Cronologia musicale dell’indipendenza catalana

10 canzoni, 118 anni di storia

Giorgio Penna
The Catcher
5 min readNov 26, 2017

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(elaborazione grafica The Catcher)

Il 17 ottobre 2017 in quasi tutte le televisioni del mondo venivano trasmesse continue immagini di fiumi di gente in festa unita per un unico scopo: l’indipendenza della Catalunya.

Notando tutta quella folla per le strade, l’intuizione generica sarebbe: “Tutti insieme per gli stessi ideali”, ma dietro tutto questo, ci sarà stato anche un grande contributo propagandistico?

Un ruolo piuttosto particolare è stato svolto dalla musica. Un mese prima della data del referendum, su youtube veniva pubblicato Agafant l’horitzó (afferrare l’orizzonte) una canzone composta da più artisti, uniti nell’inviare un messaggio speranzoso al popolo catalano: scendere per le strade per afferrare il proprio futuro. La scelta dell’indipendenza era finalmente nelle mani di tutti.

Qual è la peculiarità legata all’indipendenza?

Ascoltando il testo e la musica dell’inno catalano (scritto nel 1899), si sente tutta l’influenza dell’ideologia del comunismo sovietico, mentre, quando si ascolta l’ultima canzone per la sensibilizzazione al referendum, si nota la totale contrapposizione sia nella musica che nel testo, una sorta di reggaeton che ti spinge a dire: “Scendiamo in strada e balliamo!”.

Cosa unisce queste due realtà così diverse?

Il messaggio. In entrambe la richiesta fatta al mondo è univoca: indipendenza, solo quella e nient’altro. Nonostante in una non si parli di colpi di falce e nell’altra non si menzionino mari e montagne, il grido d’aiuto ha un unico suono: Catalunya Lliure!

In più di cento anni di differenza da quando queste canzoni sono state scritte, l’obiettivo è rimasto invariato, in un arco temporale così vasto è stato un continuo tramandarsi di ideali. Come si fa nelle più antiche tradizioni tra padre e figlio, l’orgoglio d’indipendenza catalano nella musica è stato trasmesso negli anni, subendo numerose metamorfosi ma rimanendo fedele al suo scopo: parlare al cuore dei catalani per poter essere liberi. Così suonando hanno scritto la loro storia:

Els Segados (I mietitori): “Bon cop de falç, defensors de la terra!” (buon colpo di falce difensori della terra), gridano in coro. Il testo dell’opera fu scritto dal poeta catalano Emili Guanyavents nel 1899, si ispira a uno degli eventi iniziali della sollevazione della Catalogna (in catalano, “Guerra dels segadors”; 1640–1659), precisamente al cosiddetto Corpus de sang: il 7 giugno 1640, giorno del Corpus Domini, i contadini catalani, armati di falci e sostenuti anche dalla locale aristocrazia, entrarono a Barcellona, dando avvio a una cruenta rivolta contro gli spagnoli, proclamando così la repubblica Catalana. Diventa poi inno ufficiale catalano nel 1993.

El cant dels ocells (il canto degli uccelli): nasce come canto tradizionale natalizio catalano, prende forma patriottica durante la guerra civile spagnola (1936–1939) grazie a Pau Casals i Defillò costretto a ispanizzare il suo nome in Pablo Casals e a esiliare in quel periodo a causa della dittatura spagnola. È stato un violoncellista, compositore e direttore d’orchestra spagnolo, divenne famoso con questo nome, pur avendolo ripudiato insieme con la nazionalità spagnola in molte occasioni, sostenendo fieramente la nazionalità catalana e opponendosi al regime franchista.

L’estaca (“il palo” senso figurativo di “senza libertà”): è il 1968, in molte piazze d’Europa studenti e lavoratori protestano per i propri diritti. In Spagna è presente ancora il regime franchista.
La canzone, che è stata tradotta in diverse lingue, è diventata così popolare in alcuni paesi che è erroneamente considerata una canzone scritta a livello locale. Fu composto durante il regno del dittatore Franco in Spagna ed è una richiesta di unità di azione per raggiungere la libertà. La canzone è diventata un simbolo della lotta per la libertà ovunque.

El cant del poble(il canto del popolo): Il regime Franco ormai è caduto, siamo nel 1975 la voglia di indipendentismo catalano ricomincia a farsi forte, in quegli anni, per prima cosa, la ricerca della loro tradizione è stato il passo da compiere per potersi definire come territorio. Di conseguenza sono stati riesumati e riconvertiti molti canti popolari, tra i più conosciuti el cant del poble è stato convertito in più stili musicali.

Catalunya Lliure(Catalogna libera): catapultati negli anni 90,il rock, il punk e il metal entrano nello scenario dell’indipendenza catalana, la musica si fa più aggressiva, la protesta è al primo posto, “INDEPENDÈNCIA I SOCIALISME!!” è il motto che aleggia nell’aria. Gli ideali iniziano a portare sempre più gente, la musica funge da collante cavalcando adesso, non sulle speranze, ma su ciò che lo Stato Spagnolo sta togliendo al popolo catalano.

El camì del Referendum(il cammino del Referendum): L’idea di indipendenza inizia a prendere forma, si inizia a parlare di Referendum già dal 2010, in molti artisti si sono uniti per sostenere la causa iniziando vere e proprie campagne progresso pro vittoria della Catalogna. El camì del Referendum è un progetto di cinque artisti catalani che girano il territorio promuovendo la causa con la musica.

Utòpics, idealistes, ingenus(Utopisti, idealisti, ingenui): nel 2013 il Referendum non prendeva ancora forma, in alcuni inizia a crearsi sconforto, lo Stato perde tempo e non ha alcuna intenzione di ammettere l’indipendenza della catalogna, prende piega sempre più uno scenario utopico, solo per pochi ideologici sognatori.

Rumba del Si: Lo sconforto dura poco, dopo un anno ricominciano a tornare le manifestazioni ed i flash mob, il sogno non si vuole abbandonare, la musica si fa carica di speranza.

Agafant l’horitzó(Afferrare l’orizzonte): 2017, il Referendum non è più un sogno, si vota ad ottobre tutti gli artisti si uniscono per far chiamare in piazza tutta la catalogna, la speranza si trasforma in massa. Questa canzone nel mese di ottobre raggiunge milioni di visualizzazioni nel giro di pochi giorni, diventa l’inno di tutti i complimenti spopolano su tutti i social.

Rap per la independencia(rap per l’indipendenza): Anche lo scenario rap nel finale si inserisce al sostegno della causa, i testi ritornano politicizzati, la critica alla società continua, dell’indipendenza ancora nessuna traccia.
Non ci resta che continuare ad ascoltare, nuove canzoni verranno scritte, ci faremo guidare lungo il corso degli eventi.

Se vi abbiamo incuriosito, ecco a voi una playlist creata apposta per voi su Spotify per continuare ad ascoltare tante altre canzoni rappresentative dell’indipendenza catalana:

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