ascoltando una colonna sonora appropriata.
E quindi, should I stay or should I go?