Non solo canzonette

Otto momenti rock a Sanremo

Lucia Marinelli
The Catcher
3 min readFeb 12, 2017

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Vedi alla voce: superospite (via)

Si è appena conclusa la sessantasettesima edizione del Festival della Canzone Italiana e molti di noi tirano un sospiro di sollievo: cinque giornate di musica sanremese possono essere dure da sopportare. C’è da dire, però, che dagli anni Ottanta i curatori del festival hanno inserito prestigiosi ospiti internazionali proprio per corteggiare le orecchie più esterofile.
Resta da dire che il binomio, non sempre riuscito, “star internazionale + Teatro Ariston” ha regalato grandi perle che resteranno nella storia della televisione italiana. Ecco le migliori.

DIRE STRAITS (1981)

Erano i favolosi anni Ottanta e il gruppo inglese capitanato da Mark Knopfler aveva appena rilasciato Making Movies. Si esibirono sul palco dell’Ariston addirittura per due sere consecutive, entrambe in playback perché Sanremo è pur sempre Sanremo.

DURAN DURAN (1985)

Pippo Baudo e la New Wave? Un’accoppiata possibile solo al Festival. Siamo nel 1985: il gruppo di Simon Le Bon si esibisce in una singolare interpretazione di Wild Boys. Da segnalare la danza del frontman con un piede ingessato.

THE SMITHS (1987)

È il 1987 e il co-conduttore Carlo Massarini istituisce il PalaRock come palco da cui si esibiscono — sempre in playback — star internazionali del calibro di Paul McCartney, George Harrison, Paul Simon e gli Europe. Fra tutti spiccano gli Smiths che regalano al pubblico italiano The Boy With The Torn On His Side, Ask e un’intervista breve ma intensa in pieno stile Morrissey.

BLUR (1996)

Davanti a un Pippo Baudo basito, la band inglese regala una performance in lip-synch di Charmless Man. Fanno da accompagnamento un figurante al basso ed il chitarrista Graham Coxon in versione cartonato.

DAVID BOWIE (1997)

È Mike Bongiorno a introdurre sul palco un David Bowie in super forma. La traccia suonata è Little Wonder, tratta dall’album Earthlink. Nulla da eccepire in questa performance del Duca Bianco.

U2 (2000)

Fabio Fazio impacciatissimo, accompagnato da Pavarotti, presenta All I Want Is You degli U2. Oltre ad una gaffe con Mario Merola e svariati problemi di traduzione, si segnala Bono che introduce il brano parlando del Giubileo, di Berlusconi e di D’Alema. Praticamente una sintesi dell’Italia di quegli anni.

OASIS (2000)

Non contento di U2, Sting ed Eurythmics, Fazio porta all’Ariston anche il gruppo di Manchester proprio quando è all’apice del successo. Nonostante questo, i Gallagher, probabilmente vittime di nostalgie anni Ottanta, scelgono di esibirsi in playback.

PLACEBO (2001)

Questa del 2001 è probabilmente la regina delle performance sanremesi. Dopo aver suonato Special K , Brian Molko & friends decidono di traumatizzare la platea con la demolizione della chitarra e di due amplificatori. Successivamente interrogato sulla vicenda il cantante dei Placebo commenterà così: “It was a spontaneous display of disgust”.

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Lucia Marinelli
The Catcher

I'm bringing Hegel back (e nel frattempo studio Reporting alla Holden) Editor per https://thecatcher.it